Il parcheggio non basta per tutti, si sosta alla mercé dei parcheggiatori abusivi

Fra le sedi di Ingegneria dell’area occidentale, quella di Via Nuova Agnano è forse quella più decentrata. Bella, spaziosa, con una pianta che la rende accogliente e aperta e, aspetto positivo sottolineato da quasi tutti gli studenti, con una mensa all’interno. “Questa è una delle poche strutture non tristi di Ingegneria, sicuramente non come l’edificio di Piazzale Tecchio che, in fin dei conti, è un palazzo, nemmeno troppo accogliente. Qui si sta bene, però ci sono pochi servizi intorno e penuria di mezzi di trasporto”, dice Mario De Crescentis, studente Triennale di Ingegneria Biomedica che desidererebbe un orario più comodo la sera, soprattutto nei mesi invernali: “il giovedì restiamo qui fino alle 18.30 e un giorno alla settimana non ci basta per essere al passo”. Erika Caianiello vorrebbe più esercitazioni “per aiutarci a capire meglio la teoria”. Una questione che articola la sua collega, Roberta D’Angelo, quando solleva una problematica di impostazione didattica, della quale fanno le spese anche i docenti: “stiamo seguendo il corso di Fenomeni di Trasporto, che richiede conoscenze di Chimica, materie prevista, però, il prossimo semestre. Lo stesso accade al primo anno: durante il secondo semestre affrontiamo Analisi Matematica II che ha dei richiami di Algebra Lineare e Geometria le cui lezioni, però, si svolgono in parallelo nello stesso periodo. Alcuni professori ne hanno parlato con noi perché si rendono conto del problema”. “Se fossimo un po’ di meno in aula, alcune di queste difficoltà si affronterebbero meglio”, dice timidamente Annamaria Galluccio. In effetti, quello del sovraffollamento resta un problema qui ad Ingegneria nonostante le speranze suscitate dall’inaugurazione di un nuovo campus nell’area est della città. “È esattamente il contrario! – dicono i quattro futuri bioingegneri – I ragazzi che l’anno scorso seguivano a San Giovanni quest’anno sono stati trasferiti qui ad Agnano, forse perché erano pochi. Non lo sappiamo bene, ma chi aveva pensato di studiare vicino casa adesso va che più lontano non si potrebbe”. Laura Bianco è iscritta alla Triennale di Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio: “quest’anno in due giorni la settimana abbiamo sette ore di lezione, negli altri seguiamo ‘solo’ per due ore – dice – Per fortuna, c’è un giorno libero”. Tuttavia, raggiungere la sede di Agnano per due ore e basta è un grosso investimento in termini di tempo: “non ti puoi fermare a studiare, qui ci sono solo un’aula studio e una biblioteca che la mattina presto sono già piene; gli altri spazi sono sempre occupati e preferiamo stare il più possibile a casa – sottolinea il suo compagno di studi Antonio Converti – Diverse date d’esame si accavallano le une con le altre, o sono fissate ad un giorno di distanza”. La collega Maria Ciano, invece, non si sposta volentieri con i mezzi pubblici: “hanno istituito una navetta specifica per i plessi universitari di Fuorigrotta, la 502, ma non è molto frequente, è sempre affollata, perciò preferisco venire a piedi, perché la Cumana ci mette una vita”. Pierluigi Bianco, studente Magistrale di Ingegneria Meccanica, invece, è soddisfatto del contesto in cui si trova. Questo semestre la sua settimana è divisa, a giorni alterni, fra i plessi di Agnano e Via Claudio: “noi Meccanici non abbiamo grossi problemi. Se si esclude il primo anno, per il quale una volta erano previsti otto esami, l’organizzazione rende il lavoro fattibile: il carico è ben distribuito e il calendario viene stabilito con molto anticipo e rispettato scrupolosamente, senza mai variazioni”. Durante la pausa pranzo, mentre ingoiano un panino prima della lezione delle 13.30, ci fermiamo a parlare con delle ragazze iscritte al Corso di Laurea Triennale in Ingegneria Edile. “Quest’anno siamo proprio in una bella struttura e l’orario delle lezioni è migliore rispetto all’anno scorso, stiamo sempre qui, senza mai spostarci”, dice Alessia Esposito. “L’anno scorso non avevamo mai un attimo di sosta e tutti i giovedì e venerdì seguivamo otto ore di corsi”, spiega Tina Toscano, la quale, per non perdere l’abitudine alla velocità, parla mentre mangia e contemporaneamente scruta in aula per vedere se arriva l’insegnante. “Anche le date d’esame sono distribuite meglio. Forse per alcuni insegnamenti, come Fisica, farebbe comodo qualche appello in più, darebbe un po’ di serenità”, aggiungono Antonietta Gialò e Ilaria Fiorillo. 
Mentre andiamo via, arriva la navetta 502, un bel sollievo per chi ha completato i corsi. Ma non si può fare a meno di segnalare un problema evidenziato da più di uno studente e sempre con grande preoccupazione: il parcheggio non basta per tutti ed è quasi esclusivamente appannaggio dei docenti. Gli studenti lasciano le automobili all’esterno, dove trovano i parcheggiatori abusivi e, spesso, danni.
Simona Pasquale
- Advertisement -





Articoli Correlati