Con gli studenti agli esami di Letteratura e Lingua

C’è un continuo mormorio nei corridoi (adibiti ad aule-studio) del Palazzo Santa Maria Porta Coeli, in via Duomo. È questa la sede in cui gli studenti della Facoltà di Lingue vengono a sostenere la maggior parte degli esami, sia scritti che orali. Al quarto piano, la seduta di Letteratura inglese III con la prof.ssa Daniela De Filippis. La docente tiene gli esami nel suo studio. Fuori, i dodici ragazzi presenti all’appello sfogliano i libri e ripetono. Sono tanti i libri da studiare per questo esame: 5 di testo (di cui tre in italiano) e 5 romanzi. “La docente suddivide il programma in due parti, una incentrata sulla critica letteraria e un’altra sulla lettura e sulla traduzione. Occorre almeno un mese per studiare tutto. Lei pretende molto all’esame ma è anche vero che durante il corso ci dà molto. La considero una grande professoressa. E’ capace di trasmettere la passione per le cose che insegna”, spiega Mariella, studentessa fuori corso. Finiscono la prova, intanto, i primi quattro studenti. Nessun bocciato. “Occorre imparare molto bene il programma – afferma Rosaria – Non basta studiare i libri, è necessario conoscere gli argomenti così come la docente vuole. La professoressa è sempre molto disponibile, almeno durante gli orari di ricevimento. Poi permette di dividere l’esame. Se non si conosce bene una parte del programma, si può tornare alla sessione successiva”. Esce la quinta ragazza. “L’esame non è andato male – racconta Jennifer, studentessa al terzo anno – Ho un po’ sofferto, ma conoscendo la fama della docente sono soddisfatta. Vuole che le traduzioni siano come indica lei. Ho preso 29, ma sono stata tre mesi a studiare questo esame. Ho dovuto suddividerlo, il primo modulo l’ho sostenuto la scorsa sessione”. Intanto l’ansia sale tra i ragazzi che attendono. Alcuni vorrebbero poter assistere agli esami. “È assurdo! – asseriscono Vincenzo e Antonio, due studenti al secondo anno fuori corso – vorremmo poter sentire cosa la docente chiede”. Questo è il loro ultimo esame. “Il programma è davvero troppo vasto – sottolinea Vincenzo – sono circa duemila pagine. Fino ad ora, a parte il 29 della ragazza, il voto più alto è stato 26. Mi rendo conto che la professoressa ha le sue ragioni per essere così severa ma dovrebbe tenere conto delle situazioni estreme come la nostra. Siamo laureandi e ci manca solo il suo esame per poter completare”. “Molti studenti scelgono di sostenere l’esame dividendolo per moduli. Ma così facendo rischi di impiegare un anno”, precisa Antonio. Appena due piani più giù, altra lingua altra letteratura! C’è la seduta di Letteratura portoghese I, II e III della prof.ssa Marina Bartoli. Tra tutti gli studenti del triennio, una decina quelli che hanno risposto all’appello. Afferma Annalaura Colucci, studentessa di Letteratura portoghese II: “il programma non è molto ampio. Il periodo storico di riferimento è tra ’600 e ’700. La difficoltà sta nel comprendere i docenti cosa vogliono e in più il libro non è abbastanza chiaro. Può capitare che chiedano argomenti che non sono sul manuale. Io mi sono aiutata con un’antologia. In tutto ci ho impiegato tre settimane. Spero che vada bene”. Ma, a quanto pare, non sono solo questi i problemi. Tre studentesse, in attesa di sostenere il secondo esame, affermano, relativamente al programma, che esistono diverse scuole di pensiero: “non c’è un punto di riferimento preciso. La professoressa lo cambia a seconda dello studente. Abbiamo provato a chiedere informazioni singolarmente durante l’orario di ricevimento ma ad ognuno riferiva una cosa diversa. Non si sa mai cosa sarà chiesto all’esame. Il manuale è pieno di autori minori e sono tante opere diverse. Ci siamo aiutate tutte o con un’antologia o con internet. La docente non è cattiva, l’andamento degli esami, però, dipende anche dal suo umore”. Lamentele anche dalle studentesse del terzo anno: “non abbiamo un corso decente. La docente ha tre cattedre, per cui fa lezione un mese per il terzo anno e un mese per il secondo in maniera alternata. Non riesce a svolgere tutti gli esami e si fa aiutare dal prof. Giovanni Ricciardi che ora è in pensione, per non parlare del fatto che le sedute si tengono a porte chiuse (una pratica diffusa all’Orientale)”. C’è tensione durante l’attesa fino a quando non esce dallo studio un’altra ragazza del III anno. “Ho preso 22 e va bene così”, afferma infastidita. Poi racconta la sua esperienza: “la docente mi ha chiesto argomenti che non erano sul libro, è molto puntigliosa”.
