Buoni i risultati conseguiti dagli atleti che hanno rappresentato il CUS Napoli alla XI edizione della Grifonissima. Nella splendida e suggestiva cornice della città di Perugia, a scalare le classifiche della gara di corsa di fondo, disputatasi lo scorso 13 maggio, sono stati Fabio Cattaneo, aggiudicandosi il 14esimo posto su circa 100 studenti che hanno aderito all’evento, e Michelangelo De Angelis, arrivato 17esimo. Soddisfatto anche il preparatore atletico Giovanni Munier, veterano allenatore degli atleti cusini, che sottolinea: “la gara a Perugia è stata molto dura per i ragazzi perché il percorso di circa 12 km, che come ogni anno termina nella piazza principale della città, è gran parte in salita”. Malgrado le difficoltà, i cusini partenopei sono riusciti a distinguersi tra i 100 atleti provenienti dai CUS di Roma, Bari, Torino, Brescia, Cagliari, Camerino, Milano, Perugia, Pisa e Pavia, raggiungendo il traguardo a soli 5 minuti circa di scarto dal primo classificato della gara. “Sono ragazzi abituati non solo a partecipare a numerose competizioni agonistiche – aggiunge il coach – ma anche a percorrere lunghe distanze, almeno 60 km a settimana”. L’allenamento, oltre a richiedere un costante sforzo fisico, va associato ad uno stile di vita equilibrato caratterizzato, talvolta, anche da piccole rinunce. “Per un massimo di 3 ore tra riscaldamento, allenamento in palestra e su pista, e infine il defaticamento, ci alleniamo 4 volte a settimana. Quando non abbiamo gare nel fine settimana, la domenica partiamo dal CUS e arriviamo sulla collina di Posillipo (di solito fino al parco Virgiliano), per poi raggiungere piazza Plebiscito. Da lì, poi, torniamo a via Campegna”. Dal momento che l’appuntamento sportivo del folto gruppo dei cusini più assennati è intorno alle 8:30, il sabato sera non sono ammesse eccessi. “Dovendomi svegliare la domenica mattina presto, cerco di non tornare molto tardi il sabato sera e, soprattutto, di evitare gli alcolici. Si esce con gli amici, con la ragazza, per andare a mangiare fuori ma le esagerazioni non le fai più come prima!”, racconta Fabio. Saltare qualche allenamento è consentito, ma è il senso del dovere a prevalere: “Psicologicamente ti dispiace perché sai che in quel momento ti saresti dovuto allenare”. Da qui la determinazione che l’atletica è in grado di trasmettere a chi la pratica da tempo, la stessa che caratterizza anche il lungo percorso universitario di Fabio. Dopo la Specialistica conseguita lo scorso dicembre in Biotecnologie mediche, l’atleta ha iniziato un dottorato di ricerca al Policlinico “dove lavoro in laboratorio dal lunedì al venerdì dalle 8:30 alle 18:00, e anche nel weekend se siamo impegnati per qualche esperimento”. In caso di gare o allenamenti, “cerco sempre di conciliarli al lavoro. E’ la passione per l’atletica che ci aiuta a sostenere questi ritmi. Mi è sempre piaciuto correre su strada, in passato ho giocato a tennis e a calcio ma è stata una maratona ad avvicinarmi all’atletica, alla quale Michelangelo ed io abbiamo partecipato tre anni fa”. Accomunati dallo stesso interesse per una “disciplina poco pubblicizzata” e per lo sport in generale, i due atleti, classe ’83, si sono conosciuti tempo fa sul campo di calcio e da allora la loro corsa insieme non è mai terminata. Michelangelo De Angelis, specializzando al 3° anno di Medicina in Neurochirurgia, lavora al Policlinico dalle 7:30 alle 19:00 dedicandosi sia alla ricerca che alla pratica chirurgica. Esordendo tra gli atleti della Grifonissima, definisce “bellissima” la gara perugina per “il paesaggio suggestivo della città, la zona vietata al traffico delle auto era ben organizzata e i cittadini sono stati molto ospitali: erano lungo il percorso a fare il tifo, diversamente da altre gare”. Michelangelo racconta: “Ho scelto l’atletica perché, rispetto agli sport di squadra, lascia più tempo per poterti allenare ad orari molto flessibili. Possono esserci imprevisti a lavoro; quando entro in sala operatoria, non so mai a che ora esco!”. E se dal passato sportivo emergono esperienze nel calcio, nuoto e canottaggio, seguito a livello agonistico ma poi lasciato perché inconciliabile con gli studi universitari, per Michelangelo l’atletica non è solo una questione di resistenza e allenamento fisico ma anche il risultato “della tenacia che viene da dentro di te, dalla tua mente”. A favorire la motivazione, specie nei giorni di maggiore stanchezza, sono sicuramente l’allenatore – “che traccia la via da seguire per raggiungere il tuo obiettivo” – ed il gruppo – “il vero carburante, perché a volte sei spronato anche dall’idea che i compagni ti aspettano, è una questione di rispetto”.
(Fi. Di Na.)
(Fi. Di Na.)