Colpo di scena: all’Edisu Napoli 1 si è dimesso il prof. Giuseppe Ferraro, Commissario straordinario. Una frattura insanabile nei rapporti con il Direttore generale dell’Ente Franco Pasquino: il motivo alla base della decisione. Dimissioni causate dalla “situazione di inagibilità e di irregolarità riscontrata nell’Ente”, scrive Ferraro in una durissima lettera inviata il 23 dicembre ai vertici della giunta regionale ed ai rettori delle università Federico II, Suor Orsola e al Presidente dell’Accademia.
La querelle che sconvolge gli assetti dell’ente di via de Gasperi non è storia degli ultimi giorni. I contrasti con Pasquino sono cominciati subito dopo la nomina di Ferraro (nel giugno scorso). Alla volontà di rilancio dell’ente -il professore aveva stilato un preciso programma di interventi- ha fatto da contraltare l’opposizione strisciante del direttore (fa testo il fittissimo carteggio intervenuto tra i due, soprattutto negli ultimi due mesi). Analoghi contrasti sono nati tempi addietro: tra Pasquino e il Presidente Guido Greco e, ancora, con l’ex Commissario Pasquale Siciliano.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso: l’incarico di Vice Commissario di Governo delegato per l’emergenza idrogeologica e la ricostruzione delle zone alluvionate assunto da Pasquino, ritenuto da Ferraro “giuridicamente e fattivamente incompatibile” con la direzione dell’Edisu. “Incarico oltretutto non formalizzato nei confronti dell’Ente e neppure autorizzato –a meno che non si tratti di una carica onorifica in spregio ai drammatici eventi di questi ultimi giorni”. Il cumulo degli impegni avrebbe anche allontanato Pasquino dal lavoro. Tant’è che Ferraro ne rileva la protratta assenza dalla sede (“anche i suoi fedeli collaboratori non sapevano più che scusa inventarsi”) e gli contesta di non aver “assolto gran parte delle funzioni di Sua competenza secondo le direttive ripetutamente impartite (sembra che la Sua principale incombenza sia di inventarsi ostacoli per discreditare la scrivente gestione Commissariale)”. Ferraro investe della questione anche il Nucleo di Valutazione (presidente il prof. Renato Mele, componenti il prof. Gianpaolo Cesaretti e l’avv. Francesco Mutarelli).
Dimissioni e ripensamenti. “Ho ritenuto per questo di accettare le dimissioni presentate da Pasquino il 25 ottobre e di risolvere definitivamente il rapporto di servizio dopo l’esaurimento del periodo trimestrale di preavviso”. Ferraro lo aveva anche diffidato “con efficacia immediata” a “rinunciare all’auto aziendale e ad utilizzare il personale dell’Ente per Sue esigenze, non essendovi alcuna giustificazione dell’uso che ha ritenuto di farne in questi anni. In palese contrasto con le disposizioni impartite dai precedenti Commissari, mai revocate- e tanto meno di una sua utilizzazione per ragioni non istituzionali. Qualsiasi diverso comportamento da parte Sua verrà considerato come un atto di grave insubordinazione e di palese illegalità che ci costringerà ad adottare tutti i necessari provvedimenti a tutela dell’Ente”. Ma il 25 novembre, a sorpresa, Pasquino ritira le dimissioni. Ferraro non demorde: “le confermo ancora che il suo rapporto di servizio deve considerarsi definitivamente risolto…(non vorrà prendere sul serio la revoca delle dimissioni fattami pervenire, in forma impropria, dopo che avevo accettato le dimissioni)”. Poco prima di Natale, la resa di Ferraro, visto che “è ormai chiaro che il dirigente in questione non ha alcuna intenzione di lasciare l’Ente, né di richiedere, come almeno sarebbe doveroso, un periodo di congedo, ritenendosi esente da ogni impegno e vincolo legale, occorrerebbe adottare un provvedimento più incisivo per il quale occorrono, a mio avviso, i presupposti sostanziali e giuridici, ma che tuttavia risulta impraticabile nel clima di complicità e coperture esistenti (interne ed esterne all’Ente), anche perché esporrebbe la scrivente gestione Commissariale a mistificanti giudizi denigratori”. Il Commissario decide, dunque, di mollare il braccio di ferro contro il padre-padrone dell’Edisu Napoli 1 da quasi un trentennio. Poltrona ancora più salda dopo le delibere del precedente Consiglio di Amministrazione (“tutt’altro che ineccepibili”) che hanno consentito di concentrare sulla figura del Direttore Generale “tutti i poteri di gestione dell’Ente nonché quelli di organizzazione e controllo dell’intero personale”.
Si è chiusa così una nuova pagina della travagliata vita dell’Edisu- Ferraro sembra intenzionato a non ritirare le dimissioni, nonostante gli inviti dell’Assessore regionale Emiddio Gallo-. A breve dovrebbero essere convocate le consultazioni per eleggere il Consiglio di Amministrazione. Bisognerà, intanto, gestire la transizione. Ma il futuro –almeno a leggere le previsioni di Ferraro- appare a tinte fosche. “La nomina di altro Commissario – ma lo stesso vale per qualsiasi Consiglio di Amministrazione- non sarà in grado di risolvere i numerosi problemi più volte sollevati, come conferma la tormentata esperienza dei Commissari che mi hanno preceduto, i quali, benché professionalmente qualificati e di indiscutibile dirittura morale, hanno dovuto soccombere dinanzi alla situazione anomala evocata”.
