E’ nato il documento dei rappresentanti degli studenti che costituirà base privilegiata di discussione per la riforma dei programmi d’esame in sede di Consiglio di Facoltà. Lungamente studiato e redatto con una certa cura dai consiglieri Vittorio Pietropinto ed Antonio Esposito, lo scritto pone l’attenzione su alcune questioni già dibattute in seno alla commissione didattica.
Eccessiva vastità dei programmi d’esame, difformità tra i programmi relativi ad uno stesso insegnamento, particolare difficoltà per gli studenti del primo anno ad affrontare lo studio di discipline fondamentali ed acquisire una conoscenza e padronanza del linguaggio tecnico-giuridico, non sufficiente offerta didattica a fronte dell’elevato numero di iscritti presso la facoltà, rapporto tra docenti e allievi: questi i punti fermi attorno ai quali dovrà ruotare la riforma, secondo gli studenti.
Altro problema sollevato dal documento è rappresentato dalla mancanza di coordinamento interdisciplinare che sarebbe causa di una richiesta allo studente di concentrare la propria attenzione, nello studio di una materia, su argomenti che costituiscono il programma d’esame di un’altra materia. E’ portato l’esempio del Diritto del lavoro, comprendente lo studio del Diritto sindacale, ma non sono fatti salvi neanche insegnamenti di area privatistica (Istituzioni di diritto privato, Diritto commerciale, Diritto civile) o pubblicistica (Diritto costituzionale, Diritto amministrativo, Diritto internazionale).
Per quanto riguarda la difformità dei programmi tra le varie cattedre, emblematici sono gli esempi di Filosofia del Diritto, Diritto costituzionale, Diritto civile, Diritto amministrativo, Istituzioni di diritto privato ecc.
E ancora le Istituzioni di diritto privato e Diritto costituzionale sono nel mirino degli studenti per quanto riguarda le difficoltà che le matricole troverebbero nello studiarle. Ai docenti si richiede espressamente una maggiore propensione alla spiegazione minuziosa delle parti più impegnative del programma, unitamente al taglio di alcune parti dello stesso, giudicate troppo al di fuori della portata di ragazzi che si stanno appena affacciando allo studio di materie giuridiche.
Nel documento viene anche fatto un cenno alla possibilità di semestralizzare taluni insegnamenti più complessi, sistema che permetterebbe l’anticipo dell’inizio dei corsi al mese di settembre. Un vantaggio proprio per le matricole che da subito potrebbero immergersi nello studio del diritto. Offerta didattica alternativa a quella della semestralizzazione degli esami potrebbe essere quella che prevede nel periodo settembre-novembre un corso di orientamento alle materie giuridiche per i nuovi iscritti che sia mirato proprio ad offrire loro il metodo di studio di cui necessitano.
In chiusura del documento i rappresentanti degli studenti chiedono poi di aggiornare l’ordinamento didattico e adattarlo alle nuove esigenze formative in campo giuridico; il riferimento è diretto allo studio del diritto delle comunità europee e di una ulteriore lingua europea. Materie che ci si augura possano presto entrare a far parte integrante della preparazione dello studente di Giurisprudenza del nuovo millennio.
Eccessiva vastità dei programmi d’esame, difformità tra i programmi relativi ad uno stesso insegnamento, particolare difficoltà per gli studenti del primo anno ad affrontare lo studio di discipline fondamentali ed acquisire una conoscenza e padronanza del linguaggio tecnico-giuridico, non sufficiente offerta didattica a fronte dell’elevato numero di iscritti presso la facoltà, rapporto tra docenti e allievi: questi i punti fermi attorno ai quali dovrà ruotare la riforma, secondo gli studenti.
Altro problema sollevato dal documento è rappresentato dalla mancanza di coordinamento interdisciplinare che sarebbe causa di una richiesta allo studente di concentrare la propria attenzione, nello studio di una materia, su argomenti che costituiscono il programma d’esame di un’altra materia. E’ portato l’esempio del Diritto del lavoro, comprendente lo studio del Diritto sindacale, ma non sono fatti salvi neanche insegnamenti di area privatistica (Istituzioni di diritto privato, Diritto commerciale, Diritto civile) o pubblicistica (Diritto costituzionale, Diritto amministrativo, Diritto internazionale).
Per quanto riguarda la difformità dei programmi tra le varie cattedre, emblematici sono gli esempi di Filosofia del Diritto, Diritto costituzionale, Diritto civile, Diritto amministrativo, Istituzioni di diritto privato ecc.
E ancora le Istituzioni di diritto privato e Diritto costituzionale sono nel mirino degli studenti per quanto riguarda le difficoltà che le matricole troverebbero nello studiarle. Ai docenti si richiede espressamente una maggiore propensione alla spiegazione minuziosa delle parti più impegnative del programma, unitamente al taglio di alcune parti dello stesso, giudicate troppo al di fuori della portata di ragazzi che si stanno appena affacciando allo studio di materie giuridiche.
Nel documento viene anche fatto un cenno alla possibilità di semestralizzare taluni insegnamenti più complessi, sistema che permetterebbe l’anticipo dell’inizio dei corsi al mese di settembre. Un vantaggio proprio per le matricole che da subito potrebbero immergersi nello studio del diritto. Offerta didattica alternativa a quella della semestralizzazione degli esami potrebbe essere quella che prevede nel periodo settembre-novembre un corso di orientamento alle materie giuridiche per i nuovi iscritti che sia mirato proprio ad offrire loro il metodo di studio di cui necessitano.
In chiusura del documento i rappresentanti degli studenti chiedono poi di aggiornare l’ordinamento didattico e adattarlo alle nuove esigenze formative in campo giuridico; il riferimento è diretto allo studio del diritto delle comunità europee e di una ulteriore lingua europea. Materie che ci si augura possano presto entrare a far parte integrante della preparazione dello studente di Giurisprudenza del nuovo millennio.