Dalle risorse umane alla psicometria: tante strade dopo la laurea

Si parla del post-laurea a Psicologia nel seminario ‘Qualcosa là fuori’, erogato su Teams lo scorso 26 maggio. Un dubbio che attanaglia spesso gli studenti dopo aver terminato il percorso di studi, ma anche durante, è infatti: “e ora cosa faccio? Come continuo? Mi butto nel mondo del lavoro o continuo con la formazione?”. L’evento nasce quindi per “sondare un po’ il mondo là fuori –  dice il prof. Andrea Millefiorini, ordinario di Sociologia che dell’evento ne è il curatore – perché oltre la crisi e oltre l’incertezza, là fuori qualcosa continua a muoversi e, anzi, credo che il futuro offrirà molte più risorse agli psicologi rispetto a oggi”. Moderatrice dell’incontro è la dott.ssa Chiara Ambrosio che dopo i saluti del Direttore del Dipartimento, prof. Luigi Trojano, passa la parola alla dott.ssa Alessandra Ghilardini, delegata alle Risorse umane dell’azienda Capgemini, leader mondiale nel supporto alle imprese nella loro conversione al digitale e nella pianificazione business che fa leva sul potere della tecnologia. “Le risorse umane sono una fonte indispensabile per ogni azienda, perché sono un settore specializzato nella gestione del capitale umano e nel reclutamento del nuovo personale”, racconta la dott.ssa Ghilardini. È chiaro – continua – che per poter svolgere al meglio questo lavoro è necessario aver acquisito capacità e competenze “che, per inciso, trovano il loro miglior riflesso in una laurea in Psicologia”. Il processo di selezione del personale alla Capgemini, che cura gli interessi di noti marchi dei settori dell’automotive, della comunicazione, dell’aeronautica, del consumo, dell’energia, “passa dapprima dalla sezione carriera del nostro website, dove gli interessati possono trovare le posizioni aperte e candidarsi oppure inviare il proprio curriculum vitae nell’attesa che si aprano nuove posizioni”. Per essere assunti si affronta un processo in cinque fasi, “che prevede un primo contatto telefonico nel quale, dopo una conoscenza sommaria, si passa all’assessment, cioè al primo colloquio conoscitivo dopo il quale si svolgerà il colloquio tecnico, che serve appunto a valutare il profilo delle competenze del candidato. Si ha poi un ultimo colloquio attitudinale prima dell’assunzione vera e propria”. Ghilardini conclude: “questo è uno dei modi in cui la laurea in Psicologia può essere spendibile”. A lavorare sempre per Capgemini è l’esperto di Soft metrology e qualità percepita, dott. Carlo Acanfora, laureato proprio presso il Dipartimento di Psicologia della Vanvitelli. “La qualità di ogni oggetto è subordinata a un giudizio soggettivo di difficile misurazione – racconta – La Soft metrology è un’attività che si propone di renderlo oggettivo. Prendiamo l’esempio del rumore prodotto dalla macchina del caffè, non tutti lo percepiscono allo stesso modo, e il mio compito è quello di farle emettere un rumore che sia gradevole per la maggior parte degli utenti”. Per fare questo esistono numerosi test, i quali si possono applicare a numerosissimi oggetti e contesti: “oltre ai test personali, durante i quali facciamo sentire dei rumori ai potenziali clienti di un’azienda e chiediamo loro quale sia più gradevole, ci avvaliamo della realtà virtuale facendo immergere l’individuo in un contesto e monitorando le sue reazioni tramite tecniche di eye-tracking, cioè osservando dove va a posarsi lo sguardo”. Scopo della Soft metrology è quindi quello di indagare il modo in cui l’oggetto che un’azienda vuole vendere viene percepito dai cinque sensi del potenziale cliente, dunque migliorarlo perché raggiunga la massima soglia di gradimento. Possibili applicazioni della Soft metrology riguardano ad esempio la piacevolezza tattile del volante, il design di un prodotto, l’ergonomia visiva e la qualità percepita della seduta di un mezzo di trasporto. “Questa è una delle possibili evoluzioni della psicometria, e quindi una possibilità da valutare per i laureati in Psicologia”, conclude il dott. Acanfora. Tornando invece sul tradizionale, la dott.ssa Filomena Dello Iacono esce dalla Scuola di Psicoterapia e, dopo una prima grande delusione per non aver passato subito l’esame di abilitazione professionale, riesce ad affermarsi come psicoterapeuta di orientamento sistemico-relazionale: “una delle possibilità più valutate è quella di intraprendere la Scuola di Psicoterapia, ma non si tratta di un percorso così facile – dice – Gli anni di studio sono molti e spesso, specialmente di fronte ad alcuni piccoli fallimenti, subentra lo sconforto. Oggi, tuttavia, sono molto contenta di aver intrapreso quella strada, la mia carriera è consolidata e sto avendo grandi soddisfazioni”. Il metodo sistemico-relazionale si occupa di indagare il comportamento dell’individuo entro determinati contesti, che possono essere quello familiare, quello lavorativo, o un contesto più ampio entro il quale egli è cresciuto e si è sviluppato. Gli approcci metodologici alla psicoterapia sono molti, e “ognuno sceglie quello che più riflette il suo modo di essere. Ognuno dovrebbe prima di tutto considerare in cosa ha veramente passione e poi portarlo avanti con ogni mezzo”. Il messaggio più importante da trasmettere, sottolinea la dott.ssa Dello Iacono, è che “a volte si può essere sconfortati perché quello che facciamo sembra non approdare mai ad alcun porto, ma è proprio in quel momento che dobbiamo essere costanti e portare avanti il progetto che ci siamo ripromessi di portare a compimento”. Le occasioni ci sono, le fa eco il prof. Millefiorini, “basta guardarsi intorno e non lasciarsi sopraffare dallo sconforto. Lo psicologo è una figura di grande importanza, specialmente in un mondo in rapido cambiamento come il nostro”.
Nicola Di Nardo
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