“Non si può demolire un sogno sul nascere. Non si possono sbarrare le porte di una Facoltà a chi ha una grande passione per certe materie però non riesce a superare le prove di ammissione. E i motivi che non consentono di superare le prove possono essere diversi. Magari si proviene da una scuola dove certe cose non le si è studiate come si sarebbe dovuto, eppure ciò non toglie che con la spinta della passione si possa recuperare durante gli anni dell’Università. Il numero chiuso finisce col tagliare le gambe anche a chi potrebbe diventare un grande studioso”. Parole dure. Pronunciate da un diciottenne che ha partecipato alla prova di ammissione a Farmacia e che, udite, udite, si è classificato primo (con altri cinque candidati) in graduatoria. Elio Losacco ha totalizzato un punteggio di 80 su 80 ai test grazie a una buona preparazione di base, ma non solo. “Dal primo agosto fino a metà settembre mi sono esercitato sia sui test di Farmacia che su quelli di Medicina – spiega- Ho anche seguito il corso di preparazione organizzato dal Sof-Tel. In questo modo sono riuscito entrare a Farmacia, il Corso di Laurea che alla fine mi ha attirato di più”. Tanto studio, dunque. Ma non è detto che chi non riesce a superare l’ostacolo dei test non sia bravo. Elio non è il solo a pensarla così. Dello stesso parere un altro neo immatricolato a Farmacia, Raffaele Cardone. “Sono più favorevole a una dura selezione interna, durante il percorso universitario – afferma- bloccare i giovani in partenza è un grave errore, un’ingiustizia”.