Previsioni meteo dall’Osservatorio dell’Università

La passione per le previsioni meteo prende sempre più persone. Però gli Osservatori spesso hanno scarsa visibilità. Alla Federico II, fiore all’occhiello del Dipartimento di Scienze della Terra nella sede di S. Marcellino, c’è il quarto più antico Osservatorio italiano, come lunghezza di attività, dopo quelli di Padova, Roma e Genova. La struttura si trova in cima alla sede di Scienze Geologiche e, oltre ad essere perfettamente funzionante, ha un panorama mozzafiato. “Il nostro Osservatorio è stato fondato con decreto dittatoriale il 29 ottobre 1860, quando Giuseppe Garibaldi è arrivato a Napoli. La prima cattedra di Meteorologia è stata affidata al prof. Luigi Palmieri”, spiega il prof. Adriano Mazzarella, responsabile della struttura. Il docente è noto anche per le sue pillole meteorologiche del giovedì su Geo & geo, il programma televisivo di Rai3, quali, ad esempio, “L’influenza dei vulcani sul clima e la sconfitta di Napoleone”, o “I mesi dell’anno e Numa Pompilio”, in più è autore di un interessante libretto dal titolo “Meteo…Mania”, dove si descrive il meteo e il clima nel quotidiano e nella storia. “Da 150 anni registriamo le previsioni della zona del centro di Napoli. Conosciamo il suo microclima e lo confrontiamo con quello di cento anni fa, di cui possediamo le attestazioni su registri”. La rubrica del docente “Napoli ieri, cento anni fa e oggi”, sul quotidiano La Repubblica, si occupa proprio di confrontare il clima attuale con quello di 100 anni fa. “Basti pensare che il 16 maggio del secolo scorso era più caldo di quello di quest’anno, per capire che l’uomo è responsabile solo dell’inquinamento, non dello spostamento delle masse d’aria”. Allievo del professore, il conosciuto volto televisivo Andrea Giuliacci, che ha seguito un dottorato in Meteorologia alla Federico II, unico Ateneo ad occuparsi della materia. Tra le passioni del docente, c’è anche quella di stabilire, grazie ai parametri rilevati dall’Osservatorio, che tempo faceva al momento della nascita dei personaggi illustri. “Ricordo di aver rilevato le condizioni meteo alla nascita del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano (il 29 giugno 1925). Al suo ottantesimo compleanno gli ho inviato una pergamena con queste informazioni dettagliate, per la quale mi ha gentilmente ringraziato”.
Prima la scienza meteorologica non era così avanzata, infatti nel 1600 si credeva che comprendesse anche fenomeni endogeni, quali terremoti ed eruzioni. Non deve stupire quindi che l’Osservatorio Vesuviano, fondato nel 1841, fosse chiamato Osservatorio Meteorologico. Le cose erano molto diverse anche all’Università, racconta il dott. Raffaele Viola, responsabile tecnico dell’Osservatorio, mentre illustra i vari macchinari che lo compongono. “Tanti anni fa i professori vivevano nei dipartimenti con le loro famiglie, non c’era una differenziazione tra studio e casa. In quest’Osservatorio si facevano tre rilevazioni al giorno, una delle quali alle ore 21.00. Ora abbiamo un aggiornamento della situazione meteo ogni trenta secondi”, afferma mentre sfoglia gli enormi registri del secolo scorso, contenenti calcoli fatti a mano. Dal sito dell’Osservatorio, www.meteo.unina.it, è possibile tenersi aggiornati sulla situazione meteo in tempo reale, grazie ai dati provenienti dal satellite. L’Osservatorio, infatti, è ricco di strumenti collegati direttamente ai computer, quali l’igrometro, che rileva l’umidità nell’ambiente, il termometro, il radiometro, “che ha un sensore per i raggi UVB”, il pluviometro e il barometro, che serve a calcolare la pressione atmosferica. Che l’aria abbia una sua pressione si sa, ma vederla sparata da un cannone è tutt’altra cosa. “Questo è un cannone spara aria israeliano, che, se ti metti a distanza, ti fa avvertire che l’aria può essere tanto pesante da colpirti”, commenta il dott. Viola, che, soddisfatto, torna alla sua postazione per tenerci aggiornati sul meteo dei prossimi giorni, sperando che il pluviometro non ci dia cattive notizie.
Allegra Tagliatela
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