A sette giorni dalla fine delle lezioni sono ricominciati gli esami. Poco affollate le prime sedute. Molti hanno sentito l’esigenza di rimandare la prova a luglio. Occorre più tempo per rafforzare i concetti e pochi giorni di pausa non danno le certezze sperate.
Agli esami di Istituzioni di Diritto Privato della cattedra del prof. Nicola Di Prisco la platea è vasta. La maggior parte degli studenti segna le domande che vengono poste. Alcuni discutono sul numero di bocciati. “E’ normale – commenta Adele Nappi – Il corso si è concluso da appena sette giorni ed è impossibile ripetere in così poco tempo un programma tanto vasto”. Di parere concorde Luca Noverino: “è un controsenso invogliare gli studenti a seguire se poi non è data la possibilità di metterne a frutto i risultati. Come si può ripetere in una settimana quello che si è spiegato in 3 mesi? Molti di noi per fare gli esami a giugno hanno abbandonato le lezioni”. In effetti la maggior parte dei ragazzi che sostiene la prova fa parte della schiera dei non-corsisti. “Ho smesso di seguire il corso quando ad aprile ho notato che le date d’esame erano troppo ravvicinate tra di loro – dice Enrico – Per questo ho fatto una scelta. Per dare Costituzionale a luglio ho deciso di abbandonare le lezioni”. I voti bassi sono la prova tangibile che qualcosa non va. “Il mio 19 è la testimonianza che le cose fatte di fretta non danno mai esito positivo – racconta Mario Rispoli – Ho seguito il corso pur sapendo che avrei avuto poco tempo per schematizzare. La cattedra è molto esigente ed occorre un buon approfondimento degli argomenti per passare indenni”. Un ultimo consiglio: “Ripetere bene la parte concernente le obbligazioni ed il contratto – dice Lucia – Questi due argomenti sono quelli più gettonati. Dovrò sostenere l’esame a luglio e credo che focalizzare l’attenzione sui temi più richiesti sia un valido aiuto”.
Stessa storia ad un altro esame: Diritto Finanziario della cattedra del prof. Andrea Amatucci. “Le lezioni – spiega Carlo D’Ambrosio – sono molto dettagliate e permettono di comprendere fino in fondo la complessità della materia. Purtroppo con date così ravvicinate non sempre si può seguire passo dopo passo il corso, bisogna andare avanti. Il programma l’ho terminato solo un mese fa, poi ho integrato lo studio con le lezioni. Questa scelta mi ha premiato, visto che torno a casa con un bel 26”. La finalità dei corsi rischia così di svanire? “In un certo senso sì. Il nostro gruppo – incalza Alessia – per aggirare questa difficoltà ha deciso di studiare per conto proprio, per poi ampliare le conoscenze attraverso l’ascolto delle lezioni. In questo modo non si perde nessuna opportunità e si arriva a giugno pronti per gli esami”. Pareri dissonanti si susseguono. “Il corso è strutturato per dare la possibilità agli studenti di trarne un vantaggio – dice Pietro Donato – Per una materia come Finanziario è indispensabile avere una guida e non è proponibile abbandonare il corso e studiare da soli. Se la Facoltà ci dà i mezzi per andare avanti, perché dobbiamo rinunciarvi?”. Parole condivise anche da Mauro: “E’ la Facoltà che deve venire incontro alle nostre esigenze, valutando se sia conveniente proporre l’esame a 7 giorni dalla chiusura del corso. Il numero dei fuori corso cresce sempre di più e questa pessima gestione didattica di certo non aiuta”.
