Al primo anno non solo le discipline di base

Elettrica cambia faccia. L’operazione di maquillage alla quale si sottoporrà sin dal prossimo anno il Corso di Laurea, uno dei più antichi della facoltà, nasce non dall’esigenza di coprire le rughe dell’età – “siamo più che mai attuali e richiesti dal mercato”, precisa il Presidente di Corso di Laurea Francesco Gagliardi – quanto piuttosto dalla volontà di prepararsi per tempo alla riforma Zecchino, quella che dal 2001/2002 introdurrà la laurea triennale di primo livello. “Affiancheremo sin dal primo anno alle discipline di base – Analisi Matematica, Fisica, Chimica ed Informatica – quelle di carattere Sistemistico – Impiantistico ed Elettronico. La didattica sarà organizzata su moduli”. 
Modifiche a parte, Elettrica continua ad esercitare un fascino discreto sui giovani i quali si iscrivono ad Ingegneria della Federico II. “Sono un centinaio all’anno le nostre matricole -ricorda il professor Gagliardi-. Circa la metà, all’anno, i laureati”. Il futuro di questi ultimi, dal punto di vista lavorativo, è generalmente roseo. “Non abbiamo problemi di inserimento, anche perché la preparazione che offriamo permette poi di andare praticamente ovunque. Non dimentichiamo che l’Elettronica è un ramo, per quanto importante, del settore Industriale. Gli elettrici a spasso sono davvero pochi. Ricevo spesso dalle aziende la richiesta di nominativi di giovani laureati da inserire in organico”. Ulteriori miglioramenti, sotto questo profilo, potrebbero essere arrecati dalla stipula di accordi per tirocini e stage, che vede attualmente impegnato Gagliardi in prima persona. “Sto per prendere accordi con alcune aziende, attraverso l’Associazione di categoria. Conto di partire sin dal prossimo anno con gli stage”. Industria, Trasporti e Terziario rappresentano i tre indirizzi attualmente attivati dal corso di laurea. Gli studenti prediligono il primo. 
Materie più ostiche? “Io sono presidente di corso di laurea e quindi ricopro un ruolo istituzionale. Nomi preferirei evitarne. Posso dire che, laddove si determinano problemi di massa, quando ci si trovi in presenza di esami cosiddetti insuperabili, è evidente che il problema nasce più dal docente che non trova la chiave giusta della didattica che dagli studenti”.
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