Futuro assicurato solo a chi può vantare una preparazione medio-alta

Dopo lo sdoppiamento in due Corsi dello scorso anno (il secondo, cui si viene destinati in base alle iniziali del cognome, tra qualche anno si staccherà dall’ateneo federiciano e andrà ad insediarsi nella zona orientale della città –l’ex fabbrica Corradini a S. Giovanni a Teduccio), ora la facoltà di Giurisprudenza si prepara a traghettare i suoi 26mila e passa studenti verso la riforma che dal prossimo anno (se non ci saranno ulteriori ritardi) cambierà radicalmente il modo di intendere lo studio universitario. La riforma del cosiddetto ‘3+2’ che condurrà alla laurea triennale e alla laurea specialistica (altri due anni) con la conseguente differenziazione delle professionalità espresse dalla Facoltà. Prima di arrivare a questo, tuttavia, guardiamo al presente. Si attendono le ultime novità insite nel processo di rinnovamento ed informatizzazione della facoltà: a breve (forse già in autunno) sarà possibile consegnare le tesi sui dischetti invece del tradizionale materiale cartaceo; sarà compiuto l’allestimento del tanto agognato laboratorio informatico (e forse linguistico) di facoltà, nei locali del nuovissimo edificio di via Marina in ossequio anche dei dettami del nuovo ordinamento didattico, già in vigore da qualche anno, che prevederebbe due esami extracurriculari in informatica e lingua straniera, appunto. Nel segno della migliore tradizione, cominciamo a chiacchierare con il Preside – che è anche Presidente del Consiglio Universitario Nazionale.
Ma perché uno studente dovrebbe scegliere Giurisprudenza? “Perché è una facoltà adatta a mettere il cittadino in condizione  di capire modi e forme della creazione delle regole che consentono il vivere insieme in una comunità. Se si capisce come si fanno, quali sono e a che servono le regole, si vive meglio. Non consiglierei di iscriversi, invece, perché è una facoltà che apre molte vie (ricordiamo quelle ‘istituzionali’: avvocatura, magistratura, notariato n.d.r.) ma non garantisce assolutamente approdi professionali sicuri a chi non può vantare una preparazione medio-alta. Per i laureati non ad alto livello è più dura la ricerca di un lavoro. Comunque, nel dubbio, Giurisprudenza continuerò sempre a consigliarla…”.
Chi si iscrive il prossimo anno (stando ai dati: 3500- 4000 matricole) che facoltà trova, anche a livello di strutture e di servizi? “Trova una facoltà in possesso di ben tre edifici con annessi strutture, spazi studio, spazi di socializzazione e, finalmente, una segreteria tutta nostra, all’avanguardia e ben organizzata”. Una facoltà che ha rimosso l’onta del passato delle lezioni nei cinema e può oggi vantare un’ottima situazione edilizia. Ne è da dimenticare il prestigio indiscusso di cui gode sia a livello nazionale che internazionale. Napoli è considerata un po’ la culla degli studi giuridici. Forse anche per questo motivo gli studi sono piuttosto severi. “Ci sono alcune personalità provenienti dalla nostra facoltà che è obbligatorio che i ragazzi conoscano e prendano ad esempio -ricorda il Preside-. Come dimenticare tutti i nostri colleghi che svolgono funzioni ad alti livelli delle cariche istituzionali. Mi viene in mente innanzitutto il professor Conforti, membro della commissione dei diritti dell’uomo a Strasburgo, poi il professor Tesauro, garante per la concorrenza, il professor Villone, Presidente della Commissione Affari Costituzionali del Senato, il professor Verde, vicepresidente del CSM. Sono degli esempi sicuramente da seguire per chi aspira a laurearsi in Giurisprudenza a Napoli e soprattutto ambisce a carriere anche in ambiti non strettamente collegati alle più usuali professioni forensi”.
L’ultimo evento che sta interessando la facoltà: la riforma.
Labruna anticipa “per la facoltà di Giurisprudenza sono state approntate due ‘classi’, una di preparazione alle discipline giuridiche ed una per le discipline dei servizi giuridici. La prima, non avendo sbocco professionale immediato, consentirà il passaggio senza debiti formativi alla laurea di specializzazione, la seconda prevede invece professionalità intermedie. Pensi alla figura del giurista d’impresa. Dal 2001-2002 sarà forse ridisegnato tutto il panorama delle professioni specialistiche giuridiche. Quel che è importante sottolineare è che bisogna anche decidere se la laurea in Giurisprudenza rimarrà unica o sarà affiancata da una seconda classe di ‘drafting normativo’ che formerà esperti di informatica giuridica e specialisti nella normazione. Tutti questi cambiamenti porteranno forse anche dei disagi, in termini organizzativi, ma è certo che i vantaggi in termini occupazionali saranno ben maggiori”.
E gli attuali due Corsi che fine faranno? “Innanzitutto bisognerà differenziare i Corsi, creando maggiori spazi didattici ad iniziare dalla distribuzione degli esami di paniere e caratterizzanti (tutti quegli esami considerati non fondamentali ndr), poi campo libero alle lauree triennali, che permetteranno il raggiungimento del titolo anche a studenti che sono in debito di 1 o 2 esami, daranno professionalità più specialistiche ed elimineranno i fuoricorso. Certo, la disciplina transitoria va studiata a fondo”.
I prossimi mesi potrebbero essere decisivi anche per stabilire chi guiderà la facoltà proprio nel fondamentale periodo di transizione della riforma. Se il Preside Luigi Labruna sarà eletto al rettorato, si aprirà la caccia al successore (in passato si era pensato ai professori Carmine Donisi, Gianfranco Campobasso, Paolo Tesauro, Mario Rusciano). Conferme non ce ne sono e lo stesso Labruna ha evidentemente voglia di parlare d’altro.
Marco Merola
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