In tre sul primo gradino del podio. Ha registrato un triplice ex aequo Sportacus 2017, l’ormai tradizionale gara di forza massimale, tenutasi lo scorso 10 aprile, che vede i cusini napoletani del Fitness sfidare i compagni di allenamento nel sollevamento pesi. A imporsi nella palestra Iorio sono stati Filippo Guida, Alessandro Testa e Francesco Mazza, capaci di sollevare su panca piana ben centoventicinque chilogrammi. “Ogni anno è una gara con se stessi utile per migliorarsi e mettersi alla prova. Non abbiamo fatto una preparazione vera e propria. L’evento è soprattutto un modo per stare insieme. È durato circa tre ore e la palestra si è riempita per l’occasione, ospitando atleti di tutti i turni” – ha affermato Filippo, ventiduenne iscritto all’ultimo anno di Ingegneria
Meccanica e appassionato di palestra – frequento il Centro Universitario Sportivo da tre anni. L’ambiente è molto bello e sono tutti sempre disponibili. Di solito mi alleno tre volte a settimana”. Ha scelto questa attività “per stare bene fisicamente e psicologicamente. Conciliare con lo studio non sempre è facile, soprattutto sotto esame, ma, dopo aver trascorso la mattina in aula e il pomeriggio sui libri, staccare la spina di sera non può che far bene”.
È un habitué del CUS Alessandro Testa, ventottenne iscritto all’ultimo anno di Scienze e Management dello Sport e delle attività motorie all’Università Parthenope. Per lui Sportacus non è stata una novità: “ho già partecipato in passato, arrivando sempre terzo. Questa volta ce l’ho fatta ad arrivare primo”. L’importante però “è aver trascorso del tempo tra amici. L’evento è un modo per stringere ancora di più i rapporti”. È arrivato all’appuntamento dopo aver “seguito dei protocolli specifici per aumentare la forza. Un allenamento che, però, ho fatto a prescindere dalla gara”. Una gara che definisce “un test finalizzato a misurare la propria forza e a migliorare il massimale. Per questo non c’è una vera e propria preparazione”. La palestra lo impegna almeno tre volte a settimana. Al CUS ha praticato anche nuoto. Da studente e atleta vive lo sport con un obiettivo preciso: “studio per diventare istruttore di fitness
e soprattutto personal trainer. Ho avuto modo di fare già qualche esperienza pratica e di questo sono grato al CUS”. A gioire nella palestra Iorio, però, non sono stati soltanto gli uomini. Lo spiega Marco Melluso, istruttore di fitness al CUS dal 2010 e studente di Scienze Motorie: “ogni anno eleggiamo un atleta che si è distinto particolarmente in sala per costanza, passione e affiatamento con i compagni. Abbiamo scelto Roberta che, pur stando con noi da soltanto un anno, ha socializzato molto”. Miss Fitness 2017 risponde al nome di Roberta di Maro: “sono stata sorpresa dalla scelta. È stata una piccola soddisfazione perché mi sono sempre allenata con amore”. Lo sport è per lei una costante: “ho iniziato con il pattinaggio, raggiungendo il livello agonistico. Poi sono passata alla pallavolo, all’equitazione e, da circa cinque anni, fitness”. Da un anno è al CUS: “mi è piaciuto molto. Mi ha colpito tanto la preparazione dei ragazzi e la struttura che offre attrezzi all’avanguardia”. Due giorni a settimana frequenta “sala attrezzi e il corso di addominali e glutei”. In mattinata, invece, corre sulla pista di atletica. La fatica più grande, però, la affronta da studentessa del quarto anno di Medicina e Chirurgia dell’Università Luigi Vanvitelli: “non sono in regola con gli esami, ma di certo non per colpa della palestra”. Lo scoglio si chiama: “Anatomia. Alla Federico II è diviso in due moduli. Da noi, invece, è un unico esame, dal programma vastissimo e da studiare su un testo dispersivo”.
Meccanica e appassionato di palestra – frequento il Centro Universitario Sportivo da tre anni. L’ambiente è molto bello e sono tutti sempre disponibili. Di solito mi alleno tre volte a settimana”. Ha scelto questa attività “per stare bene fisicamente e psicologicamente. Conciliare con lo studio non sempre è facile, soprattutto sotto esame, ma, dopo aver trascorso la mattina in aula e il pomeriggio sui libri, staccare la spina di sera non può che far bene”.
È un habitué del CUS Alessandro Testa, ventottenne iscritto all’ultimo anno di Scienze e Management dello Sport e delle attività motorie all’Università Parthenope. Per lui Sportacus non è stata una novità: “ho già partecipato in passato, arrivando sempre terzo. Questa volta ce l’ho fatta ad arrivare primo”. L’importante però “è aver trascorso del tempo tra amici. L’evento è un modo per stringere ancora di più i rapporti”. È arrivato all’appuntamento dopo aver “seguito dei protocolli specifici per aumentare la forza. Un allenamento che, però, ho fatto a prescindere dalla gara”. Una gara che definisce “un test finalizzato a misurare la propria forza e a migliorare il massimale. Per questo non c’è una vera e propria preparazione”. La palestra lo impegna almeno tre volte a settimana. Al CUS ha praticato anche nuoto. Da studente e atleta vive lo sport con un obiettivo preciso: “studio per diventare istruttore di fitness
e soprattutto personal trainer. Ho avuto modo di fare già qualche esperienza pratica e di questo sono grato al CUS”. A gioire nella palestra Iorio, però, non sono stati soltanto gli uomini. Lo spiega Marco Melluso, istruttore di fitness al CUS dal 2010 e studente di Scienze Motorie: “ogni anno eleggiamo un atleta che si è distinto particolarmente in sala per costanza, passione e affiatamento con i compagni. Abbiamo scelto Roberta che, pur stando con noi da soltanto un anno, ha socializzato molto”. Miss Fitness 2017 risponde al nome di Roberta di Maro: “sono stata sorpresa dalla scelta. È stata una piccola soddisfazione perché mi sono sempre allenata con amore”. Lo sport è per lei una costante: “ho iniziato con il pattinaggio, raggiungendo il livello agonistico. Poi sono passata alla pallavolo, all’equitazione e, da circa cinque anni, fitness”. Da un anno è al CUS: “mi è piaciuto molto. Mi ha colpito tanto la preparazione dei ragazzi e la struttura che offre attrezzi all’avanguardia”. Due giorni a settimana frequenta “sala attrezzi e il corso di addominali e glutei”. In mattinata, invece, corre sulla pista di atletica. La fatica più grande, però, la affronta da studentessa del quarto anno di Medicina e Chirurgia dell’Università Luigi Vanvitelli: “non sono in regola con gli esami, ma di certo non per colpa della palestra”. Lo scoglio si chiama: “Anatomia. Alla Federico II è diviso in due moduli. Da noi, invece, è un unico esame, dal programma vastissimo e da studiare su un testo dispersivo”.