Agli esami di Istituzioni di Diritto Privato della cattedra del prof. Nicola Di Prisco la platea è vasta. La maggior parte degli studenti segna le domande che vengono poste. Alcuni discutono sul numero di bocciati. “E’ normale – commenta Adele Nappi – Il corso si è concluso da appena sette giorni ed è impossibile ripetere in così poco tempo un programma tanto vasto”. Di parere concorde Luca Noverino: “è un controsenso invogliare gli studenti a seguire se poi non è data la possibilità di metterne a frutto i risultati. Come si può ripetere in una settimana quello che si è spiegato in 3 mesi? Molti di noi per fare gli esami a giugno hanno abbandonato le lezioni”. In effetti la maggior parte dei ragazzi che sostiene la prova fa parte della schiera dei non-corsisti. “Ho smesso di seguire il corso quando ad aprile ho notato che le date d’esame erano troppo ravvicinate tra di loro – dice Enrico – Per questo ho fatto una scelta. Per dare Costituzionale a luglio ho deciso di abbandonare le lezioni”. I voti bassi sono la prova tangibile che qualcosa non va. “Il mio 19 è la testimonianza che le cose fatte di fretta non danno mai esito positivo – racconta Mario Rispoli – Ho seguito il corso pur sapendo che avrei avuto poco tempo per schematizzare. La cattedra è molto esigente ed occorre un buon approfondimento degli argomenti per passare indenni”. Un ultimo consiglio: “Ripetere bene la parte concernente le obbligazioni ed il contratto – dice Lucia – Questi due argomenti sono quelli più gettonati. Dovrò sostenere l’esame a luglio e credo che focalizzare l’attenzione sui temi più richiesti sia un valido aiuto”.
Stessa storia ad un altro esame: Diritto Finanziario della cattedra del prof. Andrea Amatucci. “Le lezioni – spiega Carlo D’Ambrosio – sono molto dettagliate e permettono di comprendere fino in fondo la complessità della materia. Purtroppo con date così ravvicinate non sempre si può seguire passo dopo passo il corso, bisogna andare avanti. Il programma l’ho terminato solo un mese fa, poi ho integrato lo studio con le lezioni. Questa scelta mi ha premiato, visto che torno a casa con un bel 26”. La finalità dei corsi rischia così di svanire? “In un certo senso sì. Il nostro gruppo – incalza Alessia – per aggirare questa difficoltà ha deciso di studiare per conto proprio, per poi ampliare le conoscenze attraverso l’ascolto delle lezioni. In questo modo non si perde nessuna opportunità e si arriva a giugno pronti per gli esami”. Pareri dissonanti si susseguono. “Il corso è strutturato per dare la possibilità agli studenti di trarne un vantaggio – dice Pietro Donato – Per una materia come Finanziario è indispensabile avere una guida e non è proponibile abbandonare il corso e studiare da soli. Se la Facoltà ci dà i mezzi per andare avanti, perché dobbiamo rinunciarvi?”. Parole condivise anche da Mauro: “E’ la Facoltà che deve venire incontro alle nostre esigenze, valutando se sia conveniente proporre l’esame a 7 giorni dalla chiusura del corso. Il numero dei fuori corso cresce sempre di più e questa pessima gestione didattica di certo non aiuta”.
Occorre il dono
dell’ubiquità
dell’ubiquità
Stessa sorte anche per gli studenti di Storia del diritto medioevale e moderno della cattedra del prof. Aurelio Cernigliaro. A farne le spese sono soprattutto le matricole. “Due esami nello stesso giorno – dice Claudio Romano – proprio come si era più volte temuto. Nell’aula accanto si sta svolgendo l’esame di Privato, non siamo dotati del dono dell’ubiquità e non possiamo presenziare ad entrambe le prove”. La cosa che non va giù è che proprio le matricole siano costrette a rinunciare alla possibilità di sostenere più prove. “Già nel primo semestre le cose non sono andate come speravo – aggiunge Riccardo – perché non sono riuscito a dare Costituzionale. Adesso mi ritrovo Privato subito dopo il corso e ho optato per una disciplina più facile. A luglio dovrei affrontare gli esami più difficili, credo che ne sceglierò solo uno”. Il primo 28 della giornata infonde un po’ di ottimismo. “Ho seguito il corso – spiega Giovanna – e questo mi ha avvantaggiato, mi ha messo in relazione con il mondo storico del diritto senza disagi particolari. A luglio mi aspetta Privato, nell’altra aula le mie amiche di corso stanno segnando le domande, mi conviene raggiungerle perché di fronte a tanta indifferenza è meglio rimboccarsi le maniche”.
Susy Lubrano
Susy Lubrano