Gli studenti: “i professori non ci trattano come numeri di matricola”

“Non vedete Lettere come un ripiego. Qui si suda e si lavora anche se non è a numero chiuso. È una scelta gratificante”, questa l’esortazione di Fedele, studente della Magistrale in Filologia Moderna. Contentissimo di aver seguito la propria vocazione, mette in guardia le aspiranti matricole: “potreste avere qualche problema a raggiungere l’università con i mezzi pubblici o dover tornare svariate volte in segreteria per sbrigare una pratica”. Per il resto: “vi troverete benissimo”. “La didattica è ottima ed anche i rapporti con i docenti. Sono disponibili e ci coinvolgono in numerosi progetti: non siamo trattati come numeri, cosa che spesso accade in Atenei più grandi del nostro”, a parlare è Ester, studentessa al secondo anno della Triennale in Lettere. Cosa andrebbe migliorato? “Per chi viene da fuori come me, raggiungere la sede principale con i mezzi di trasporto non è semplice perché nell’ultimo anno sono state tagliate moltissime corse degli autobus”. Valentina, laureanda in Lettere, racconta: “la mia è stata una scelta fatta per passione e credo debba essere questa la parola d’ordine per chi ha intenzione di iscriversi a questo Dipartimento”. Scelta che ripeterebbe “mille volte, vista anche la disponibilità dei docenti che hanno con noi un rapporto personale, ci orientano al post laurea, organizzano seminari molto stimolanti”. Sossio, primo anno di Magistrale in Filologia Moderna, consiglia: “Chi voglia iscriversi non deve limitarsi a vivere la vita universitaria, ma aprirsi ad una prospettiva europea facendo tesoro dei progetti internazionali, dall’Erasmus al Socrates”. Anche per lui, rapporto con i docenti e attività didattica rappresentano il fiore all’occhiello del Dipartimento: “molti corsi offrono una visuale anche marcatamente multimediale, proponendo supporti cinematografici e coinvolgendo direttamente noi studenti”. 
Latino e Archeologia 
Classica, esami tosti
Un esame particolarmente complicato? “Letteratura latina. Va studiato con criterio anche perché può essere molto importante nel post università”. Alessia, al terzo anno di Lettere, condivide: “l’esame di Latino è davvero tosto. Bisogna studiare ed esercitarsi molto perché a volte i professori danno per scontate delle conoscenze che non abbiamo”. Ciononostante, è molto contenta della propria scelta perché “frutto di una grande passione” e la consiglierebbe a chiunque ami le discipline umanistiche. Qualche lamentela da Cristian, terzo anno in Beni Culturali: “il nostro piano di studi è inadeguato, ci sono esami, a mio avviso, non molto utili. Chi decide di iscriversi deve avere le idee chiare e soprattutto inserire nel proprio piano di studi discipline che potranno tornargli utili per la carriera, non scegliere la strada più semplice”. E tra i meno semplici c’è sicuramente l’esame di Archeologia classica, come spiega Maria Pia, secondo anno di Beni Culturali: “bisogna studiare tutto e seguire il corso. È fondamentale seguire. Credo, però, che avremmo bisogno di un po’ più di attività pratica, soprattutto perché gli unici esami pratici sono relegati all’ultimo anno e diventa difficile anche scegliere una disciplina per la tesi”. Alessandra, secondo anno di Beni Culturali, ha una storia particolare. Dopo due anni a Farmacia, ha rinunciato per seguire la propria vocazione: “Continuavo a leggere le stesse cose per ore ed ore senza voglia, non ero riuscita ad integrarmi. Qui le cose vanno molto meglio, non solo perché studio quello che mi interessa, ma anche perché c’è una dimensione più umana, un fattore da non sottovalutare per una scelta così importante”.
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