Con gli studenti agli esami

Nel pieno degli esami gli studenti di Lettere che affollano il terzo piano di Porta di Massa il 13 gennaio, andando nervosamente avanti e indietro nei corridoi. Sono tutti in attesa che si apra la porta di una stanza per la chiamata di un cognome che per i prenotati dell’ultima ora stenta ad arrivare e l’attesa è lunga. Emanuela, al secondo anno di Lettere Moderne, sta per sostenere l’esame di Letteratura con il prof. Matteo Palumbo: “il periodo da studiare va dalla fine del 1500 alla fine del 1800, comprende due testi di prosa: ‘La locandiera’ e ‘I Malavoglia’ e dieci parti di opere di dieci autori. Il professore è bravissimo, sarà un onore sostenere l’esame con lui, visto che è il suo ultimo anno d’insegnamento. Il corso è stato bellissimo e ogni suo esame dura almeno un’ora”. Chiara Nobis l’ha appena sostenuto e ha preso trenta e lode: “la cosa che mi è piaciuta di più del corso è stata la preparazione del docente. Spiega molto bene e ti mette a tuo agio all’esame. Fornisce spunti critici assenti nei testi, dunque seguire il suo corso ha veramente senso. Mi ha chiesto Alfieri, Foscolo e Marino”.
Ha terminato l’esame con la prof.ssa Mariantonietta Paladini, Michele, sempre al secondo anno di Lettere Moderne, che ha preso un bel 28: “vengo dal Liceo Classico, quindi il latino lo conosco. In ogni caso oggi la media degli esami è stata del 26, visto che ci siamo presentati tutti al primo appello. Presentarsi alla prima data vuol dire avere coraggio da vendere, perché non è semplice studiare in un mese testi che partono dalle origini della Letteratura latina per arrivare ad Ovidio con 1500 versi di poesia e 65 paragrafi di prosa, il tutto conoscendo bene la metrica, a cui la professoressa tiene molto”. Michele desidera sottolineare che non è un esame impossibile e la docente non è severa: “il programma è ampio, quindi terminarlo in breve tempo risulta difficile, perciò seguire il corso è indispensabile, poiché la professoressa aggiunge spunti interessanti che non ci sono sui libri, oltre a dare indicazioni su bibliografia e sitografia utili al superamento dell’esame, ma anche a un semplice approfondimento che esuli dalla prova”. L’esame richiede di sicuro competenze acquisite in precedenza: “per chi non le avesse, consiglio di seguire i corsi di base gratuiti istituiti dal Dipartimento. La professoressa mi ha chiesto: poesie di Catullo, un paragrafo di Cicerone, versi delle Bucoliche e di Ovidio. Vuole la traduzione, la lettura metrica, il commento grammaticale e la contestualizzazione dell’opera con una domanda su un saggio, il tutto in 25 minuti in media”.
Rosaria, al terzo anno, è reduce dall’esame di Storia Moderna con il prof. Giovanni Muto: “eravamo una sessantina, infatti il mio esame è finito alle 18.00. È stato un sacrificio a livello emotivo, poiché si vive uno stato d’ansia dalle 10.00 alla sera. Per fortuna è andato bene con 27, il voto più alto della giornata, dopo molti bocciati e diversi voti bassi. Le mie domande sono state sulle istituzioni della Controriforma, la soppressione dei gesuiti e la differenza tra il tribunale dell’Inquisizione romano e spagnolo, poi qualcosa sulla Rivoluzione francese e sui saggi in programma. È durato circa 20 minuti il mio, ma altri esami duravano anche un’ora e mezza, quando il professore voleva aiutare chi stava andando male”.
Al primo anno di Filosofia, Gisella ha appena superato l’esame di Filosofia Morale con il prof. Marco Ivaldo: “il suo corso mi è piaciuto molto, perché con un’impostazione interattiva e stimolante. Aiutava a riflettere. La prima parte dell’esame si è svolta con l’assistente, la seconda con il docente. Mi ha chiesto il Giudizio secondo Hannah Arendt e il senso comune”.
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