I laureati di qualità del Parthenope

Ha avuto un battesimo felice il Mentoring Day, l’iniziativa organizzata dal prof. Federico Alvino nell’ambito delle attività dedicate al tutorato. L’Aula Medina di Piazza Municipio, dove lo scorso 18 marzo si è tenuto il primo dei due incontri in programma, era piena di neolaureati e laureandi curiosi di saperne di più. La prima precisazione sull’argomento l’ha fatta il prof. Alvino nell’introduzione: “equiparare il mentor al tutore è riduttivo”. Il mentore, come l’anziano di fiducia al quale Ulisse affidò il figlio Telemaco, è per il pupillo un consigliere e un amico. “Non è solo un tutor, bensì un vero e proprio allenatore, un tifoso della persona, la quale viene presa a cuore”. Il rapporto mentore-pupillo può nascere casualmente e spontaneamente, ma può anche essere il risultato di programmi formalizzati di mentoring che, sulla scia di quanto già da tempo avviene all’estero, si stanno realizzando sempre più frequentemente all’interno delle aziende come aspetto della gestione delle risorse umane. E’ possibile ritrovare significativi esempi di mentoring anche all’interno delle associazioni, come quella degli ex allievi della Scuola Militare Nunziatella, presente all’incontro nelle persone dei professori Rodriguez e Barbi. Rodriguez ha illustrato una pratica di mentoring efficacemente organizzata. Partita da Firenze nel 2001, conta attualmente 206 mentor e 327 pupilli, dei quali 19 svolgono il ruolo di mentor junior. Non solo: il mentoring dell’associazione degli ex allievi Nunziatella ha un suo consiglio composto da un presidente e tre coordinatori. Chissà che presto i laureati dell’Università Parthenope non possano avvalersi di una struttura simile, se è vero che sta per nascere un’associazione di ex allievi, fortemente voluta da alcuni laureati che intendono rimarcare il senso di appartenenza ad un ateneo che sempre più si afferma sulla scena dello sviluppo del territorio. Ha spiegato uno dei promotori dell’associazione, il dott. Scaletti: “da quando ero studente sentivo dire che i cugini federiciani erano i più bravi, quelli che avrebbero avuto successo nella vita. Noi studenti del Navale prima e della Parthenope poi, temevamo che le aziende non ci avrebbero visto di buon occhio. Poi invece non è andata così. L’associazione degli ex allievi dunque vuole rafforzare il sentimento di appartenenza alla nostra università, ma anche dare un segnale al mondo delle attività produttive: dalla Parthenope escono laureati di qualità”. Ciascun ex allievo potrà essere mentore per i più giovani, attraverso la costruzione di una rete di condivisione di informazioni che avrà la sua base nell’associazione. 
La prima giornata del Mentoring Day ha offerto ai partecipanti un’occasione di approccio al mentoring mediante la presentazione delle esperienze di giovani laureati che si sono raccontati con grande naturalezza e spirito di collaborazione. Giovani di successo, la conferma delle parole di Scaletti: la Parthenope laurea persone in gamba, è bene spargere la voce.
Corrado,
specialista in mutui
Ferdinando Corrado: quando il mentore aiuta a crearti un percorso. Si è laureato nel 2000 proprio con il prof. Alvino, tesi sulle strategie aziendali. Ai ragazzi ha raccontato una storia di sacrifici e di grandi soddisfazioni. “Dopo la laurea la prima scelta da compiere è tra la strada professionale e il mondo aziendale – ha detto- io scelsi la seconda. Fui assunto alla Banca di Roma a Sessa Aurunca, stavo alla cassa. Contavo i soldi e le cambiali. Quanti momenti di scoraggiamento, quante volte ho pensato che quello non era ciò che volevo!. Ma è importante dare la massima disponibilità e mobilità, sacrificarsi e aspettare con pazienza il proprio turno”. Il dott. Corrado non si limitava a svolgere il suo lavoro, restava in banca fino alle nove di sera, senza che la sua presenza lì fosse considerata straordinario, rimaneva per imparare. Fino a quando… “Ho conosciuto un dirigente che mi ha preso in simpatia e mi ha aiutato a crearmi un percorso professionale. Oggi sono uno dei tre specialisti in Campania nell’istruttoria mutui della Banca di Roma. La Banca ha anche premiato il mio impegno iscrivendomi ad un master organizzato in collaborazione con l’API, la Banca d’Italia e la Bocconi”. Occuperebbe quella posizione se non avesse incontrato il suo mentore?, gli chiede il prof.Alvino. Corrado risponde di no. Sa di essere stato fortunato, ma sottolinea: “la fortuna aiuta gli audaci”.
Nasti, dal settore
turistico al mondo bancario
Libera Nasti: tante esperienze che diventano competenza.
La dott.ssa Nasti si è laureata due anni fa con una tesi in Economia del turismo sull’ICT nel settore crocieristico. La scelta dell’argomento era legata ad un’esperienza di lavoro durante gli anni di università. “Lavoravo front line con la clientela. Dopo la laurea avrei voluto intraprendere un cammino diverso, ma immediatamente ho trovato lavoro in un’agenzia di intermediazione turistica. Ho viaggiato molto all’estero, girando per le fiere dove dovevo cercare clienti cui vendere servizi”. Libera Nasti non ha trovato il mentore di cui avrebbe avuto bisogno: “l’agenzia era a conduzione familiare, non c’era possibilità di crescita. Così ad un certo punto sono andata via, anche se ero diventata responsabile commerciale dell’azienda. Ormai sentivo che lì non avrei potuto fare il salto di qualità, diventare una professionista”. Oggi la dottoressa fa un lavoro che potrebbe sembrare distante anni luce da ciò di cui si è occupata per tanti anni: è entrata in Banca di Roma. “Vi chiederete come mai. La risposta è semplice: il mondo delle banche non richiede più il perfetto contabile, ma una persona che sappia relazionarsi con la clientela. Le competenze che ho acquisto negli ultimi anni sono proprio quelle cercate da un settore che è sempre più orientato alla cura del cliente”. Una venticinquenne eclettica, come dimostrato dalla ciliegina messa sulla torta dal prof. Alvino: “Libera, hai dimenticato di dire che sei iscritta alla Sicsi per l’insegnamento…”.
