Esami ad aprile, un’opportunità colta a metà

Appelli straordinari di aprile a Scienze Politiche: un’opportunità strappata dalle rappresentanze studentesche in Consiglio di Facoltà – anche se, contrariamente a quanto proposto,  limitata ai soli fuoricorso ed ai laureandi – ma non del tutto colta dagli studenti. 
“Le prenotazioni sono arrivate in totale a circa seicento, ma la partecipazione è stata piuttosto bassa: soltanto la metà ha sostenuto gli esami. Ci rendiamo conto che il tempo a disposizione per lo studio era abbastanza contenuto ma  comunque consideriamo questa un’occasione sprecata. Pensiamo di avere svolto al meglio il nostro compito di rappresentanti, ma in questa fase non siamo stati supportati. Ci dispiace dover dare ragione a molti docenti, i quali ritengono che anche in questo caso le proteste siano state solamente una maniera per scansare lo studio; d’altro canto non siamo attualmente nella posizione di controbattere”, dice Vincenzo Tafuri, rappresentante degli studenti. 
Di parere diverso Dario Russo (Associazione Politologi) che ritiene ingiusta la decisione di concedere la sessione straordinaria con tempi di preavviso troppo brevi: “E’ assurdo pensare di preparare un esame in meno di venti giorni. La nostra Associazione, sin dallo scorso mese di febbraio, ha insistito sulla necessità di far avere agli studenti una sessione straordinaria ad aprile. Abbiamo avuto questa ‘concessione’ (così l’hanno definita alcuni nostri docenti, anche se in realtà non è che un nostro diritto!), ma solamente tre settimane prima delle date fissate per gli esami. Inoltre, fatto ancor più grave, a un mese dalla sessione estiva le date non sono ancora uscite. Alcuni docenti hanno giustificato il ritardo, attribuendolo all’elaborazione del calendario di aprile”. 
Angela Finestra è convinta del fatto che sia inutile additare gli studenti come fannulloni, perché non si sono presentati in massa all’appello straordinario: “credo che la causa da attribuire alla scarsa partecipazione non sia dovuta ai tempi, ma alla difficoltà degli esami; quindi, anche se i professori avessero accolto prima le nostre richieste, il numero dei candidati agli esami sarebbe rimasto sicuramente invariato. Siamo, dunque, soddisfatti del buon esito della nostra protesta e non siamo per nulla disposti a fermarci”. 
Nell’ambito della rimodulazione del calendario didattico, resta da affrontare in Consiglio la questione degli appelli di dicembre: nella scorsa riunione il corpo docente ha approvato, difformemente alla proposta studentesca, lo slittamento alla seconda settimana di gennaio. Gli studenti annunciano battaglia.
Anna Maria Possidente
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