Gli studenti Erasmus da Papa Francesco. Nella nutrita delegazione che ha fatto visita al Pontefice durante l’udienza del mercoledì, lo scorso 5 febbraio, anche gli universitari napoletani. “Siamo partiti di buon mattino – spiega l’organizzatore dell’evento Alessandro Canetti, studente di Giurisprudenza al Suor Orsola Benincasa – e rientrati in tarda serata; abbiamo trascorso una giornata davvero indimenticabile grazie all’elemento mistico che si è fuso con quello della multietnicità. Un mix straordinario di sentimenti, commozione e culture che hanno reso la giornata davvero memorabile”. In tanti hanno partecipato: circa centodieci i ragazzi italiani e stranieri che hanno approfittato di quest’imperdibile occasione. L’escursione, incentrata prevalentemente sull’udienza papale, è, poi, continuata con visite (ai Musei Vaticani) e passeggiate per il centro cittadino. L’evento è stato organizzato dall’Erasmus Point, ufficio di accoglienza della Federico II e dell’Orientale, in collaborazione con Erasmusland, l’associazione che si occupa più nello specifico di tutto ciò che è legato all’organizzazione di eventi per gli Erasmus. Molto soddisfatti i partecipanti. “La giornata è iniziata davvero presto… ma ne è valsa la pena! L’entusiasmo era già palpabile alle prime curve del nostro lungo viaggio! La pioggia non ci ha demoralizzato e siamo riusciti comunque a salutare il Pontefice. La visita ai Musei Vaticani ha fatto il resto! Di sicuro una giornata da ripetere!”, afferma Antimo Angelino, studente di Ingegneria Informatica alla Sun. Il suo collega Gianluca Petito, iscritto ad Ingegneria Edile nello stesso Ateneo, ha aggiunto: “è stata una bella esperienza e, scambiando qualche chiacchiera nel viaggio del ritorno, dubito di aver recepito che qualcuno fosse rimasto deluso da qualcosa se non dalle condizioni meteo”. “La nostra più grande sorpresa è stata quella di notare come molti ragazzi Erasmus, completamente disinteressati alle nostre consuete attività di intrattenimento, abbiano, invece, preso parte con gioia all’incontro con il Papa e come la voglia di interagire con lui, seppure per qualche secondo, fosse davvero tanta!”, commenta Alessandro che ha un ricordo molto vivo del suo soggiorno Erasmus lo scorso anno a Coimbra in Portogallo. Interfacciarsi con altre culture e modi di concepire la vita e, più in particolare, con il mondo universitario. Un’esperienza che non ha prezzo. Il continuo arricchimento che si riceve immergendosi in un’altra cultura è uno dei ricordi più belli che ogni studente Erasmus porta con sé nell’arco di tutta la vita. Lo si percepisce in maniera netta nelle parole di chi quest’avventura l’ha già sperimentata. “Sono stato a Salamanca l’anno scorso per 6 mesi. L’esperienza più bella della mia vita!”, racconta Gianluca che è rimasto molto colpito dalle strutture dell’Ateneo che lo ha ospitato e dalla disponibilità dei professori spagnoli. Anche Antimo afferma: “l’Erasmus è un’esperienza indimenticabile, a prescindere dal luogo! Ma io sono stato davvero fortunato. Siviglia è economica e bellissima! Clima uguale al nostro e piena di studenti da tutto il mondo… piena di locali notturni”. Purtroppo, continua, “la vita accademica è decisamente un passo avanti rispetto a ciò cui siamo abituati nei nostri Atenei. Senza dubbio c’è una maggiore disponibilità al rapporto diretto tra docente e studente”.
Ulteriore testimonianza di quanto la mobilità universitaria sia una risorsa, proviene da Sara Karam, ingegnere libanese venticinquenne, a Napoli da tre anni per il dottorato in Ingegneria Industriale alla Federico II. “Sono venuta qui per uno scambio di tesisti sotto il programma di ricerca e sviluppo Tempus. Ero una ragazza di ventidue anni con la voglia di scoprire, viaggiare, provare…”, racconta. Appena arrivata a Napoli, Sara è rimasta un po’ scioccata, soprattutto perché parlava solo inglese. Ha fatto di necessità virtù: “ho imparato l’italiano velocemente e subito ho cominciato a sentirmi a casa. La somiglianza tra la mia città, Beirut, e Napoli è grandissima: traffico, caos, gente che urla”.
(M.P.C.)
Ulteriore testimonianza di quanto la mobilità universitaria sia una risorsa, proviene da Sara Karam, ingegnere libanese venticinquenne, a Napoli da tre anni per il dottorato in Ingegneria Industriale alla Federico II. “Sono venuta qui per uno scambio di tesisti sotto il programma di ricerca e sviluppo Tempus. Ero una ragazza di ventidue anni con la voglia di scoprire, viaggiare, provare…”, racconta. Appena arrivata a Napoli, Sara è rimasta un po’ scioccata, soprattutto perché parlava solo inglese. Ha fatto di necessità virtù: “ho imparato l’italiano velocemente e subito ho cominciato a sentirmi a casa. La somiglianza tra la mia città, Beirut, e Napoli è grandissima: traffico, caos, gente che urla”.
(M.P.C.)