“La tua aspirazione era fare l’architetto, il medico o l’infermiere, ma non sei riuscito a superare i test di ammissione? Per favore non t’iscrivere a Studi Umanistici” è la preghiera dei docenti di tutti i Corsi di Laurea del Dipartimento, stanchi di studenti poco motivati, che avrebbero voluto fare altro, invece di ritrovarsi “a parcheggio” nei Corsi che non hanno il numero chiuso. Infatti, se si esclude quello Triennale in Scienze e Tecniche Psicologiche (la cui prova d’ammissione si è svolta il 13 settembre) gli altri sono tutti ad accesso libero, ovvero: Storia, Archeologia e Storia delle Arti, Cultura e Amministrazione dei Beni Culturali, Filosofia, Lettere Classiche, Lettere Moderne, Lingue, Culture e Letterature Moderne Europee. A questi è possibile iscriversi fino al 31 ottobre, ma le lezioni inizieranno la prima settimana del mese. Le sedi sono diverse a seconda dei Corsi di Laurea scelti: quelli di Lettere e Lingue si dividono tra Corso Umberto I e via Porta di Massa, mentre gli iscritti a Storia, Archeologia e Amministrazione dei Beni Culturali seguono prevalentemente al Palazzo di vetro di via Marina. Soltanto Scienze e Tecniche Psicologiche si divide tra l’aula Ottagono di Corso Umberto e l’aula Invalidi di Piazza Matteotti. Le lezioni si svolgono per tutti da ottobre a dicembre e da marzo a maggio, mentre le sessioni d’esame sono: gennaio-febbraio e giugno-luglio, con quella straordinaria di settembre. Per i più vicini alla laurea, ovvero all’ultimo anno di Triennale e Magistrale, ci sono anche quelle di aprile e novembre.
Gli studenti del primo anno di Lettere Moderne, in assoluto il Corso più popolato del Dipartimento, al primo semestre seguono il lunedì, il martedì e il mercoledì mattina, con l’aggiunta del giovedì pomeriggio per la lingua a scelta. Materia rappresentativa del Corso è sicuramente Letteratura Italiana, insegnata dai docenti Tobia Toscano, per le matricole il cui cognome inizia con le lettere comprese tra la A e la L, e Francesco Botti con Adriana Mauriello, per le lettere dalla M alla Z, quest’ultimo è dunque un modulo integrato che prevede 60 ore divise tra due docenti. “Inizierò da novembre, visto che la prima parte del corso la terrà la prof.ssa Mauriello – spiega il prof. Botti- mi occuperò, infatti, del periodo che va dal ’400 al ’500. Leggerò testi di Machiavelli, Ariosto e Tasso, iniziando ad abituare i ragazzi ad un microdiscorso monografico, fornendo loro modelli interpretativi”. Letture critiche approfondite da cui trarre spunti interessanti, ma anche un ripasso della cornice storico-letteraria in cui si muovono gli autori. “È sempre difficile bilanciare esigenze di preparazione di base di alcuni con il bisogno di approfondimento di altri. È necessario mediare perché purtroppo il liceo spesso non fornisce nozioni tali da permetterci di partire con un discorso universitario”. L’interesse per la materia c’è, ma il momento seminariale è precluso dalla mancanza di spazi: “incontriamo sempre difficoltà nel reperire spazi e tempi necessari per avviare iniziative di tipo seminariale, che sono invece più frequenti agli ultimi anni, visto che gli studenti si riducono notevolmente”. Il professore dà alcuni consigli per affrontare al meglio il percorso: “seguite la vostra strada con il massimo impegno, anche al di là dei corsi e degli esami, appassionatevi a letture di ogni genere, ma soprattutto ai classici, e siate curiosi, in modo da acquisire una formazione competitiva, dal momento che non siete in cerca di gratificazioni economiche se v’iscrivete a Lettere”. Parlare correntemente più di due lingue può aiutare molto: “la mia generazione non ne aveva bisogno, questa sì, molti laureati hanno trovato posti come lettori nelle Università estere”. Insomma è necessario: “onorare questa scelta coraggiosa con uno studio che non sia al risparmio e vada oltre la necessità stretta dell’esame”.