Orlando,
imprenditore
nell’azienda 
di famiglia
Marco Orlando: come gestire un’azienda di famiglia e vivere felici.
“La mia esperienza è un po’ sui generis -ha esordito il dott. Orlando- Spero che possa esservi utile lo stesso”. Orlando, che si è laureato l’anno scorso, ha ereditato un’azienda che produce, acquista e vende materiale cartaceo. “Ho iniziato senza sapere da dove cominciare- ha raccontato- All’inizio ho lasciato che i miei collaboratori decidessero per me, perché quando un’azienda viene lasciata da una persona che stimi è difficile fare scelte che si discostano dalle sue. Poi ho trovato due mentori, un imprenditore di Roma e la prof.ssa Buonocore, che mi ha seguito per la tesi. Mi hanno saputo consigliare”. Orlando ha illustrato il suo percorso –come ha evidenziato il prof. Alvino- con costante riferimenti ai concetti studiati all’università. Da come è riuscito ad abbattere i costi di produzione a come ha iniziato a redigere personalmente il bilancio. Perché, tra le altre cose, Orlando svolge anche la pratica presso uno studio fiscale. 
Piccirillo, da dieci mesi in Bulgari
Ennio Piccirillo: l’importanza di essere cittadini del mondo.
Dopo la laurea, tre anni e mezzo fa, il dott. Piccirillo ha iniziato subito a girare per l’Europa. Durante il periodo della tesi aveva già svolto uno stage presso una società che si occupa di tabacco, poi, laureatosi, si è trasferito a Dublino per entrare nel settore controllo e gestione della Fiat, nell’ambito del progetto Leonardo. Successivamente ha lavorato in Olanda, per poi tornare in Italia, assunto prima in Deloit e poi in Accenture. Infine, da dieci mesi lavora in Bulgari, il colosso dei diamanti, dove si occupa di sistemi informativi. “La parola d’ordine per me è ‘Thinking outside the box’, andare al di là dell’ordinario, mettere alla prova il terreno in cui si lavora. Seguire un sogno serve per spronarsi e andare al di là delle proprie capacità”.
Ricci: laurearsi 
presto e con
un voto alto
Marco Ricci: quanto conta il voto di laurea.
Ha 28 anni e si è laureato in Economia aziendale con i professori Quintano e Calvelli, che definisce “i miei primi mentori”. Il dott. Ricci ha seguito anche un percorso formativo post-lauream, il master MBA, “di tipo americano, dove ho potuto constatare che le università americane il mentoring ce l’hanno ‘in the blood’, nel sangue”, ha detto. Poi il lavoro, ad Ancona, dove si è occupato di trade marketing per la Angelici Farmaceutici. Oggi Ricci lavora in una multinazionale petrolifera. Da responsabile commerciale della Esso, afferma: “le regole sono poche ed essenziali, se si vuole fare un certo tipo di carriera. Laurearsi presto e con un voto alto, conoscere bene l’inglese e l’informatica”. Si vede che Ricci ha già la stoffa del mentore istituzionale. E infatti da maggio sarà mentor di un ragazzo assunto alla Total. Ha spiegato: “le multinazionali all’inizio ti affidano ad un trainer, poi ti fanno seguire corsi di formazione ad hoc”.
Saraco: da 
facchino a manager
Alfonso Saraco: non arrendersi mai.
Ha cominciato facendo il facchino, attualmente è front-office manager dell’Hotel Mediterraneo. Alfonso Saraco si è laureato nel 2001 con la prof. Maria Ferrara e subito dopo ha lasciato il luogo dove aveva lavorato durante l’università: l’Hotel Mediterraneo. Lì, inseguendo il sogno di diventare manager d’azienda, aveva fatto di tutto: facchino, portiere di notte, addetto alla reception. Ma dopo la laurea l’obiettivo era quello di crescere e in quell’ambiente si è scontrato contro un muro. Perché non sempre è facile trovare un mentore. “Ovunque vi troviate, rubate conoscenze – ha consigliato- Nessuno vi insegnerà nulla”. Così il neodottore si è trasferito per un periodo a Londra, dove è rimasto fino a quando non è stato richiamato a Napoli. E proprio dal Mediterraneo. Oggi guida un team di 20 persone. “Sono tornato a Napoli partendo dal presupposto che questa è solo una fase della mia vita, potrei andarmene di nuovo. Il mio consiglio è: vedete il mondo a 360 gradi. Imparate bene l’inglese e non fossilizzatevi sulle otto ore di lavoro al giorno”.
A ciascuno il suo mentor e infatti alla fine dell’incontro i partecipanti continuavano ad affollare l’aula per cercare di parlare con l’uno o l’altro dottore. Ma il Mentoring Day non finisce qua. L’iniziativa proseguirà il 13 maggio con il coinvolgimento di esperti psicologi che aiuteranno a decontestualizzare le esperienze raccontate, per consentire l’acquisizione da parte della platea di criteri generali di riferimento. Sempre con un’avvertenza, però. Come ribadito più volte dagli ‘adulti’ del 18 marzo, i professori Alvino, Rodriguez e Barbi, è assolutamente vietato scambiare il mentoring con un servizio di collocamento. 
Sara Pepe
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