Fonti e confronti nel segno dei maestri: il programma del prof. Leone Melillo

“Il mio obiettivo è aiutare gli studenti ad avere un metodo e delle competenze specifiche. I ragazzi devono essere messi in condizione di sapersi approcciare a un testo e di interpretarlo criticamente”. Valutazione delle competenze pregresse degli studenti e confronto diretto finalizzato alla valorizzazione delle singole potenzialità. Viaggia in continuità con i metodi dei propri Maestri la didattica del prof. Leone Melillo, docente di Storia delle
dottrine Politiche al Corso di Laurea in Scienze dell’amministrazione e dell’organizzazione, afferente al Dipartimento di Giurisprudenza. Maestri come “Mario Cattaneo dell’Università Statale di Milano, Amedeo Conte dell’Università di Pavia e Sergio Cotta de La Sapienza di Roma. Sono stati miei insegnanti al dottorato in ‘Filosofia e teoria giuridica, sociale e politica’ seguito alla Federico II. Insistevano molto sull’importanza della ricerca e della capacità espositiva. I professori universitari di una volta, attraverso le lezioni e valorizzando il rapporto diretto con gli studenti, riuscivano a scrivere libri”. Cerca di seguirne le orme: “avendo numeri bassi – una ventina i frequentanti – ho la possibilità di valutare le potenzialità di ogni allievo. La mia soddisfazione è riuscire ad avere un riscontro oggettivo dai ragazzi. Il rapporto diretto, inoltre, aiuta ad approfondire gli argomenti trattati in aula”. Argomenti che seguono un filo rosso, un tema specifico definito a inizio corso. L’anno scorso è toccato alla “libertà religiosa”. Per il prossimo ciclo di lezioni, che si terrà al primo semestre dell’anno accademico 2017-2018, sotto i riflettori finirà la dimensione nazionale, “un tema che assume un significato particolare nel discorso europeo. È un argomento che può essere sempre attuale”. Per i frequentanti, sarà articolato in spiegazioni del docente e letture dei “classici del pensiero politico, importanti per valorizzare i contenuti dell’insegnamento con tante fonti interessanti”. Classici da leggere in italiano, ma anche in inglese. Un’importanza, quella attribuita alla lingua straniera, che si evince già dal programma del corso pubblicato dal docente sulla pagina personale del sito di Dipartimento con “schede sia in italiano, sia in inglese. Non c’è nulla di particolare. Così come i miei colleghi, cerco di valorizzare entrambe le lingue”. La lingua della Regina Elisabetta sarà adottata a lezione e all’esame per consultare alcune delle fonti scelte. “Ovviamente,
questo aspetto non può essere obbligatorio, né vincolante. Il mio obiettivo è che tutti si possano esprimere nel miglior modo possibile”. Tutti, compresi ovviamente i non frequentanti, per i quali è stata predisposta una rosa di più volumi tra i quali sceglierne uno per potersi preparare. Non cambiano, invece, le modalità d’esame: “l’obiettivo unico è arrivare a una valutazione giusta e serena”. Per lasciare a fine corso “metodo di ricerca e di interpretazione del testo”.
- Advertisement -




Articoli Correlati