Festival della Traduzione a Napoli

Leggendo Stendhal, Shakespeare o Asimov è difficile che ci si chieda a chi si deve se questi autori sono arrivati anche nella nostra lingua. Un lavoro poco visibile, spesso sottovalutato, quello dei traduttori. Ridare dignità a questo ‘agente della cultura’, essenziale nella diffusione dei saperi tra i Paesi nel mondo, attraverso un’operazione quasi politica di comunicazione, è proprio l’obiettivo del progetto biennale EST (Europe as a Space of Translation), coordinato da L’Orientale, insieme alle Università di Vienna e Parigi 8. “Il progetto è nato ed è stato è pensato a Napoli – spiega la prof.ssa Camilla Miglio, docente dell’Orientale e project manager di EST- L’idea è nata all’interno del gruppo di lavoro di ‘Il porto di Toledo’ (www.lerotte.net), formato da studenti, dottorandi e docenti. Poi si è esteso agli Atenei di Parigi, Vienna, dove sono presenti prestigiosi centri di studio delle traduzioni, fino alle Università di Bucarest, Dresda e Istanbul”. Un progetto, finanziato con fondi UE, che “è stato scelto come il più riuscito nell’area della traduzione finanziato con fondi UE”.
Dopo quattro tappe più accademiche di seminari e di convegni svoltesi in questi due anni nelle diverse sedi partecipanti, l’appuntamento conclusivo a Napoli dal 22 al 29 novembre quando il festival della traduzione ‘Tradurre (in) Europa’, invaderà la città, dalle accademie alle librerie, dalle piazze alle fondazioni culturali. “Vogliamo creare un evento che coinvolga tutta la popolazione. Questa tappa finale rappresenta il primo festival della traduzione che si tiene in Europa (nel mondo ne fu fatto solo un altro in America latina)”, spiega la prof.ssa Miglio. “A Napoli tiriamo le fila di un discorso politico e culturale portato avanti negli ultimi due anni e mettiamo in scena i traduttori. In questo momento particolare, la città sta vivendo una crisi di dignità e noi speriamo di rimettere al centro l’aspetto culturale, come Napoli merita”, sottolinea la docente. Così nel capoluogo partenopeo si scenderà nel vivo del lavoro, con spettacoli, letture, incontri, in un luogo definito da Silvio Perrella, Presidente del Premio Napoli, ‘di per sé pieno di traduzioni’. Momenti più formativi di tipo convegnistico, durante la settimana di incontri, si alterneranno a spigolature ricreative, “come l’inaugurazione con Maddalena Crippa che ci regalerà un reading pensato ad hoc dal titolo ‘Napoli in traduzione’, con interpretazioni da Anna Maria Ortese, Ingeborg Bachmann e Hans-werner Henze, e con intermezzi musicali degli allievi del Conservatorio. O ancora la serata cocktail  dedicata ai Caraibi con Danilo Manera, oppure le serate musicali al Pan”.
Un vero e proprio tappeto di iniziative che si apre sulla città e rivolto ad un pubblico di non esperti, con tutti ingressi gratuiti e in diversi orari della giornata (programma completo su www.estrasletion.net e info point presso libreria Dante & Decartes).
“Un ringraziamento particolare va a tutte le istituzioni e le associazioni napoletane, senza le quali non avremmo potuto mettere su questo cartellone- tiene a ricordare la prof.ssa Miglio- Il contributo europeo, infatti, non era sostanziosissimo ed è stato solo grazie al lavoro di tutti, compresi i colleghi della Federico II e del Rettore Lida Viganoni, se ce l’abbiamo fatta. D’altro canto, la città di Napoli, che da sempre ha una natura internazionale, non poteva che rispondere in questo modo”.
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