Gli studenti del primo anno di Lettere Moderne, in assoluto il Corso più popolato del Dipartimento, al primo semestre seguono il lunedì, il martedì e il mercoledì mattina, con l’aggiunta del giovedì pomeriggio per la lingua a scelta. Materia rappresentativa del Corso è sicuramente Letteratura Italiana, insegnata dai docenti Tobia Toscano, per le matricole il cui cognome inizia con le lettere comprese tra la A e la L, e Francesco Botti con Adriana Mauriello, per le lettere dalla M alla Z, quest’ultimo è dunque un modulo integrato che prevede 60 ore divise tra due docenti. “Inizierò da novembre, visto che la prima parte del corso la terrà la prof.ssa Mauriello – spiega il prof. Botti- mi occuperò, infatti, del periodo che va dal ’400 al ’500. Leggerò testi di Machiavelli, Ariosto e Tasso, iniziando ad abituare i ragazzi ad un microdiscorso monografico, fornendo loro modelli interpretativi”. Letture critiche approfondite da cui trarre spunti interessanti, ma anche un ripasso della cornice storico-letteraria in cui si muovono gli autori. “È sempre difficile bilanciare esigenze di preparazione di base di alcuni con il bisogno di approfondimento di altri. È necessario mediare perché purtroppo il liceo spesso non fornisce nozioni tali da permetterci di partire con un discorso universitario”. L’interesse per la materia c’è, ma il momento seminariale è precluso dalla mancanza di spazi: “incontriamo sempre difficoltà nel reperire spazi e tempi necessari per avviare iniziative di tipo seminariale, che sono invece più frequenti agli ultimi anni, visto che gli studenti si riducono notevolmente”. Il professore dà alcuni consigli per affrontare al meglio il percorso: “seguite la vostra strada con il massimo impegno, anche al di là dei corsi e degli esami, appassionatevi a letture di ogni genere, ma soprattutto ai classici, e siate curiosi, in modo da acquisire una formazione competitiva, dal momento che non siete in cerca di gratificazioni economiche se v’iscrivete a Lettere”. Parlare correntemente più di due lingue può aiutare molto: “la mia generazione non ne aveva bisogno, questa sì, molti laureati hanno trovato posti come lettori nelle Università estere”. Insomma è necessario: “onorare questa scelta coraggiosa con uno studio che non sia al risparmio e vada oltre la necessità stretta dell’esame”.
Affollamento
anche in Aula 3
anche in Aula 3
Sulla stessa linea di pensiero il prof. Toscano che sceglie di tenere da solo un corso di 60 ore, dalle origini al ’500, rinunciando ai due moduli divisi tra diversi docenti: “ognuno di noi ha il suo modo d’insegnare e penso che per lo studente sia già difficile abituarsi ad una lezione universitaria, quindi perché costringerlo all’ulteriore sforzo di comprendere due metodi differenti d’insegnamento per uno stesso esame?”. Letture di testi in aula e abitudine alla parafrasi, gli elementi fondamentali del corso: “abituerò i miei studenti alla lettura di brani tratti da opere significative come il Canzoniere di Petrarca, il Principe, il Decameron e la Gerusalemme Liberata, abbinati a quelli dei poeti delle origini, ma soprattutto insegnerò loro a fare la parafrasi, conquista di grande dignità scientifica, di cui non tutti sono a conoscenza. La maggior parte degli esaminati, infatti, viene bocciata perché non è in grado di farla”. L’annoso problema del sovraffollamento dei corsi non consente approfondimenti: “non riesco a tenere un corso che vada al di là della lezione cattedratica, perché ci sono studenti seduti sui davanzali anche in Aula 3, che è tra le più ampie del Dipartimento, in più noi docenti non siamo liberi di stabilire i giorni e gli orari in cui fare lezione”. Il professore suggerisce quindi di tenere corsi da 60 ore distribuiti su un anno accademico, piuttosto che su un semestre: “in questo modo gli studenti non sarebbero sottoposti ad un sovradosaggio di nozioni ed avrebbero più tempo per assimilare concetti importanti. In più la stessa aula, anziché essere impegnata per sette ore da tre docenti, potrebbe essere utilizzata per un’ora a testa dai diversi professori che si avvicendano”. La carenza di spazi, risorse e opportunità porta come conseguenza un calo dell’interesse: “purtroppo è inevitabile, perché il laureato in Lettere vede la progressiva riduzione di sbocchi, senza contare che l’introduzione del numero chiuso negli altri Corsi di Laurea ha fatto sì che il nostro venga scelto spesso come ripiego”. Missione dei docenti di Lettere è insegnare a pensare con la propria testa: “faccio il mio lavoro al massimo delle possibilità, per far capire agli studenti, attraverso la poesia e la letteratura, che non serve a granché il pezzo di carta se lo si utilizza per mettersi in coda. Importante è sviluppare una propria coscienza critica e rinunciare al pensiero unico”. Gli ultimi consigli del docente: “utilizzate le poche risorse che avete al meglio, studiando con intelligenza e passione, e pretendete il rispetto delle leggi che già ci sono, prima di manifestare per quelle che ancora non sono effettive”.
Allegra Taglialatela
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