Elsa: la squadra federiciana non ce la fa, ma l’esperienza europea è stata comunque formativa

Non hanno vinto. Però hanno vissuto una esperienza molto formativa. Ha subìto una battuta d’arresto al girone europeo la squadra Elsiana che ha partecipato in Ucraina alla simulazione processuale sul diritto del commercio internazionale, in seno al WTO, l’Organizzazione Mondiale del Commercio. Arrivati a Kiev, venerdì 17 marzo, i quattro ragazzi componenti il team hanno dovuto affrontare una fase dibattimentale che li ha visti discutere nelle vesti di attore e convenuto contro altre due squadre europee (su 16 che hanno partecipato alla competizione). “La fase dibattimentale – spiega Alessandro Miccio, studente al IV anno di Giurisprudenza – è andata molto bene. La nostra squadra non si è qualificata alla fase mondiale, però i miei colleghi ed io ci riteniamo soddisfatti del risultato raggiunto. A dicembre abbiamo consegnato delle memorie scritte in inglese alla commissione esaminatrice e siamo stati selezionati. Così abbiamo potuto partecipare allo step successivo”. Secondo lo studente, una delle criticità che ha penalizzato maggiormente la squadra è stata, oltre l’inesperienza, “la mancanza di un docente coach che ci seguisse ad ogni fase e ci indirizzasse su come svolgere la prova. Eravamo soli a Kiev, mentre i ragazzi degli altri Atenei erano seguiti da professori esperti del settore. Anche se la giuria ci ha fatto i complimenti, ci siamo resi conto di non essere pronti a queste competizioni come le altre Università europee”. Inoltre, questo progetto “all’estero è sostenuto economicamente dagli Atenei. Noi, invece, ci siamo dovuti pagare tutto e non è stato facile. Queste sono opportunità di crescita e formazione che dovrebbero essere alla portata di tutti, non solo di chi ha disponibilità economica”. E poi, come sottolinea lo studente, “stare seduti ad una scrivania a studiare non può e non deve bastare. Sono le esperienze concrete che permettono di capire il diritto fino in fondo, fornendo quella parte pratica che a noi manca completamente. Il Dipartimento dovrebbe stanziare dei fondi per iniziative di questa portata, i giudici della competizione ci hanno spiegato che tutto queste esperienze sono molto
importanti a livello europeo: partecipare alle simulazioni e alle summer school permette di ampliare il curriculum di esperienze valutabili nel post laurea”. Un aspetto che sta particolarmente a cuore ad Alessandro al quale piacerebbe “lavorare in ambito internazionale. Però non ho ancora le idee chiare. Per questo sperimento vari campi, sperando poi di trovare e di scegliere quello che a me è più congeniale”.
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