Professionisti del giornalismo e altri esperti del settore museale campano incontrano docenti e studenti dei Corsi di Laurea in Filosofia e in Storia. È accaduto il 31 gennaio presso l’Aula Franchini del Dipartimento di Studi Umanistici in via Porta di Massa. Obiettivo della giornata: “definire percorsi seminariali per studenti e neolaureati che possano usufruire di maggiori occasioni di formazione in contatto con realtà del mondo produttivo territoriale”, afferma il prof. Alessandro Arienzo, docente di Storia delle dottrine politiche. Un lavoro in cui il Dipartimento è impegnato da diverso tempo, riscontrabile nell’ampliamento delle possibilità di tirocinio, e che “si colloca a valle di un percorso che ha portato alla realizzazione di due protocolli d’intesa”, uno con “Il Mattino” (già attivo dal 2015) e l’altro con la rete dei musei regionali in fase di allestimento per studenti di ambito storico-filosofico. Si è discusso molto durante la mattinata dell’opportunità di attivare progetti, laboratori, itinerari didattici e scientifici tra l’Ateneo federiciano e il panorama giornalistico campano. Anzi rafforzare i contatti tra questi due poli rispecchia un’istanza fortemente
voluta dagli studenti. “Avvertiamo l’esigenza di mettere a valore le competenze cognitive, concettuali e organizzative che si acquisiscono nell’ambito della promozione e della ricerca di temi legati alla comunicazione
giornalistica, alle culture digitali, ai nuovi media”, riprende il prof. Arienzo. “Molti dei nostri studenti sono già attivi in pubblicistica a diverso titolo. Ma vorremmo formalizzare per loro l’accesso operativo a stage di formazione presso alcuni enti riconosciuti dall’Ordine. Ci viene spesso richiesto e noi per converso crediamo molto nel rapporto di interscambio culturale tra giovani universitari e professionisti dell’informazione”. Lo stesso dicasi per eventuali collaborazioni con il Polo Museale della Campania. “Stiamo lavorando per organizzare cicli di incontri, giornate di studio, non veri e propri tirocini. Esistono già accordi allacciati dall’Ateneo con l’Ente museale, anche se specifici di altri Corsi di Laurea”, quali Archeologia o Architettura. Tuttavia, nulla vieta di estendere questa chance anche agli studenti di Filosofia, “perché è chiaro che il patrimonio storico, letterario, filologico e quello dell’arte e i beni culturali sono due strade che si incrociano”. Un’unica precisazione da fare in proposito: alcuni Corsi di Studio Triennali, tra cui per l’appunto Filosofia e anche Storia, non prevedono il tirocinio all’interno del piano di studi, per cui bisognerà considerarlo come attività extra-curricolare. Esaurite le premesse, si passa al vaglio delle proposte fattibili. Numerosi gli input suggeriti da Gerardo Ausiello, giornalista de “Il Mattino”, che tenta dapprima di chiarire alcune delle perplessità più diffuse tra gli aspiranti reporter. “La difficoltà generale è: ‘Come posso avvicinarmi al lavoro?’. Fare esperienza è l’unico mezzo che consente di conoscere da vicino onori e oneri della professione”. Alla luce dell’impiego di nuove tecnologie, “anche il lavoro di giornalista ha subito lo slancio dalla carta stampata ai social
media. Ormai non si tratta più solo di saper scrivere, ma possedere competenze a 360 gradi, dalle nozioni base in comunicazione alle tecniche di montaggio video”. Bene, non esiste al momento un indirizzo di studi per imparare tutto questo. “Un tentativo può essere quello di integrare corsi di formazione, che generalmente sarebbero tenuti da società private a pagamento, all’interno di Università pubbliche”. Un work in progress per gli studenti che si potrebbe smistare su più livelli con: “laboratori sulle tecniche e sulle regole del mestiere; oppure con workshop gratuiti offerti dall’Ordine ed estesi anche ai non iscritti; o ancora con una testata di divulgazione propria dell’Ateneo, che magari consenta a chi scrive di acquisire un attestato di qualificazione dopo un certo numero di articoli”. Visione altrettanto pragmatica è quella di Claudio Silvestri, giornalista de “Il Roma”, quotidiano non ancora presente nell’elenco delle convenzioni stipulate. “Noi cronisti siamo abituati a rispondere alle emergenze in tempi
brevi. Ed è sin da subito che vogliamo far partire questi progetti e metterci a tavolino per definire una ‘to do list’ immediata”. Accolgono con entusiasmo la proposta di una testata giornalistica propriamente federiciana alcuni
