Un concorso di idee verso il futuro, con lo sguardo fisso al sole. Non è un caso che il nome del progetto in questione sia SEED, parola che in inglese vuol dire seme e che in questo caso sta per Sustenaible Energy Efficient Design; una gara nazionale di architettura, arrivata questo mese alla conclusione, che aveva come tema la sostenibilità e l’efficienza energetica, con un particolare focus sull’energia solare. Una competizione che ha visto la SUN portare a casa un bel bottino di premi, con un terzo posto e diverse menzioni speciali, consegnate tutte durante una cerimonia ad hoc tenutasi ad Aversa il 5 maggio.
L’orizzonte? Il concorso internazionale Solar Decathlon Europe, la trasposizione ufficiale europea di una gara sugli stessi temi organizzata periodicamente dal Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti d’America. Nel vecchio continente la competizione si tiene negli anni pari, e l’idea alla base di SEED era quella di mettere insieme più università sul territorio nazionale per presentare una candidatura congiunta del team Italia all’edizione del 2016. È la prof.ssa Antonella Violano, responsabile del progetto per la Seconda Università, che ci illumina sulla questione: “Il bando non è ancora uscito, quindi probabilmente la data del 2016 slitterà. In ogni caso si era deciso che ci sarebbe stato comunque un concorso nazionale per studenti, che servisse appunto da preparazione alla prossima edizione. L’abbiamo organizzato insieme ad altre sei Università italiane: il Politecnico di Milano, che ha avuto il ruolo di coordinatore, le Università di Genova, Messina, Firenze, Pescara e Reggio Calabria. Abbiamo concordato il tema e siamo partiti”. Circa 300 il totale dei progetti elaborati nelle aule dei vari Dipartimenti di Architettura nell’ambito dei corsi laboratoriali, un numero dal quale è partita una scrematura che ha prodotto i numeri della premiazione: 22 progetti originali e 3 tesi di laurea. Di questi 25 gruppi selezionati, 4 sono aversani: “La SUN ha collezionato tre menzioni speciali e anche il terzo posto assoluto tra tutti i progetti. Sicuramente un risultato notevole: si trattava di presentare tre tavole e due elaborati A3, uno dedicato al concept progettuale e l’altro agli aspetti più propriamente energetici. Il lavoro è stato molto dettagliato e approfondito, e gli studenti che hanno partecipato, sia dalla quinquennale in Architettura che dai Corsi Magistrali AIDA/APIA, sono stati davvero bravi. Sono orgogliosa di tutti loro”.
La premiazione ha coinvolto quattro delle Università che hanno preso parte al progetto, con le altre tre pronte ad attivare i corsi di laboratorio associati alla gara solo nel secondo semestre. La cerimonia si è svolta separatamente in ognuna delle quattro sedi universitarie per questioni di budget, ma in una scelta simile si può intravedere anche la volontà di dare la maggiore rilevanza pubblica possibile a tutti i lavori selezionati. Il Politecnico di Milano ha inviato gli attestati che sono stati consegnati durante la mattinata agli studenti vincitori, a cui sono stati donati anche, per tutti – classificati e menzionati – alcuni libri di testo. Ultimo premio, ma stavolta per tutti i partecipanti: la pubblicazione. È praticamente completo il volume che raccoglierà tutti i lavori arrivati, lavori che verranno anche pubblicati in un numero monografico di una rivista scientifica.
Menzione laboratorio dunque per i lavori di due dei gruppi proposti dalla SUN. Il primo, chiamato Grafting, è stato elaborato nell’ambito del Laboratorio di progettazione architettonica del prof. Lorenzo Capobianco, e porta la firma di sei studenti: Aurelia Amatucci, Pellegrino Buonopane, Rosita Buonopane, Mario Morlando, Valentina Sapio e Pierangelo Sorvillo. Il secondo si chiama Sheelwood House, ed è stato ideato per il Laboratorio di costruzione dell’architettura tenuto dal prof. Sergio Rinaldi all’interno del Corso di Laurea quinquennale. Tre gli studenti nel gruppo ideatore: Giada Altieri, Pasquale Pianese, Michele Mellino. Ancora una menzione, stavolta per una tesi di Laurea Magistrale con un nome eloquente: House like a tree, di Veronica Montaniero, Lucia Melchiorre e Francesca Verde. Loro tutor è stata la prof.ssa Violano.
Infine i vincitori della medaglia di bronzo. O meglio le vincitrici, perché si tratta di un team composto da tre studentesse del Corso AIDA, la Magistrale di due anni impartita in lingua inglese, all’interno del laboratorio sulle tecnologie sostenibili per gli interni tenuto sempre dalla prof.ssa Violano.
