Come affrontare il primo esame

Nuova puntata del nostro reportage attraverso le cattedre del primo anno, a caccia di impressioni e consigli dei professori agli studenti che si preparano ad affrontare il primo impegno universitario. Iniziamo dal professor Vincenzo Cocozza, docente di Diritto Costituzionale della IV cattedra.
Attenzione 
al linguaggio 
tecnico
“Non credo ci siano consigli originali da dare agli studenti -spiega il docente-, reputo avvantaggiati agli esami quei ragazzi che abbiano avuto un rapporto più stretto con l’Università ed i collaboratori e gli assistenti di cattedra. Io tengo sempre molto a sbandierare l’importanza di una buona preparazione non ‘nozionistica’, logicamente la risposta è data, spesso, anche dal tipo di studi superiori che hanno fatto i ragazzi. Ecco spiegato perché alcuni riescono ad inserirsi nel meccanismo universitario e per gli altri è più difficile recuperare; per tutti il consiglio è quello di cercare di partire con il piede giusto. Ben vengano quelli che decidono di iniziare la carriera affrontando costituzionale, ma sappiano che conviene loro abbassare la tensione emotiva quel tanto che basta a presentarsi serenamente all’esame. Spesso emotività e carenze di preparazione giocano brutti scherzi… Non è sempre facile comprendere un ragazzo che si esprima al di fuori delle sue normali capacità. Il linguaggio tecnico e l’acquisizione di meccanismi sono gli strumenti che predico in assoluto e sui quali, anche a lezione, invito a riflettere. Il diritto potrebbe apparire sofisticato, ma il giovane deve sapere che ciò che diciamo va elaborato e verificato. Bisogna ragionare molto sulle cose e non lasciarsi tentare dalla noiosa ripetizione delle nozioni, che poi rimangono estranee. Solo evitando questo errore si è pronti ad una prova nella quale i collegamenti tematici tra i vari argomenti vanno gestiti con una certa scioltezza”.
A maggio 
il 40% 
di promossi
Dopo Diritto Costituzionale è la volta di una materia solitamente presa d’assalto, soprattutto nel mese di maggio, dalle matricole speranzose di ben cominciare la carriera: Istituzioni di diritto romano. A tal proposito abbiamo sentito il professor Antonio Palma, titolare della V cattedra. “Agli esami di maggio ho registrato finora una media di promossi del 40% -fa notare subito-, destinata ad aumentare sul lungo termine grazie al criterio, da me adottato, di dare la possibilità di tornare anche a giugno ai ragazzi che nel ‘preappello’ abbiano mostrato preparazione appena sufficiente. Non trovo giusto far cominciare la carriera ad un ragazzo con un 18 sul libretto. Credo che in generale il dato psicologico giochi molto in un esame, anche se il clima, alle mie sedute, è solitamente tranquillo. A scanso di equivoci, comunque, consiglio ai ragazzi di approfondire quanto meglio è possibile le categorie giuridiche generali, dal momento che proprio le carenze sul piano della teoria generale e le imprecisioni del linguaggio tecnico sono i due ‘vizi’ ricorrenti agli esami. I diritti reali, le obbligazioni, la famiglia, il processo, le persone, tutto può essere chiesto. Gli studenti devono solo star tranquilli, non facciamo loro domande semplicemente nozionistiche, se non al mero scopo di poter loro aumentare il voto. Chi riesce, dunque, ad avere buona preparazione sulla teoria generale, un sicuro orientamento storico ed una informazione seria sui principali istituti ce la farà sicuramente”.
Privato 
non subito
Chiudiamo con un altro ‘mostro sacro’ del primo anno, le Istituzioni di diritto privato. Materia per la quale abbiamo interpellato la professoressa Daniela Vittoria, della V cattedra. “La tensione normalmente va via con una adeguata preparazione -sentenzia il docente-, non ho mai creduto che possa oscurare del tutto, solo rendere meno positivo un esame. Credo che il nostro modo di gestire le domande sia proprio mirato a far venire fuori questa preparazione, tuttavia può capitare che in qualche caso la spunti anche chi mostra di avere più ‘faccia tosta’. Non credo di poter dare ai ragazzi consiglio migliore che quello di venire a seguire gli esami dei loro colleghi, prima di presentarvisi in prima persona. Non ritengo utile per nessuna matricola tentare subito la carta di Diritto privato, meglio a giugno o a luglio; anche per prendere nota della frequenza delle questioni proposte agli esami… Ascoltare gli esami e ripetere ad alta voce, possibilmente con un compagno, sono le cose più indicate da fare per mettersi al riparo da brutte sorprese. Così facendo si ovvia anche alle carenze di strumenti linguistici giuridici proprie dei ragazzi del primo anno, abituati ad esprimersi con il linguaggio ‘di tutti i giorni’ che imparano a scuola. Lo schema d’esame, in ogni caso, è costituito da sette-otto domande che seguono tematicamente gli argomenti del codice. Chiarisco che non sono una che sta a guardare ciò che è precisato nelle note. A me interessa soprattutto la conoscenza dei principi di carattere generale; le definizioni vanno date in maniera precisa e puntuale. Così si comincia a rispondere in modo corretto ad una domanda, senza astrusi giri di parole”.
Dopo tante opinioni di professori ne abbiamo ascoltata anche una dei ragazzi, precisamente quella di Assunta Cecere, giovane matricola prossima all’esame di Storia del diritto romano nella cattedra del professor Francesco Amarelli. Assunta, intenta a prendere le domande alla prima seduta di maggio, aveva un rimbrotto da fare.
“Non sono molto preoccupata dall’esame -spiega-, anche se dovrei esserlo, visto che ho cominciato a studiarlo praticamente a fine marzo. In quel periodo è finalmente uscito il libro del professore (Amarelli ndr), in sostituzione del prof. Guarino, tutti hanno dovuto attendere. Ma perché così tardi?”.
Per la cronaca, in quel giorno d’esame sono ‘uscite’ queste domande. Prendete nota ragazzi, prendete nota…:  Differenza tra Senato, Repubblica, Principato; Criminalità nel Principato; Rescritti e leggi; Nesso fra i 3 libri; Funzione dei chiodi nel processo contro Gesù; Atti normativi e Principe; Giustiniano; Principe, municipi, politica espansionistica.
Marco Merola
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