dei docenti del Dipartimento presenti all’incontro. “Finalmente anche un laureato in Lettere potrà accostarsi a un tirocinio interno che gli consenta di immettersi velocemente nel tessuto professionale. Sono felice perché so che molti dei miei studenti sognano la carriera giornalistica”, commenta la prof.ssa Rosalba Di Meglio, docente di Storia Medievale. “Basterebbe individuare volta per volta qualcuno deputato alla cronaca di un evento culturale organizzato dall’Ateneo, senza escludere i Corsi di Laurea a matrice scientifica, che la rivista sarebbe già bella e pronta”, osserva il prof. Roberto Delle Donne, Coordinatore del Corso di Laurea Triennale in Storia, nonché Presidente del Centro di Ateneo per le Biblioteche. Che aggiunge: “Si potrebbe creare una piattaforma editoriale o anche una rivista elettronica in cui poter pubblicare i dati della ricerca, alimentarne i contenuti, canalizzare i tirocini. Per ora è tutto da costruire”. Sull’altra sponda ma non troppo distante, invece, svolgere un’esperienza pratica presso istituzioni museali diventerà presto un’ipotesi accessibile anche a studenti di discipline umanistiche. “Il Polo
museale della Campania – illustra il referente Gennaro D’Antò – collega i 26 musei statali disseminati su tutto il territorio regionale interfacciandosi con pubblici molto diversi, tra cui l’Università. Proponiamo sempre agli studenti di venire presso i musei con lo scopo di educare al patrimonio e alla valorizzazione dell’eredità storico-culturale”. Altrettanto benvenuti sono gli stagisti di diversa provenienza con possibilità di inserimento in svariate aree di interesse: “tutela e restauro dei beni culturali, catalogazione e informatizzazione dei dati, lavori archivistici e documentari su fondi e collezioni”. In verità, oggetti e opere d’arte conservati all’interno degli spazi museali “presuppongono un lavoro di gruppo che coinvolge più professionalità. E avere l’occasione di esperire direttamente non solo il luogo ma anche le tecniche che si celano dietro l’organizzazione gestionale delle nostre strutture può aiutarci a intessere un dialogo con la città, fare degli studenti dei promotori di cultura”. Dietro i lavori in corso, intanto, le attese e i desideri degli studenti si fanno sentire. “Tra gli obiettivi formativi del Corso di Laurea in Filosofia figurano le diciture ‘bibliotecario’ e ‘archivista’. Io mi sono da poco laureata alla Magistrale con una tesi in
Estetica – racconta Giuseppina – Il sogno nel cassetto è diventare un curatore museale, percorso che altrove si presenta facilitato rispetto a Napoli, dove si è scavalcati nell’ordine di preferenza da laureati in Architettura o Beni culturali. Speriamo che questi tirocini saranno poi validi anche per gli studenti in uscita”. Preoccupa, infatti, tanto i laureandi la tempistica relativa alla messa a punto effettiva dei programmi. Ma il prof. Marco Meriggi, docente di Storia delle istituzioni politiche, rassicura la platea: “in ogni caso, procederemo a diversificare le opportunità per ogni fascia: Triennale, Magistrale e Post-laurea. Vogliamo avviare attività che abbiano una finalizzazione concreta sulla scorta di iniziative ben riuscite in altri Atenei nazionali”, in prima linea le Università di Milano e Torino. La chiusa del prof. Arienzo sembra promettere agli studenti speranzosi un esito positivo. “Oggi abbiamo riflettuto sulla possibilità di intervenire su più fronti. Prossimamente convocheremo un nuovo incontro con i dettagli pratici”.
voluta dagli studenti. “Avvertiamo l’esigenza di mettere a valore le competenze cognitive, concettuali e organizzative che si acquisiscono nell’ambito della promozione e della ricerca di temi legati alla comunicazione
giornalistica, alle culture digitali, ai nuovi media”, riprende il prof. Arienzo. “Molti dei nostri studenti sono già attivi in pubblicistica a diverso titolo. Ma vorremmo formalizzare per loro l’accesso operativo a stage di formazione presso alcuni enti riconosciuti dall’Ordine. Ci viene spesso richiesto e noi per converso crediamo molto nel rapporto di interscambio culturale tra giovani universitari e professionisti dell’informazione”. Lo stesso dicasi per eventuali collaborazioni con il Polo Museale della Campania. “Stiamo lavorando per organizzare cicli di incontri, giornate di studio, non veri e propri tirocini. Esistono già accordi allacciati dall’Ateneo con l’Ente museale, anche se specifici di altri Corsi di Laurea”, quali Archeologia o Architettura. Tuttavia, nulla vieta di estendere questa chance anche agli studenti di Filosofia, “perché è chiaro che il patrimonio storico, letterario, filologico e quello dell’arte e i beni culturali sono due strade che si incrociano”. Un’unica precisazione da fare in proposito: alcuni Corsi di Studio Triennali, tra cui per l’appunto Filosofia e anche Storia, non prevedono il tirocinio all’interno del piano di studi, per cui bisognerà considerarlo come attività extra-curricolare. Esaurite le premesse, si passa al vaglio delle proposte fattibili. Numerosi gli input suggeriti da Gerardo Ausiello, giornalista de “Il Mattino”, che tenta dapprima di chiarire alcune delle perplessità più diffuse tra gli aspiranti reporter. “La difficoltà generale è: ‘Come posso avvicinarmi al lavoro?’. Fare esperienza è l’unico mezzo che consente di conoscere da vicino onori e oneri della professione”. Alla luce dell’impiego di nuove tecnologie, “anche il lavoro di giornalista ha subito lo slancio dalla carta stampata ai social
