Come ogni partenza significativa, quella del Corso di studi Magistrale in Design per l’ambiente costruito, la novità didattica di Architettura per l’anno accademico 2015–2016, è in piena fase di rodaggio. Non tanto per quanto concerne i docenti, che hanno idee ed obiettivi ben chiari, quanto per quello che riguarda gli studenti. Avranno bisogno ancora di tempo per conoscere la proposta formativa e per valutarla al meglio. Lo si è capito il 30 settembre, data della prima presentazione ai potenziali immatricolati da parte dei professori. Alle 10.00, orario di inizio dell’evento, c’era in aula un solo studente. Nulla di grave, se si considera che non c’è stato tanto tempo per pubblicizzare il nuovo Corso di studi, la cui approvazione definitiva risale a luglio. In ogni caso, è il segnale che bisognerà moltiplicare gli sforzi per illustrare le caratteristiche di Design agli studenti. I corsi del primo semestre del primo anno inizieranno il 9 novembre. Ottanta i posti a disposizione. Giuseppe D’Alessandro, lo studente che era in aula alle 10 in punto il 30 settembre, per partecipare all’incontro di presentazione, è un laureato Triennale in Scienze dell’architettura. “Sono qui per capire – racconta – se vale la pena immatricolarmi. Io lavoro già come visual designer in una società che costruisce arredi in carta e materiali riciclati per le fiere e per i convegni. La proposta di questo Corso in Design mi affascina, anche perché è ben diversa da una delle varie scuole di Design attivate in Italia. Qui c’è il bollino della Federico II, che è una garanzia. Ovviamente, devo valutare se è compatibile con il lavoro che svolgo. Qualora non lo sia, dovrò capire se è il caso di rinunciare al lavoro oppure no. Oggi sono qui anche per questo”. Prosegue: “Tra l’altro, ho preso casa a Fisciano, dove vivo con la mia ragazza e dove sono relativamente vicino a Nocera, la sede dell’azienda. Se mi iscrivo a Design, devo cambiare casa. Sacrifici che si fanno, purché appunto ne valga davvero la pena”. Design è un Corso di studi le cui lezioni si svolgeranno in inglese. Un particolare che non scoraggia D’Alessandro: “Me la cavo abbastanza bene, credo di avere una preparazione linguistica decorosa. Pare che ci sarà un test di valutazione, staremo a vedere i risultati quali saranno”.
In attesa che arrivi qualche altro aspirante immatricolato, il prof. Alfonso Morone, che insegna Design, scherza con i suoi colleghi: “Mi sa che oggi saremo più docenti che studenti”. Una delle motivazioni che hanno spinto Architettura a farsi promotrice dell’attivazione del Corso, sottolinea, è di adempiere al ruolo, che l’università deve svolgere, di promozione economica e sociale sul territorio. “Noi del gruppo del Design della Federico II – ricorda – avevamo una rete di relazioni e contatti con aziende. Ci sono ancora, queste aziende, ma hanno la testa, i centri decisionali, lontano da Napoli. Il Corso di Design per l’ambiente costruito può essere una opportunità importante per attirare nuovamente sul territorio i centri decisionali di quelle aziende che hanno lasciato Napoli e la Campania”. La caratteristica che non può mancare ad un buon designer e, di conseguenza, ad uno studente che aspiri a diventare tale? “Senza dubbio – risponde il prof. Morone – la curiosità e l’apertura mentale”.
Fabrizio Geremicca
In attesa che arrivi qualche altro aspirante immatricolato, il prof. Alfonso Morone, che insegna Design, scherza con i suoi colleghi: “Mi sa che oggi saremo più docenti che studenti”. Una delle motivazioni che hanno spinto Architettura a farsi promotrice dell’attivazione del Corso, sottolinea, è di adempiere al ruolo, che l’università deve svolgere, di promozione economica e sociale sul territorio. “Noi del gruppo del Design della Federico II – ricorda – avevamo una rete di relazioni e contatti con aziende. Ci sono ancora, queste aziende, ma hanno la testa, i centri decisionali, lontano da Napoli. Il Corso di Design per l’ambiente costruito può essere una opportunità importante per attirare nuovamente sul territorio i centri decisionali di quelle aziende che hanno lasciato Napoli e la Campania”. La caratteristica che non può mancare ad un buon designer e, di conseguenza, ad uno studente che aspiri a diventare tale? “Senza dubbio – risponde il prof. Morone – la curiosità e l’apertura mentale”.
Fabrizio Geremicca