Aria di tensione, visi stanchi e preoccupati, vocio di sottofondo che si spezza solo con l’annuncio del prossimo candidato: lo scenario dell’ultimo appello di Istituzioni di diritto privato, esame da 10 crediti, un incubo per quanti, dal primo anno, se lo trascinano per tutto il triennio. E se tra i banchi dell’aula A4 siedono studenti che imperterriti ripetono e rileggono a bassa voce gli appunti presi durante il corso, nei corridoi la situazione non va meglio. Poche le reazioni di soddisfazione, molte quelle di avvilimento e di ansia.
“A gennaio ho preparato Statistica, esame scritto a cui ho preso 24, e ho avuto solo due settimane per preparare Privato ed oggi non l’ho superato – racconta Luigi Cutolo, iscritto al secondo anno di Economia aziendale –L’impatto con un libro di circa 1200 pagine non è semplice, ma chi vuole ridurre i tempi di studio può rimediare con i compendi”. Il rischio, però, oltre ad essere quello di presentarsi all’esame con una conoscenza superficiale della materia, è di suscitare le reazioni della cattedra, contraria, come tante, alla ‘corsa ai ripari’ con testi alternativi a quelli previsti dal programma, “proprio perché sono troppo sintetici e privi di molte spiegazioni”. “Sono tante le nozioni da studiare, così come gli articoli – aggiunge – ma ricordarli a memoria è impossibile, credo sia più semplice seguire una propria logica! Inoltre, la cattedra è molto attenta ai termini giuridici utilizzati nell’esposizione dell’argomentazione e questo non ci agevola”. Luigi è fiducioso e si promette di andare più preparato al prossimo appello.
Prossima ad entrare in aula, invece, è Laura B., iscritta al terzo anno, piuttosto preoccupata: “al primo anno, dopo aver seguito il corso, ho provato a darlo ma senza successo perché – ammette – non ero abbastanza preparata e così mi sono concentrata su altri esami. La seconda volta, invece, ho rifiutato il 18, scelta consigliatami anche dai docenti perché il voto avrebbe abbassato la mia media del 26. È una materia corposa. Oltre alla difficoltà nel ricordare tanti concetti, mi preoccupano gli assistenti che sono abbastanza esigenti e puntigliosi”. Laura, infatti, spiega che l’esame si snoda “in una prima parte con un’assistente e la seconda con la prof.ssa Consiglia Botta”. Una situazione che comporta l’attesa anche di un’ora e mezza tra una interrogazione e l’altra con l’ansia che cresce. Tra le domande più gettonate: “la seconda parte del programma relativa ai contratti, che è anche la più tosta ma allo stesso tempo più utile al nostro percorso di studi”. Come lei, tanti sperano di superare quello scoglio, propedeutico, tra l’altro, a Diritto commerciale e, a scelta, a Diritto tributario o a Diritto del lavoro. È uno di quegli esami dove l’emotività fa brutti scherzi: ecco perché a sostenere Laura, il giorno dell’esame, è la sua carissima amica e collega universitaria del terzo anno di Economia aziendale Giuliana Lerro, che ha superato Privato, due anni fa, con un bel 30. “Ho seguito il corso per due-tre mesi e studiato il libro parallelamente: questo il mio consiglio per superarlo al meglio”. Sul punto, anche Pasquale Accardo, che ha superato l’esame al primo anno con 27, spende qualche parola a favore del corso: “in aula non eravamo tanti, perché molti, sbagliando, non erano fiduciosi sull’utilità delle lezioni. Al contrario, le ho trovate utili, mi hanno aiutato a capire meglio il libro che è abbastanza ostico; dopo tutto l’esame mi è piaciuto!”. Quanto ai testi, a scelta tra il manuale di Trabucchi o di Quadri, “sono dei veri mattoni – commenta Giuliana – utilizzati anche dagli studenti di Giurisprudenza. Nella preparazione, però, mi hanno aiutato molto anche le slide che la docente prepara ai corsisti”. Per i frequentanti, poi, un vantaggio in più: “Ancora oggi, c’è una prova intercorso scritta a risposta multipla ed una sola aperta – continua – in cui è richiesta solo una parte del programma, l’altra poi la porti all’orale”. Le domande più frequenti? “Del mio esame ricordo l’usucapione, la parte dei contratti e delle obbligazioni”. Da veterana, Giuliana suggerisce agli studenti del primo anno di “dare Privato ai primi appelli e non aspettare troppo tempo: avere subito l’impatto con esami difficili rende il percorso successivo più semplice”. In effetti, “è tra gli esami più affollati perché tanti studenti se lo portano indietro da anni, molti altri invece devono ripeterlo”. Anche questo il motivo che crea qualche scompiglio nell’organizzazione dei singoli appelli. Infatti, pur essendoci una suddivisione delle prenotazioni in giorni diversi, “ricordo di essere stata convocata dalla cattedra alle 19:00, nonostante fossi in aula dalle 8:00 del mattino”.
