Due Dipartimenti ad Economia

Con la riunione di lunedì 19 marzo, la Facoltà di Economia della Federico II si è aperta al confronto sullo Statuto. La prospettiva maggiormente accreditata sembra quella di una suddivisione in due Dipartimenti, uno in Economia e Management, con aziendalisti e giuristi insieme, ed uno in Scienze Economiche, orientato verso temi di carattere economico-quantitativo, promotore di un’offerta didattica articolata in un percorso triennale in Economia e tre Magistrali in Economia, Finanza e Statistica. In apertura, il Preside Achille Basile invita l’aula a presentare, entro la fine del mese, i documenti relativi alle proposte, firmati da un congruo numero di docenti, al fine di “rendere pubbliche le nostre decisioni” in vista della seduta del Senato Accademico, fissata per l’inizio di aprile, nel corso della quale sarà approvato lo Statuto. A partire dalla sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale, scatterà il cronoprogramma per la formazione degli organi accademici che il Ministero ha già fatto sapere di voler accelerare. Il nuovo ordinamento entrerà in vigore nel 2013. I Corsi di Laurea attuali resteranno in vita fino al 2016 e sui Dipartimenti riformati graverà la gestione tanto dei nuovi che dei vecchi percorsi formativi, i quali, almeno per quanto riguarda quelli più numerosi, potrebbero coincidere, o differenziarsi di poco, garantendo maggiore stabilità durante la transizione, che deve ispirarsi, secondo le indicazioni del Rettore, a principi di solidarietà e trasparenza. La prima, per ottemperare ai doveri nei confronti degli studenti, la seconda, per consentire, in questa fase preliminare, la libera afferenza dei docenti ai Dipartimenti. Il dibattito è vivo più che mai. “Servono obiettivi chiari”, commenta il prof. Riccardo Mercurio. “Permettiamo agli studenti il passaggio ai nuovi Corsi di Laurea”, suggerisce il prof. Carlo Lauro. La questione non è banale. Il vulnus è rappresentato dai settori di riferimento, in base ai quali avviene l’incardinamento dei Corsi di Laurea presso i Dipartimenti, ma fra questi ultimi, realisticamente, nessuno potrà provvedere autonomamente all’attivazione di tutti gli insegnamenti. Pertanto, la legge stabilisce una soglia del 66% della copertura totale, affidata ad un singolo organo didattico ma, per Statuto, i settori potranno essere trasversali a più Dipartimenti. Collaborare sarà inevitabile. In ballo ci sono anche i finanziamenti che ciascuno porterà in dote. “E’ già cominciato il mercato delle vacche”, avverte il prof. Paolo Stampacchia. Il calendario imposto suscita, anch’esso, qualche perplessità. “La legge stabilisce che nei trenta giorni successivi all’approvazione dello Statuto, deve avviarsi il processo di formazione degli organi collegiali: Nucleo di Valutazione e Consiglio di Amministrazione. Solo allora si potrà passare alla costituzione dei Dipartimenti ed entro il 31 dicembre delle Scuole. Questa pressione mi sembra strumentale. Si tratta di un cambiamento imposto da due provvedimenti amministrativi, ma senza alcuna prospettiva culturale. Ci sono due progetti? Discutiamone nei tempi dati”, sostiene il prof. Ernesto Briganti. “I Dipartimenti si stanno costituendo in tutto l’Ateneo”, risponde il Preside. “Quali figure formeremo e qual è la disponibilità reale a collaborare? Ci servono regole chiare e la certezza di un arbitro imparziale”, interviene il prof. Ugo Marani. “Le regole sono quelle stabilite dallo Statuto. Se arriviamo all’autunno, le carte disponibili saranno quelle degli attuali Corsi di Laurea, senza la possibilità di ulteriori proposte”, replica Basile concludendo i lavori.
 
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