La Sala Azzurra di Monte S. Angelo il 29 aprile è piena per il seminario di studi organizzato dal Centro SInAPSi su “Autismo, dall’adolescenza all’età adulta: nuove prospettive per un progetto di vita inclusiva”. “È il segno che questo tema è avvertito come un’emergenza sociale e che grande è il desiderio di avere occasioni di informazione e confronto”, afferma la prof.ssa Maura Striano, una delle promotrici dell’iniziativa. Ai convenuti, fra i quali professori e studenti di diversi Atenei e docenti delle scuole secondarie, dà il benvenuto il prof. Paolo Valerio, Direttore del Centro SInAPSi, ricordando che da dieci anni l’Università è “impegnata nell’accoglienza di studenti con disabilità. Ciò ha portato ad un loro aumento tra gli iscritti e ha imposto all’istituzione riconfigurazioni e riadattamenti a diversi livelli, sempre tenendo conto delle risorse individuali di ciascuno”. Roberto Militerni, docente di Neuropsichiatria infantile alla SUN, enfatizza come il convegno intercetti quella che è la “terza rivoluzione nella storia dell’autismo”. Mentre con la prima rivoluzione l’autismo viene riconosciuto come sindrome autonoma e con la seconda si impone un approccio clinico-descrittivo, la terza segna il momento in cui ci si concentra sull’adolescenza e l’età adulta. “L’autismo è più frequente che in passato, è un funzionamento mentale atipico che connota il modo di essere del soggetto. Una diagnosi precoce è fondamentale. Si deve prendere coscienza di come l’adolescenza abbia un forte impatto sulle diverse forme di autismo. Perciò c’è la necessità di nuovi progetti terapeutici”, dichiara il prof. Militerni. In teleconferenza da Burgos, il prof. Fernando Lezcano Barbero espone le attività per aiutare le persone autistiche nella sua realtà territoriale.
La giornata ha il suo culmine quando al tavolo dei relatori si siede Dario D’Albora, primo laureato autistico della Federico II in Psicologia dei processi relazionali e di sviluppo, insieme con la madre e la sua docente del liceo, che raccontano il suo percorso formativo. Dario richiama l’esigenza di istituire un osservatorio permanente sull’autismo. Striano concorda con la proposta e ribadisce, in linea con quanto affermato dal prof. Alessandro Pepino, che ogni progetto mirante ad accrescere i livelli di autonomia dei soggetti autistici “deve essere individualizzato, integrato e interdisciplinare, sulla scorta dell’attivazione e dello sviluppo di una rete sinergica di attori e di azioni”. Striano è soddisfatta di come i contributi e le testimonianze che si sono susseguite abbiano consentito di analizzare il fenomeno della sindrome dello spettro autistico da molteplici angolature: “È indispensabile garantire una presa in carico specializzata e continua da parte dei servizi sanitari, sociali, formativi, tenendo conto della necessità di offrire un forte supporto informativo e consulenziale anche alle famiglie”.
La giornata ha il suo culmine quando al tavolo dei relatori si siede Dario D’Albora, primo laureato autistico della Federico II in Psicologia dei processi relazionali e di sviluppo, insieme con la madre e la sua docente del liceo, che raccontano il suo percorso formativo. Dario richiama l’esigenza di istituire un osservatorio permanente sull’autismo. Striano concorda con la proposta e ribadisce, in linea con quanto affermato dal prof. Alessandro Pepino, che ogni progetto mirante ad accrescere i livelli di autonomia dei soggetti autistici “deve essere individualizzato, integrato e interdisciplinare, sulla scorta dell’attivazione e dello sviluppo di una rete sinergica di attori e di azioni”. Striano è soddisfatta di come i contributi e le testimonianze che si sono susseguite abbiano consentito di analizzare il fenomeno della sindrome dello spettro autistico da molteplici angolature: “È indispensabile garantire una presa in carico specializzata e continua da parte dei servizi sanitari, sociali, formativi, tenendo conto della necessità di offrire un forte supporto informativo e consulenziale anche alle famiglie”.
Manuela Pitterà