media. Ormai non si tratta più solo di saper scrivere, ma possedere competenze a 360 gradi, dalle nozioni base in comunicazione alle tecniche di montaggio video”. Bene, non esiste al momento un indirizzo di studi per imparare tutto questo. “Un tentativo può essere quello di integrare corsi di formazione, che generalmente sarebbero tenuti da società private a pagamento, all’interno di Università pubbliche”. Un work in progress per gli studenti che si potrebbe smistare su più livelli con: “laboratori sulle tecniche e sulle regole del mestiere; oppure con workshop gratuiti offerti dall’Ordine ed estesi anche ai non iscritti; o ancora con una testata di divulgazione propria dell’Ateneo, che magari consenta a chi scrive di acquisire un attestato di qualificazione dopo un certo numero di articoli”. Visione altrettanto pragmatica è quella di Claudio Silvestri, giornalista de “Il Roma”, quotidiano non ancora presente nell’elenco delle convenzioni stipulate. “Noi cronisti siamo abituati a rispondere alle emergenze in tempi
brevi. Ed è sin da subito che vogliamo far partire questi progetti e metterci a tavolino per definire una ‘to do list’ immediata”. Accolgono con entusiasmo la proposta di una testata giornalistica propriamente federiciana alcuni
dei docenti del Dipartimento presenti all’incontro. “Finalmente anche un laureato in Lettere potrà accostarsi a un tirocinio interno che gli consenta di immettersi velocemente nel tessuto professionale. Sono felice perché so che molti dei miei studenti sognano la carriera giornalistica”, commenta la prof.ssa Rosalba Di Meglio, docente di Storia Medievale. “Basterebbe individuare volta per volta qualcuno deputato alla cronaca di un evento culturale organizzato dall’Ateneo, senza escludere i Corsi di Laurea a matrice scientifica, che la rivista sarebbe già bella e pronta”, osserva il prof. Roberto Delle Donne, Coordinatore del Corso di Laurea Triennale in Storia, nonché Presidente del Centro di Ateneo per le Biblioteche. Che aggiunge: “Si potrebbe creare una piattaforma editoriale o anche una rivista elettronica in cui poter pubblicare i dati della ricerca, alimentarne i contenuti, canalizzare i tirocini. Per ora è tutto da costruire”. Sull’altra sponda ma non troppo distante, invece, svolgere un’esperienza pratica presso istituzioni museali diventerà presto un’ipotesi accessibile anche a studenti di discipline umanistiche. “Il Polo
museale della Campania – illustra il referente Gennaro D’Antò – collega i 26 musei statali disseminati su tutto il territorio regionale interfacciandosi con pubblici molto diversi, tra cui l’Università. Proponiamo sempre agli studenti di venire presso i musei con lo scopo di educare al patrimonio e alla valorizzazione dell’eredità storico-culturale”. Altrettanto benvenuti sono gli stagisti di diversa provenienza con possibilità di inserimento in svariate aree di interesse: “tutela e restauro dei beni culturali, catalogazione e informatizzazione dei dati, lavori archivistici e documentari su fondi e collezioni”. In verità, oggetti e opere d’arte conservati all’interno degli spazi museali “presuppongono un lavoro di gruppo che coinvolge più professionalità. E avere l’occasione di esperire direttamente non solo il luogo ma anche le tecniche che si celano dietro l’organizzazione gestionale delle nostre strutture può aiutarci a intessere un dialogo con la città, fare degli studenti dei promotori di cultura”. Dietro i lavori in corso, intanto, le attese e i desideri degli studenti si fanno sentire. “Tra gli obiettivi formativi del Corso di Laurea in Filosofia figurano le diciture ‘bibliotecario’ e ‘archivista’. Io mi sono da poco laureata alla Magistrale con una tesi in
Estetica – racconta Giuseppina – Il sogno nel cassetto è diventare un curatore museale, percorso che altrove si presenta facilitato rispetto a Napoli, dove si è scavalcati nell’ordine di preferenza da laureati in Architettura o Beni culturali. Speriamo che questi tirocini saranno poi validi anche per gli studenti in uscita”. Preoccupa, infatti, tanto i laureandi la tempistica relativa alla messa a punto effettiva dei programmi. Ma il prof. Marco Meriggi, docente di Storia delle istituzioni politiche, rassicura la platea: “in ogni caso, procederemo a diversificare le opportunità per ogni fascia: Triennale, Magistrale e Post-laurea. Vogliamo avviare attività che abbiano una finalizzazione concreta sulla scorta di iniziative ben riuscite in altri Atenei nazionali”, in prima linea le Università di Milano e Torino. La chiusa del prof. Arienzo sembra promettere agli studenti speranzosi un esito positivo. “Oggi abbiamo riflettuto sulla possibilità di intervenire su più fronti. Prossimamente convocheremo un nuovo incontro con i dettagli pratici”.