Come si fa ad essere in regola con gli esami: la ricetta degli studenti selezionati per il progetto Teco

Studenti in regola con gli esami raccontano la loro storia universitaria. Sono iscritti al terzo anno di Economia Aziendale. Li abbiamo incontrati il 4 giugno presso i Laboratori di Informatica nell’edificio dei Centri Comuni a Monte Sant’Angelo, giorno in cui si sono cimentati con un test volto a monitorare la loro preparazione perché selezionati nell’ambito del progetto TECO, ovvero TEst sulle COmpetenze, un’iniziativa promossa dall’Agenzia Nazionale per la Valutazione del sistema Universitario e della Ricerca (ANVUR) che ha coinvolto undici Atenei italiani. 
VIP: Volontà, Impegno, Pazienza. È questa la sigla con la quale Martina Lioniello sintetizza le chiavi del successo negli studi economici. “Quando mi sono iscritta, non sapevo cosa mi avrebbe aspettato, ma sono stata fortunata perché gli esami che ho sostenuto mi sono piaciuti tutti, soprattutto quelli di Contabilità e Programmazione e Controllo. In futuro mi piacerebbe lavorare presso una direzione amministrativa, magari con il ruolo di controller”. Secondo Martina, prima ancora dell’impegno nello studio, conta l’organizzazione: “è la cosa più importante ma la Facoltà alla quale si è iscritti deve mettere in condizione di organizzarsi. Per me e per i miei colleghi, ad esempio, sono state molto utili ed importanti, ai fini di una buona gestione accademica, le sessioni di aprile e novembre”. 
“L’economia è la ruota del mondo e io volevo studiare qualcosa di utile, attinente alla vita pratica. Venivo dal liceo scientifico e non avevo basi specifiche, ma mi sono reso conto che queste non sono particolarmente importanti. Per fare bene e andare avanti, invece, occorre molta costanza, indispensabile per apprendere un buon metodo”, dice Raffaele Licere. Poi incoraggia gli studenti in difficoltà: “Non fatevi influenzare dagli altri, fate il vostro percorso. Non è sempre facile capire quello che i professori richiedono, perciò può aiutare studiare con qualche collega e, soprattutto, puntare a degli obiettivi chiari”. 
“A scuola, provengo dalla Ragioneria, questi studi mi hanno entusiasmato. In un periodo di crisi, poi, sono necessarie persone preparate e competenti”, sostiene Dario Napoleone che spera di lavorare nel campo della consulenza aziendale e, come altri suoi compagni di studio, si dichiara molto soddisfatto dell’essere stato selezionato ed incuriosito dall’iniziativa. Mentre sta per entrare in Laboratorio, incrociamo Pietro De Luca, figlio di un musicista, pianista e insegnante di Conservatorio: “nella mia famiglia nessuno fa il mestiere del padre. Mio nonno, per esempio, era medico. Alla fine del liceo classico, tutti nella mia classe si sarebbero iscritti a Giurisprudenza, ma non possiamo diventare un popolo di avvocati. L’economia mi sembrava diversa, ancora legata all’ambito umanistico ma aperta al dibattito, al ragionamento. Ho sempre pensato che l’università non si può scegliere pensando solo alle opportunità lavorative, anche se fa piacere sapere che la tua laurea ha molti sbocchi. Per ora, non ho ambizioni particolari, mi piacerebbe andare in altri paesi, internazionalizzarmi un po’”. 
Al termine dei test, Vincenzo Filosa racconta: “ci sono stati sottoposti due tipi diversi di prove: la gestione di un’attività, in funzione di alcuni dati e documenti, ed alcuni articoli ai quali seguivano delle domande a risposta multipla”. Il giudizio dello studente sull’iniziativa è positivo: “è interessante contribuire a riscontrare anomalie nel sistema di formazione ma non sono sicuro che sia stato strutturato in maniera opportuna. Ci sono stati problemi d’accesso al sistema, alcune persone contattate non figuravano nell’elenco e sono andate via. Nella mia fascia oraria avremmo dovuto essere in tredici e, invece, eravamo solo in quattro”. “In effetti, c’è stato poco tempo per sensibilizzare i ragazzi e la partecipazione non è stata delle più alte”, confermano le professoresse Consilia Botta e Cristina Mele che hanno seguito, insieme al prof. Sergio Scippacercola, lo svolgimento delle attività. Vincenzo è uno studente lavoratore: “ho deciso di iscrivermi ad Economia per gli sbocchi e per il suo non essere Facoltà né prettamente scientifica né umanistica. Mette insieme diverse cose, senza specializzare troppo in un solo ramo, e permette di costruirsi delle prospettive dinamiche”. In quanto studente lavoratore, non è sempre stato in regola con gli esami: “ho bisogno di guadagnare, perciò ho fatto il servizio civile, poi mi sono dedicato a diversi lavori che, spesso, mi impegnavano anche tutto il giorno. Così per un paio d’anni non ho dato esami. Poi ho deciso di cercare un lavoro che mi permettesse di studiare e lavorare al tempo stesso, ora sono animatore alle feste per bambini. Se ci si vuole laureare, bisogna dare tutto e focalizzare l’attenzione sullo studio perché, con l’avanzare dell’età, diventa sempre più difficile recuperare il tempo perso”. 
Debora Nigro è ancora sorpresa di essere stata selezionata: “ci hanno scritto mail, spedito lettere e telefonato a casa per assicurarsi che partecipassimo, non me l’aspettavo perché non ho una media così alta”. Debora si è iscritta ad Economia perché dopo il Liceo Scientifico “non sapevo niente su questa ‘branca oscura’ del sapere”. Le difficoltà che s’incontrano negli studi sono molte: “Bisogna rimboccarsi le maniche e non rinunciare mai, anche quando si ripete un esame tre o quattro volte”. E lei, da più di quattro anni volontaria della Croce Rossa con il ruolo di delegata alle attività giovanili nella provincia di Caserta, ha alle spalle anche una missione in Indonesia, sa bene cosa significhi non mollare mai: “è un lavoro a tutti gli effetti, anche se non è remunerato. Insegna tanto e richiede molta passione. Oltre l’assistenza sanitaria, svolgiamo molte altre attività di promozione per una sana e corretta alimentazione, per la prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili e l’inclusione dei migranti”. Non sa ancora cosa l’aspetta in futuro: “devo scegliere una Laurea Magistrale e, sebbene le materie aziendali mi siano sempre piaciute, sto scoprendo un amore per l’economia pura”. 
Simona Pasquale 
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