Di escursione in escursione per apprendere il mestiere di geologo

Nel magnifico scenario del cortile di San Marcellino, gli studenti di Scienze Geologiche si apprestano a sostenere l’esame di Petrografia, e nell’attesa di essere chiamati prendono il sole, fanno merenda, ripassano. “Noi siamo il passato e il futuro”, così uno di loro descrive ciò che studia. Le Scienze Geologiche vengono spesso associate a terremoti e vulcani, ma è un po’ riduttivo, viste le diverse branche d’interesse che contengono. Gli studenti che le praticano non seguono soltanto i corsi in aula, ma ogni due mesi partecipano ad escursioni per studiare la materia oggetto d’esame su campo. “Siamo il passato perché studiamo i fossili, le origini della Terra, e il futuro perché possiamo prevedere cosa le accadrà e come migliorare il nostro pianeta”, dice Federico. Tra le escursioni previste, diverse hanno suscitato l’interesse degli studenti. “Per l’escursione di Petrografia siamo andati sul Monte Vulture, in Basilicata. Abbiamo identificato faglie e classificato rocce. Le picconiamo per aprirle e con una piccola lente d’ingrandimento ne analizziamo un campione”, descrive Amedeo Nunziata, studente del terzo anno. “Se il campione è interessante, lo portiamo in laboratorio per studiarlo al microscopio”, aggiunge. Un’altra escursione che ha riscosso successo è stata quella di Paleontologia a Pietraroja, in provincia di Caserta. “In questo caso abbiamo riconosciuto fossili e microfossili nelle rocce sedimentarie”, commenta Filomena Iervolino, sempre del terzo anno. Diversa invece l’escursione di Rilevamento Geologico a Torre Orsaia, nel Cilento. “Qui l’obiettivo era quello di studiare i rischi ambientali del territorio, come frane e smottamenti. Per farlo bisogna prima osservare le carte geomorfologiche e poi controllare sul posto se c’è una faglia, se il versante è inclinato o se ci sono falde acquifere sotto i sedimenti, che alla lunga possono provocare frane”, aggiunge Amedeo. Rischio Ambientale è la branca più gettonata, perché, un po’ come un supereroe, fa in modo che si eviti la catastrofe. Rita Tufano, specializzanda in Rischi Idrogeologici, descrive l’interessante escursione prevista per il corso di Fotogeologia a Contursi Terme. “Divisi in quattro gruppi da quattro persone, dopo aver fatto fotointerpretazione in aula, che vuol dire riconoscere litologie da foto aeree e riportarle su carta, abbiamo applicato su campo le nostre conoscenze, differenziando le litologie calcaree da quelle non calcaree”. Non è l’unico corso che prevede lo studio delle carte geologiche, infatti anche per Rilevamento Geologico bisogna usarle. “Il vero lavoro del geologo è soprattutto quello di costruire carte, grazie alle quali si misura il limite, cioè il cambiamento tra una tipologia di rocce e un’altra, che può verificarsi anche dopo pochi metri”, spiega Chiara Gargiulo del terzo anno. Per analizzare le rocce talvolta si usa anche la saliva. Ridono gli studenti del secondo anno, Giuliana Buongiovanni, Salvatore Dominech e Chiara Barone, mentre spiegano questa particolarità del geologo. “Durante l’escursione di Sedimentologia sul Matese confesso di aver quasi leccato la roccia, diciamo che l’ho bagnata con la saliva, perché bagnandola si vedono meglio i granuli e i fossili e si può meglio datare”, rivela Salvatore.
Un mestiere, quello del Geologo, non di sicuro facile ma molto utile. Anche se racchiude una dolorosa realtà. “Siamo sempre costretti a spostarci. Il geologo per antonomasia lavora sul luogo che richiede un intervento. In Italia, purtroppo, pur essendoci molto bisogno di figure come la nostra, mancano le risorse, quindi quando intendo ‘spostarci’ intendo all’estero”, conclude Chiara.
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