Soddisfatta di aver superato un macigno, un po’ meno per il voto, Francesca G., dopo tre anni di studi ad Economia aziendale, rivela di aver avuto una specie di illuminazione studiando Diritto privato: “è una materia che serve a capire la vita di tutti i giorni, ha cambiato il mio modo di vedere le cose – dice entusiasta – oggi so cos’è un’obbligazione, ad esempio, una compravendita e tante altre piccole realtà del nostro vivere quotidiano”. Pur mostrando un interesse notevole per la materia, si dice delusa del suo 22: “Mi dispiace non aver avuto l’opportunità di poter dimostrare la conoscenza che ho della materia; mi hanno posto domande davvero insidiose e in più sono capitata con un’assistente che, oltre ad essere puntigliosa con i termini esatti da utilizzare nell’esposizione, mi ha messa a disagio”. Qualche esempio di domanda? “Il negozio in frode alla legge, patto di riscatto, proposta irrevocabile, obbligazioni alternative e facoltative”. Altro neo dell’esame? “Lunghissime attese: sono stata chiamata alle 16.15, ero in aula dalla mattina presto, senza mangiare né andare in bagno per il timore di essere chiamata. Il clima poi è molto teso. Sicuramente nel corso dei tre anni, Privato è l’esame che ho studiato con più diligenza: ho seguito il corso e in tutto ho impiegato circa tre mesi per prepararmi!”. È visibilmente arrabbiata per il voto, ma con il sorriso sulle labbra aggiunge: “grazie a quest’esame ho acquisito un approccio più positivo nell’affrontare gli esami. Oggi ero sicura di essere preparata, sono andata lì non con presunzione ma con la consapevolezza di aver assimilato bene la materia”. Altri consigli? “Studiarlo in compagnia di due, massimo tre persone, in modo da confrontarsi su concetti poco chiari, fare riferimenti al Codice Civile ma soprattutto a casi reali della vita di tutti i giorni, così da ricordare e capire meglio, e non avvilirsi ancor prima di studiare!”. Unico pentimento, conclude, è non averlo dato subito al primo anno!
Fiorella Di Napoli
“A gennaio ho preparato Statistica, esame scritto a cui ho preso 24, e ho avuto solo due settimane per preparare Privato ed oggi non l’ho superato – racconta Luigi Cutolo, iscritto al secondo anno di Economia aziendale –L’impatto con un libro di circa 1200 pagine non è semplice, ma chi vuole ridurre i tempi di studio può rimediare con i compendi”. Il rischio, però, oltre ad essere quello di presentarsi all’esame con una conoscenza superficiale della materia, è di suscitare le reazioni della cattedra, contraria, come tante, alla ‘corsa ai ripari’ con testi alternativi a quelli previsti dal programma, “proprio perché sono troppo sintetici e privi di molte spiegazioni”. “Sono tante le nozioni da studiare, così come gli articoli – aggiunge – ma ricordarli a memoria è impossibile, credo sia più semplice seguire una propria logica! Inoltre, la cattedra è molto attenta ai termini giuridici utilizzati nell’esposizione dell’argomentazione e questo non ci agevola”. Luigi è fiducioso e si promette di andare più preparato al prossimo appello.
