Studiare le lingue: lo spagnolo

Perché studiare spagnolo? Per passione, per curiosità o semplicemente perché è ritenuta una lingua semplice da imparare? A risponderci sono docenti e studenti della Facoltà di Lingue. Dal primo al terzo anno, chi sceglie di studiare questa lingua fa un vero e proprio percorso. Dalla morfologia e la grammatica si passa alla costruzione sintattica delle frasi via via sempre più articolate. Le difficoltà variano a seconda dei livelli. Cominciamo da Spagnolo I. Le matricole dedicano al corso “quattro ore a settimana per le lezioni frontali e per il lettorato dalle quattro alle sei ore”, spiega la prof.ssa Monica Di Girolamo che lamenta carenze di spazi. “I frequentanti sono circa 150 e le aule non sono abbastanza capienti. Di conseguenza, molti durante la lezione si distraggono oppure dopo le vacanze di Natale smettono di seguire”. Abbastanza grave se si pensa che durante il primo anno gli studenti dovrebbero imparare la fonetica e la morfologia, quindi raggiungere un livello che sia almeno A1. “Il problema maggiore che incontrano i ragazzi sono gli accenti – continua la docente – che noi in italiano non abbiamo ma che lo spagnolo richiede fortemente”. Consigli per l’esame? “Oltre che seguire, leggere il più possibile e guardare film. Anche se questo già presuppone una preparazione maggiore”. Preparazione che sicuramente dovranno avere una volta arrivati al terzo anno. Infatti, quest’ultimo passaggio rappresenta il momento della “fissazione”. Gli studenti devono adoperare i contenuti del secondo anno (il rapporto tra la proposizione principale e le varie subordinate) ma non più con frasi semplici. “Questo è il primo obiettivo – spiega la prof.ssa Laura Paola Gorla, docente di Lingua spagnola III – Il secondo livello è quello lessicale: ovvero i ragazzi cominciano ad avere un vocabolario cosciente all’interno del quale sappiano distinguere i diversi registri linguistici”. Il corso della prof.ssa Gorla è frequentato sia dagli studenti di Lingua spagnola di Spagna che dagli studenti di Lingua spagnola d’America. “A seconda dell’indirizzo avranno due momenti di approfondimento diversi – continua la docente – I primi dovranno lavorare su un’utilizzazione pratica della lingua, ovvero le parole che non hanno un significato da sé ma lo acquistano all’interno di una frase o di un contesto; i secondi lavoreranno sulle variazioni della lingua tra Spagna e America”. Al terzo anno, tra lezioni con la docente e la lettrice, si segue dalle 6 alle 8 ore a settimana. Anche per loro c’è il problema delle aule. “I tagli non si sentono solo nella ricerca, ma anche nelle strutture. Certo, l’università fa il massimo cercando di darmi sempre le aule più grandi. Ma rimane il fatto che nel mio sogno di università ci sono aule telematiche per studiare la lingua”, dice la docente. Tante le opportunità di approfondimento per gli studenti. L’Orientale si avvale della collaborazione con l’istituto Cervantes dove è possibile reperire ulteriore materiale didattico (libri o film). “Se gli studenti sono davvero interessati allo studio della lingua, devono sfruttare tutte le occasioni possibili per approfondire”. Ma non sempre è così: “ho la sensazione che ci siano dei ragazzi che ancora non sanno perché hanno intrapreso questa strada”. Occorre fare anche i conti con l’elevata platea studentesca che limita l’interazione. “Se potessi ascoltarli tutti durante le lezioni farebbero grandi passi in avanti giorno dopo giorno”, afferma la prof.ssa Gorla. Il corso – sottolinea – è una fase di preparazione durante la quale è concesso sbagliare, a differenza dell’esame che è diviso in due macrostrutture: scritto (articolato in un test linguistico, in una traduzione dall’italiano allo spagnolo di un testo di tenore saggistico – solo in questo caso è possibile utilizzare il dizionario monolingua – e in una produzione testuale in lingua) e orale.
Marilena Passaretti
 
Gli studenti, la passione 
e le difficoltà
 
Perché studiare spagnolo? “Io l’ho scelto perché mi piace – risponde Maria, studentessa al primo anno di corso – e perché l’avevo già studiato al liceo”. Avverte: non è semplice come sembra, “ha molti falsi amici, è una lingua fatta di eccezioni. Poi ci sono forme che in italiano non usiamo per nulla. Mi viene in mente ad esempio il ‘preterito indefinito’ che stiamo studiando proprio adesso”. In futuro le piacerebbe lavorare in Spagna. Anche Antonio, primo anno del Corso di Laurea in Mediazione Linguistica e Culturale, confessa che partirebbe anche subito. “Mi piace la cultura e poi trovo la lingua molto musicale”, spiega. Certo, sono ancora agli inizi e non tutti hanno ancora trovato un metodo di studi che coincida con gli orari delle lezioni. “Seguiamo dalla mattina fino alla sera – dice Antonio – Per fortuna lo studio a casa è abbastanza scorrevole. Alla fine si tratta di esercizi e non di letteratura”. Non è dello stesso parere una studentessa che preferisce restare anonima. Anche lei segue Spagnolo I (“l’ho scelto perché già studio Inglese e non volevo appesantire ulteriormente la mole di studio, prima studiavo Arabo e Inglese e non ce l’ho fatta a portarle avanti entrambe le lingue”) ma quando torna a casa è troppo stanca per studiare, “anche se so che dovrei dedicare alla lingua 2 o 3 ore al giorno, almeno per esercitarmi”. “Per me è stato sempre un sogno riuscire ad imparare lo spagnolo. Mi hanno sempre affascinato i paesi dell’America Latina”, dice Francesco Nacchia, studente iscritto al Corso di Laurea in Lingue, Letterature e Culture dell’Europa e delle Americhe. “La difficoltà del primo esame sta nel sentirsi disorientati anche nell’approccio con una lingua nuova, ma con l’aiuto dei professori si può superare; il secondo è un po’ complicato perché si impara a costruire un discorso più articolato”, racconta lui che oggi è al terzo anno di studio della lingua. “In ogni caso, penso che né il tempo né lo spazio dedicati allo spagnolo dall’università siano abbastanza. Le aule sono troppo piccole e le ore di lezione sono poche. Molti arrivano alla Magistrale con un livello di conoscenza della lingua bassissimo”, sottolinea Francesco. “Ho scelto spagnolo perché è una lingua che mi ha sempre appassionato e non avevo mai studiato”, afferma Anna, studentessa del Corso di Laurea in Plurilinguismo e multiculturalità. Segue anche lei Spagnolo III (“prima facevo Cinese quindi ho perso un po’ di tempo”). Le difficoltà? “Al primo anno l’approccio con la lingua. Sono stata bocciata due volte allo scritto. Il prof. Grossi, poi, mi ha fatto capire dove sbagliavo”. Non ha ancora sostenuto Spagnolo II “ma so com’è la prova, se si segue è possibile superarla anche se è un po’ complicata”. L’esame dell’ultimo anno prevede “una composizione. La docente mi sembra molto tranquilla e disponibile. Certo un po’ di paura c’è sempre”.
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