Il bridge e l’Università

Forse l’avete visto in qualche film o ne avete letto in un romanzo di Agatha Christie. O forse ne avete sentito parlare come del gioco a coppie con carte francesi che assomiglia alla briscola e che è assurto alla dignità di sport, unico ad avere avuto questo onore insieme agli scacchi. Il suo nome è Bridge, ed evoca scenari che si situano forse oltre i confini nazionali. Ma una Federazione italiana esiste, la FIGB, e si fa sentire a Caserta tramite il circolo locale Bridge Arcobaleno, che ha organizzato per il 31 marzo un incontro introduttivo nell’Aula Magna “Carfagna” del Polo Scientifico della SUN in via Vivaldi. 
“Cominciamo dai Dipartimenti di Matematica e Fisica e di Scienze e Tecnologie e Ambientali (DiSTABIF): quelli che mi sono sembrati potenzialmente sensibili a questa disciplina”. È l’ingegnere Ferdinando Giordano a parlare, Presidente dell’associazione bridgistica casertana e istruttore per conto della Federazione nazionale. “Nel mio ruolo ho il dovere istituzionale di diffondere il bridge, quella che è una vera e propria disciplina sportiva. Ho pensato, dunque, di ispirarmi a ciò che già avviene in alcune università del Nord, in cui l’attività bridgistica e scacchistica è integrata all’interno dei Dipartimenti. Qui ci sono ancora delle resistenze; anche sport più diffusi faticano a trovare posto nell’università. Allora, per colmare questo gap, ho deciso di propormi a questi due Dipartimenti, dove ho trovato interlocutori molto disponibili nei due Direttori, i professori. Pedone e D’Onofrio. È chiaro che l’incontro è aperto a tutti, non abbiamo preclusioni”. 
Sono parole di grande esperienza quelle dell’ingegnere Giordano, che si rivela essere un fine conoscitore anche delle dinamiche sociali e della storia locale della disciplina: “In Campania abbiamo avuto un notevole calo degli iscritti nell’ultimo periodo, ma è un fenomeno che bisogna inquadrare per bene. Normalmente la diffusione del bridge va di pari passo con lo sviluppo economico di un territorio. Essere ambasciatore del bridge nella Terra dei Fuochi non è una missione facile. Ciò nonostante, nell’Università c’è un potenziale importante: io spero di trovare dei nuovi talenti del bridge, che possano cominciare insieme a noi un percorso di formazione. Quando si è giovani si ha più tempo, mentre, purtroppo, quando mancano le associazioni universitarie dedicate, a questo gioco ci si accosta in età avanzata”. 
Poche parole che aprono un mondo nuovo su una disciplina poco conosciuta, sicuramente lontana nell’immaginario collettivo dagli ambienti universitari e più vicina ai salotti dell’alta borghesia: “È un pregiudizio, un pregiudizio che ha però la sua fondatezza. A Caserta storicamente il bridge era l’attività prediletta di una manciata di famiglie agiate. Ma nelle società culturalmente sviluppate non è affatto così, e anzi sono gli studenti i giocatori più accaniti di questa disciplina. Per loro è anche uno straordinario momento formativo, perché, ricordiamolo, il bridge è uno sport di squadra. Si gioca in coppia nelle singole partite, e poi in un secondo livello a squadre. Questo significa che è anche un momento di aggregazione importante”.
Nell’incontro del 31 l’associazione Bridge Arcobaleno introdurrà i presenti al bridge: come si gioca, che cos’è un torneo, che strategie si utilizzano. Lo si potrebbe definire un incontro seminariale, conoscitivo, ma allo stesso tempo molto pragmatico, perché l’ing. Giordano cerca persone interessate a giocare sul serio: “La sede dell’associazione è a due passi dall’Università, quindi il nostro non è un invito campato in aria. Abbiamo gli spazi, abbiamo i tavoli, abbiamo le carte. Cerchiamo persone seriamente interessate, che possano migliorare sempre di più. Noi di nostro assicuriamo che non dovranno mai spendere nulla per farlo e offriamo pieno supporto nell’allenamento”. 
Allenamento e talento, aggiungiamo noi, che in questi casi è un parente stretto delle abilità logiche. E nel vivaio formato dagli studenti del Polo Scientifico, che con la logica hanno di sicuro una certa familiarità, chissà che non si nasconda una nuova stella del bridge nazionale.
Valerio Casanova
- Advertisement -




Articoli Correlati