Prossima ad entrare in aula, invece, è Laura B., iscritta al terzo anno, piuttosto preoccupata: “al primo anno, dopo aver seguito il corso, ho provato a darlo ma senza successo perché – ammette – non ero abbastanza preparata e così mi sono concentrata su altri esami. La seconda volta, invece, ho rifiutato il 18, scelta consigliatami anche dai docenti perché il voto avrebbe abbassato la mia media del 26. È una materia corposa. Oltre alla difficoltà nel ricordare tanti concetti, mi preoccupano gli assistenti che sono abbastanza esigenti e puntigliosi”. Laura, infatti, spiega che l’esame si snoda “in una prima parte con un’assistente e la seconda con la prof.ssa Consiglia Botta”. Una situazione che comporta l’attesa anche di un’ora e mezza tra una interrogazione e l’altra con l’ansia che cresce. Tra le domande più gettonate: “la seconda parte del programma relativa ai contratti, che è anche la più tosta ma allo stesso tempo più utile al nostro percorso di studi”. Come lei, tanti sperano di superare quello scoglio, propedeutico, tra l’altro, a Diritto commerciale e, a scelta, a Diritto tributario o a Diritto del lavoro. È uno di quegli esami dove l’emotività fa brutti scherzi: ecco perché a sostenere Laura, il giorno dell’esame, è la sua carissima amica e collega universitaria del terzo anno di Economia aziendale Giuliana Lerro, che ha superato Privato, due anni fa, con un bel 30. “Ho seguito il corso per due-tre mesi e studiato il libro parallelamente: questo il mio consiglio per superarlo al meglio”. Sul punto, anche Pasquale Accardo, che ha superato l’esame al primo anno con 27, spende qualche parola a favore del corso: “in aula non eravamo tanti, perché molti, sbagliando, non erano fiduciosi sull’utilità delle lezioni. Al contrario, le ho trovate utili, mi hanno aiutato a capire meglio il libro che è abbastanza ostico; dopo tutto l’esame mi è piaciuto!”. Quanto ai testi, a scelta tra il manuale di Trabucchi o di Quadri, “sono dei veri mattoni – commenta Giuliana – utilizzati anche dagli studenti di Giurisprudenza. Nella preparazione, però, mi hanno aiutato molto anche le slide che la docente prepara ai corsisti”. Per i frequentanti, poi, un vantaggio in più: “Ancora oggi, c’è una prova intercorso scritta a risposta multipla ed una sola aperta – continua – in cui è richiesta solo una parte del programma, l’altra poi la porti all’orale”. Le domande più frequenti? “Del mio esame ricordo l’usucapione, la parte dei contratti e delle obbligazioni”. Da veterana, Giuliana suggerisce agli studenti del primo anno di “dare Privato ai primi appelli e non aspettare troppo tempo: avere subito l’impatto con esami difficili rende il percorso successivo più semplice”. In effetti, “è tra gli esami più affollati perché tanti studenti se lo portano indietro da anni, molti altri invece devono ripeterlo”. Anche questo il motivo che crea qualche scompiglio nell’organizzazione dei singoli appelli. Infatti, pur essendoci una suddivisione delle prenotazioni in giorni diversi, “ricordo di essere stata convocata dalla cattedra alle 19:00, nonostante fossi in aula dalle 8:00 del mattino”.
Soddisfatta di aver superato un macigno, un po’ meno per il voto, Francesca G., dopo tre anni di studi ad Economia aziendale, rivela di aver avuto una specie di illuminazione studiando Diritto privato: “è una materia che serve a capire la vita di tutti i giorni, ha cambiato il mio modo di vedere le cose – dice entusiasta – oggi so cos’è un’obbligazione, ad esempio, una compravendita e tante altre piccole realtà del nostro vivere quotidiano”. Pur mostrando un interesse notevole per la materia, si dice delusa del suo 22: “Mi dispiace non aver avuto l’opportunità di poter dimostrare la conoscenza che ho della materia; mi hanno posto domande davvero insidiose e in più sono capitata con un’assistente che, oltre ad essere puntigliosa con i termini esatti da utilizzare nell’esposizione, mi ha messa a disagio”. Qualche esempio di domanda? “Il negozio in frode alla legge, patto di riscatto, proposta irrevocabile, obbligazioni alternative e facoltative”. Altro neo dell’esame? “Lunghissime attese: sono stata chiamata alle 16.15, ero in aula dalla mattina presto, senza mangiare né andare in bagno per il timore di essere chiamata. Il clima poi è molto teso. Sicuramente nel corso dei tre anni, Privato è l’esame che ho studiato con più diligenza: ho seguito il corso e in tutto ho impiegato circa tre mesi per prepararmi!”. È visibilmente arrabbiata per il voto, ma con il sorriso sulle labbra aggiunge: “grazie a quest’esame ho acquisito un approccio più positivo nell’affrontare gli esami. Oggi ero sicura di essere preparata, sono andata lì non con presunzione ma con la consapevolezza di aver assimilato bene la materia”. Altri consigli? “Studiarlo in compagnia di due, massimo tre persone, in modo da confrontarsi su concetti poco chiari, fare riferimenti al Codice Civile ma soprattutto a casi reali della vita di tutti i giorni, così da ricordare e capire meglio, e non avvilirsi ancor prima di studiare!”. Unico pentimento, conclude, è non averlo dato subito al primo anno!
Fiorella Di Napoli