Spagnolo, c’è chi è al sesto tentativo 
Dalla letteratura agli esami di lingua, i cui corsi sono annuali mentre le prove si articolano in scritto ed orale. Partecipano alla sessione di febbraio solo gli studenti che non hanno sostenuto l’esame l’anno prima e sono in numero abbastanza ridotto rispetto a giugno. L’8 di febbraio è stata la volta della prova scritta di Lingua spagnola I e II. Per quanto riguarda il primo livello, sono due i docenti di riferimento: Chiara Giovannini e Gerardo Grossi. “Ho sostenuto l’esame con la prof.ssa Giovannini – spiega Chiara, studentessa del secondo anno – Sono già stata rimandata tre volte. La colpa non è tutta della docente. Il compito è strano, scende troppo nel particolare. Comunque, credo che oggi sia andata bene”. “Oggi eravamo in cinquantanove – afferma Emanuela, studentessa che tenta l’esame per la seconda volta – Io ho avuto difficoltà con la grammatica. Alcuni esercizi sono complicati, soprattutto quelli riguardanti i verbi. Il compito non è semplicissimo nemmeno per chi ha già studiato la lingua al liceo e ha già delle basi”. “Ho sostenuto quest’esame sei volte e alcuni miei colleghi l’hanno provato fino a dodici volte”, racconta Martina, studentessa di Lettere. Martina sostiene di essere vittima della disorganizzazione dell’Ateneo. “Il mio Corso di Laurea, Lingue e Culture dei Paesi del Mediterraneo, non esiste più – spiega – per cui ho cambiato molti docenti di spagnolo e tutti con programmi diversi. Questo ha sicuramente influito. Anche se devo ammettere che le cose da studiare non sono difficili. Speriamo che questa sia la volta buona, anche se non voglio sbilanciarmi troppo con i pronostici perché ogni volta che lo faccio poi le cose vanno male”. Con il prof. Grossi hanno sostenuto l’esame Lucio, Valentina e Roberto. I primi due studenti sono rispettivamente al I e al III anno fuori corso. Entrambi hanno già sostenuto l’esame due volte. “Voglio essere onesto, non avevo studiato – ammette Lucio – Inoltre, nonostante mi sia sempre esercitato, non ho mai approfondito”. “Il compito non è difficile – dice Valentina – Bisogna esercitarsi molto, soprattutto con i verbi. Bisognerebbe studiare almeno 3 o 4 ore al giorno”. Roberto, che è al secondo anno, spagnolo l’ha già studiato alle superiori: “mi sono preparato in quindici giorni. Alla fine bastano impegno, concentrazione e continuità nello studio”. Subito dopo il termine delle prove di Lingua Spagnola I, inizia lo scritto del secondo livello con la prof.ssa Francesca de Cesare. Valentina, studentessa al terzo anno, sa che questa prova sarà un po’ più complicata rispetto al primo esame perché “ci sono più verbi e più coniugazioni” e racconta di essersi molto impegnata a casa nelle esercitazioni “perché quelle in aula non bastano”. Anche Michela Tessitore deve sostenere lo stesso esame. “Sono 36 esercizi di grammatica – spiega, parlando della struttura del compito – Mi sono esercitata sui vecchi compiti”. Michela si è molto impegnata e questo la rende sicura di sé “penso di superarlo. Non è molto difficile”, dice. Marianna, studentessa al secondo anno fuori corso, viene da Ischia, quindi non ha potuto seguire il corso, anche se sa che aiuta molto ai fini dell’esame. Intanto, ha già studiato per l’orale: “il programma non è molto vasto – afferma – è sulla cultura e la storia della Spagna più venti articoli di giornale a scelta. Ovviamente tutto in lingua”. 
Marilena Passaretti
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