L’orizzonte? Il concorso internazionale Solar Decathlon Europe, la trasposizione ufficiale europea di una gara sugli stessi temi organizzata periodicamente dal Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti d’America. Nel vecchio continente la competizione si tiene negli anni pari, e l’idea alla base di SEED era quella di mettere insieme più università sul territorio nazionale per presentare una candidatura congiunta del team Italia all’edizione del 2016. È la prof.ssa Antonella Violano, responsabile del progetto per la Seconda Università, che ci illumina sulla questione: “Il bando non è ancora uscito, quindi probabilmente la data del 2016 slitterà. In ogni caso si era deciso che ci sarebbe stato comunque un concorso nazionale per studenti, che servisse appunto da preparazione alla prossima edizione. L’abbiamo organizzato insieme ad altre sei Università italiane: il Politecnico di Milano, che ha avuto il ruolo di coordinatore, le Università di Genova, Messina, Firenze, Pescara e Reggio Calabria. Abbiamo concordato il tema e siamo partiti”. Circa 300 il totale dei progetti elaborati nelle aule dei vari Dipartimenti di Architettura nell’ambito dei corsi laboratoriali, un numero dal quale è partita una scrematura che ha prodotto i numeri della premiazione: 22 progetti originali e 3 tesi di laurea. Di questi 25 gruppi selezionati, 4 sono aversani: “La SUN ha collezionato tre menzioni speciali e anche il terzo posto assoluto tra tutti i progetti. Sicuramente un risultato notevole: si trattava di presentare tre tavole e due elaborati A3, uno dedicato al concept progettuale e l’altro agli aspetti più propriamente energetici. Il lavoro è stato molto dettagliato e approfondito, e gli studenti che hanno partecipato, sia dalla quinquennale in Architettura che dai Corsi Magistrali AIDA/APIA, sono stati davvero bravi. Sono orgogliosa di tutti loro”.
La premiazione ha coinvolto quattro delle Università che hanno preso parte al progetto, con le altre tre pronte ad attivare i corsi di laboratorio associati alla gara solo nel secondo semestre. La cerimonia si è svolta separatamente in ognuna delle quattro sedi universitarie per questioni di budget, ma in una scelta simile si può intravedere anche la volontà di dare la maggiore rilevanza pubblica possibile a tutti i lavori selezionati. Il Politecnico di Milano ha inviato gli attestati che sono stati consegnati durante la mattinata agli studenti vincitori, a cui sono stati donati anche, per tutti – classificati e menzionati – alcuni libri di testo. Ultimo premio, ma stavolta per tutti i partecipanti: la pubblicazione. È praticamente completo il volume che raccoglierà tutti i lavori arrivati, lavori che verranno anche pubblicati in un numero monografico di una rivista scientifica.
Menzione laboratorio dunque per i lavori di due dei gruppi proposti dalla SUN. Il primo, chiamato Grafting, è stato elaborato nell’ambito del Laboratorio di progettazione architettonica del prof. Lorenzo Capobianco, e porta la firma di sei studenti: Aurelia Amatucci, Pellegrino Buonopane, Rosita Buonopane, Mario Morlando, Valentina Sapio e Pierangelo Sorvillo. Il secondo si chiama Sheelwood House, ed è stato ideato per il Laboratorio di costruzione dell’architettura tenuto dal prof. Sergio Rinaldi all’interno del Corso di Laurea quinquennale. Tre gli studenti nel gruppo ideatore: Giada Altieri, Pasquale Pianese, Michele Mellino. Ancora una menzione, stavolta per una tesi di Laurea Magistrale con un nome eloquente: House like a tree, di Veronica Montaniero, Lucia Melchiorre e Francesca Verde. Loro tutor è stata la prof.ssa Violano.
Infine i vincitori della medaglia di bronzo. O meglio le vincitrici, perché si tratta di un team composto da tre studentesse del Corso AIDA, la Magistrale di due anni impartita in lingua inglese, all’interno del laboratorio sulle tecnologie sostenibili per gli interni tenuto sempre dalla prof.ssa Violano.
La casa di lego
“Il nostro progetto era anche un po’ simpatico, forse questo aspetto è piaciuto alla giuria”. È Eva Cicone che parla, 24 anni, di Telese, una delle tre studentesse in questione, che ci spiega l’idea alla base del loro modulo abitativo: “L’abbiamo chiamato Legohouse, la casa di lego. Abbiamo utilizzato i container da spedizioni e ci abbiamo giocato come fossero dei mattoncini smontabili. In Italia i container sono associati al degrado, alle emergenze, invece nel resto dell’Europa vengono utilizzati in molti contesti. Probabilmente questo è stato un elemento di novità che la giuria ha voluto premiare”. Rossella Martone ha 24 anni ed è di Portico di Caserta: “Il concorso era all’interno del laboratorio della professoressa Visone. A noi il tema della sostenibilità e dell’energia solare piaceva molto, però c’è da dire che lei è riuscita davvero a trasmetterci l’entusiasmo necessario a lavorare al progetto. La premiazione è stato un momento abbastanza surreale, perché per noi era la prima volta. Una soddisfazione, ma è stato strano”. Squadra che vince non si cambia, e allora Chiara Marino, 26 anni, di Caserta, racconta delle prossime tappe che le tre ragazze si troveranno ad affrontare: “A fine maggio partiremo per Atene, dove lavoreremo alla nostra tesi di laurea. Il nostro tutor sarà sempre la prof.ssa Visone, e tramite alcuni suoi contatti andremo in un laboratorio di tecnologie dove probabilmente affronteremo proprio questi temi. Lavoreremo ancora insieme, e poi ognuna di noi tratterà un argomento specifico di quello che andremo a studiare in Grecia”. Non finisce qui, quindi, e chissà che con il sole della penisola greca i semi della SUN non arrivino presto a germogliare.
Valerio Casanova
Valerio Casanova