La querelle che sconvolge gli assetti dell’ente di via de Gasperi non è storia degli ultimi giorni. I contrasti con Pasquino sono cominciati subito dopo la nomina di Ferraro (nel giugno scorso). Alla volontà di rilancio dell’ente -il professore aveva stilato un preciso programma di interventi- ha fatto da contraltare l’opposizione strisciante del direttore (fa testo il fittissimo carteggio intervenuto tra i due, soprattutto negli ultimi due mesi). Analoghi contrasti sono nati tempi addietro: tra Pasquino e il Presidente Guido Greco e, ancora, con l’ex Commissario Pasquale Siciliano.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso: l’incarico di Vice Commissario di Governo delegato per l’emergenza idrogeologica e la ricostruzione delle zone alluvionate assunto da Pasquino, ritenuto da Ferraro “giuridicamente e fattivamente incompatibile” con la direzione dell’Edisu. “Incarico oltretutto non formalizzato nei confronti dell’Ente e neppure autorizzato –a meno che non si tratti di una carica onorifica in spregio ai drammatici eventi di questi ultimi giorni”. Il cumulo degli impegni avrebbe anche allontanato Pasquino dal lavoro. Tant’è che Ferraro ne rileva la protratta assenza dalla sede (“anche i suoi fedeli collaboratori non sapevano più che scusa inventarsi”) e gli contesta di non aver “assolto gran parte delle funzioni di Sua competenza secondo le direttive ripetutamente impartite (sembra che la Sua principale incombenza sia di inventarsi ostacoli per discreditare la scrivente gestione Commissariale)”. Ferraro investe della questione anche il Nucleo di Valutazione (presidente il prof. Renato Mele, componenti il prof. Gianpaolo Cesaretti e l’avv. Francesco Mutarelli).
Dimissioni e ripensamenti. “Ho ritenuto per questo di accettare le dimissioni presentate da Pasquino il 25 ottobre e di risolvere definitivamente il rapporto di servizio dopo l’esaurimento del periodo trimestrale di preavviso”. Ferraro lo aveva anche diffidato “con efficacia immediata” a “rinunciare all’auto aziendale e ad utilizzare il personale dell’Ente per Sue esigenze, non essendovi alcuna giustificazione dell’uso che ha ritenuto di farne in questi anni. In palese contrasto con le disposizioni impartite dai precedenti Commissari, mai revocate- e tanto meno di una sua utilizzazione per ragioni non istituzionali. Qualsiasi diverso comportamento da parte Sua verrà considerato come un atto di grave insubordinazione e di palese illegalità che ci costringerà ad adottare tutti i necessari provvedimenti a tutela dell’Ente”. Ma il 25 novembre, a sorpresa, Pasquino ritira le dimissioni. Ferraro non demorde: “le confermo ancora che il suo rapporto di servizio deve considerarsi definitivamente risolto…(non vorrà prendere sul serio la revoca delle dimissioni fattami pervenire, in forma impropria, dopo che avevo accettato le dimissioni)”. Poco prima di Natale, la resa di Ferraro, visto che “è ormai chiaro che il dirigente in questione non ha alcuna intenzione di lasciare l’Ente, né di richiedere, come almeno sarebbe doveroso, un periodo di congedo, ritenendosi esente da ogni impegno e vincolo legale, occorrerebbe adottare un provvedimento più incisivo per il quale occorrono, a mio avviso, i presupposti sostanziali e giuridici, ma che tuttavia risulta impraticabile nel clima di complicità e coperture esistenti (interne ed esterne all’Ente), anche perché esporrebbe la scrivente gestione Commissariale a mistificanti giudizi denigratori”. Il Commissario decide, dunque, di mollare il braccio di ferro contro il padre-padrone dell’Edisu Napoli 1 da quasi un trentennio. Poltrona ancora più salda dopo le delibere del precedente Consiglio di Amministrazione (“tutt’altro che ineccepibili”) che hanno consentito di concentrare sulla figura del Direttore Generale “tutti i poteri di gestione dell’Ente nonché quelli di organizzazione e controllo dell’intero personale”.
Si è chiusa così una nuova pagina della travagliata vita dell’Edisu- Ferraro sembra intenzionato a non ritirare le dimissioni, nonostante gli inviti dell’Assessore regionale Emiddio Gallo-. A breve dovrebbero essere convocate le consultazioni per eleggere il Consiglio di Amministrazione. Bisognerà, intanto, gestire la transizione. Ma il futuro –almeno a leggere le previsioni di Ferraro- appare a tinte fosche. “La nomina di altro Commissario – ma lo stesso vale per qualsiasi Consiglio di Amministrazione- non sarà in grado di risolvere i numerosi problemi più volte sollevati, come conferma la tormentata esperienza dei Commissari che mi hanno preceduto, i quali, benché professionalmente qualificati e di indiscutibile dirittura morale, hanno dovuto soccombere dinanzi alla situazione anomala evocata”.