Erasmus, tre studentesse raccontano…

“E’ stata un’esperienza bellissima, anche se con le sue difficoltà”. Alessandra Pirera, iscritta alla Specialistica in Politiche di Cooperazione allo Sviluppo, riassume così la sua permanenza di sei mesi a Madrid con il progetto Erasmus. “Studiando Cooperazione allo sviluppo prevedo in futuro di andare a vivere all’estero. Questa esperienza in Spagna, dunque, è servita per provarmi. All’inizio ho dovuto occuparmi di tutto, trovare la casa e adeguarmi ad un nuovo modo di studiare. Adesso, se penso a tutte quelle difficoltà, le vedo parte integrante di questa avventura”, dice. Partecipare al progetto Erasmus, dunque, diventa un modo per crescere ed affrontare i problemi. Ad esempio “il contributo della borsa è davvero irrisorio e non basta neanche per pagare metà affitto”. Il confronto tra il sistema universitario italiano e spagnolo: “noi della Specialistica all’Orientale sosteniamo esami orali e scritti. In Spagna, invece, si affrontano solo prove scritte. Trovo che il nostro sia un sistema più completo. Inoltre, ho notato che non si studia dai manuali ma dagli appunti. Credo che in questo modo manchi approfondimento e studio critico. Giudico, comunque, l’esperienza in maniera positiva perché ho potuto migliorare la lingua, soprattutto nello scritto”. Alessandra, infatti, ha scelto come destinazione Madrid proprio per approfondire lo spagnolo in relazione ai suoi studi sul Sud America. E’ stata fortunata. “Una coinquilina cilena mi ha portato a conoscere molti immigrati sudamericani del quartiere. Durante il soggiorno ho cercato di conoscere la città dal di dentro e vivere la vera Madrid”. Al ritorno dal suo soggiorno, Alessandra sottolinea che in questo genere di esperienze, quello che conta è l’umiltà e la capacità di essere oggettivi. “Si tende sempre a dare valore a tutto ciò che ti appartiene – sottolinea- ma questo poi ti impedisce d’integrarti. Penso che bisogna essere aperti senza essere troppo critici”.
L’amore per la lingua tedesca, la spinta che ha motivato Ilaria Farese a vivere per sei mesi in Austria, presso l’Università di Salisburgo. Studentessa al terzo anno del Corso di Laurea in Lingua e Letteratura Europea e Americana, Farese che studia inglese e tedesco, racconta “è stata un’esperienza molto stimolante dal punto di vista linguistico perché ho avuto la possibilità d’incontrare molti studenti di diverse nazionalità con cui ho comunicato in inglese. Inoltre, la mia compagna di stanza, nello studentato dove ho soggiornato, era austriaca. La sua compagnia mi ha permesso di approfondire non solo la lingua ma anche la cultura austriaca che ha delle particolarità rispetto a quella tedesca che studiamo all’Università”. Per una studentessa di lingue, alloggiare in un campus, rappresenta la soluzione ideale per sperimentare le proprie conoscenze linguistiche in un ambiente multiculturale e pieno di giovani pronti a scambiarsi informazioni. Ilaria ha sostenuto due esami di lingua “e devo dire che non ho incontrato molte difficoltà. La frequenza ai corsi –cui viene assegnato anche un voto- è obbligatoria. Si segue tutti i giorni, con corsi mattutini o pomeridiani. A differenza del nostro sistema, l’organizzazione è più scolastica: divisi in classi di massimo 20 studenti, eravamo molto coinvolti durante le lezioni, anche con esercizi da svolgere a casa”. Dal punto di vista organizzativo: “non ho incontrato mai nessuna difficoltà a Salisburgo perché tutto funziona davvero bene. Abbiamo ricevuto un’ottima accoglienza ed ho trovato tutti molto disponibili e preparati. Ho raccolto maggiori indicazioni dall’ufficio Erasmus austriaco che da quello della mia Università”. “E’ indubbiamente un’esperienza da vivere”, afferma Ilaria e a chi decide di partire consiglia “uno spirito aperto a qualunque esperienza”.
Vivere per sei mesi nella famosa Lipsia, oggi una vivace città universitaria, è come entrare in un’altra dimensione. Rosa De Vita, studentessa al terzo anno del Corso di Laurea in Relazioni Internazionali e Diplomatiche a Scienze Politiche, racconta la sua esperienza Erasmus in maniera molto positiva. “L’ambiente è molto accogliente e confortevole e tutti molto gentili. Ci hanno aiutato e seguito fin dall’inizio anche a sbrigare pratiche burocratiche o organizzative”. La Germania -e l’Università di Lipsia- confermano così il loro primato di organizzazione e accoglienza, ma i giorni iniziali non sono facili per nessuno, neanche per gli spiriti più entusiasti. “All’inizio naturalmente si è spaventati perché non si sa cosa aspettarsi – racconta Rosa- Però poi tutto va a posto da solo. L’aspetto più entusiasmante è l’aver incontrato in un solo posto giovani provenienti da tutto il mondo, non solo dall’Europa. Era come se il mondo intero fosse concentrato in una sola città”. Si viene a contatto, dunque, non solo con le usanze, la lingua e la cultura del paese ospitante, ma con una miriade di altri piccoli universi il cui portatore è ogni singolo studente con il suo personale background culturale.
“E’ un’esperienza che consiglio a tutti, molto stimolante dal punto di vista umano e culturale – conferma Rosa- Conviene partire verso il terzo anno”.
Studiare all’estero è un modo anche per approfondire lo studio di una lingua. Il tedesco, che ha appassionato Rosa fin dalle superiori, le è diventato adesso molto più familiare. “Dover studiare in questa lingua è stato molto utile anche se non facile. Durante il mio soggiorno in Germania ho dato tre esami: Diritto Internazionale, Studi e Sistemi dell’Africa Orientale e Diritto dell’Unione Europea. Molti problemi li ho incontrati soprattutto per l’esame di Diritto dell’UE perché era scritto e il docente poco disponibile. Però per una persona poco gentile se ne trovano tantissimi disponibili e cordiali. Inoltre, penso che la loro organizzazione dei corsi sia migliore: si segue un solo giorno a settimana ma c’è molta partecipazione degli studenti in aula. Poi è prevista una pausa tra febbraio e marzo per consentire agli studenti di vivere il loro tempo libero, viaggiare o fare lavoretti. Da noi, invece, il ritmo è continuo ma c’è meno tempo per studiare”.
Valentina Orellana
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