Il ProRettore Cataldi: tutelare gli specialismi, una delle mission dell’Ateneo

“Il prossimo Rettore dovrà avere molta fantasia ed intraprendenza”, sostiene il ProRettore Vicario de L’Orientale Giuseppe Cataldi, 56 anni, ordinario di Diritto Internazionale. L’Ateneo, lo ricordiamo, andrà al voto prima della pausa estiva per eleggere il Rettore che sostituirà la prof.ssa Lida Viganoni dopo sei anni di mandato – quattro più due di prolungamento concessi dalla Riforma Gelmini. Cataldi, così come il ProRettore alla Didattica Elda Morlicchio, ordinario di Linguistica e Storia della Lingua Tedesca, viene indicato come possibile candidato, anche in virtù della carica istituzionale ricoperta. Cataldi, al momento, non conferma.
Ad ogni modo, ecco per il professore il profilo del successore della prof.ssa Viganoni: “dovrà essere una persona che ‘si faccia vedere’, che parli e si confronti con i colleghi e con gli studenti, per creare un gioco di squadra, importante soprattutto in un Ateneo come il nostro, e delegare quando è necessario”. 
Cataldi invoca la continuità “con il rettorato uscente, che ha operato in maniera eccellente tra mille difficoltà e cambi normativi”, anche se adesso “si dovrà fare qualcosa in più. Bisognerà lottare affinché venga riconosciuta al nostro Ateneo la sua specificità, la particolarità degli studi di alcuni settori che rappresentano punte di eccellenza e fiore all’occhiello della comunità accademica italiana. Bisogna far vivere alla grande le nostre peculiarità e non solo farle sopravvivere, e per fare questo bisognerà premere sul Ministero affinché ci dispensi da alcune norme che possono andare bene per un Ateneo generalista, ma non per il nostro. Nel periodo del Governo Berlusconi e del Ministro Gelmini abbiamo già sofferto troppo: sono stati penalizzati tutti gli specialismi con superficialità. Ad esempio, avere l’unica cattedra italiana di Indonesiano, anche se con pochi studenti, non è uno spreco di denaro e di risorse, ma è tutelare specificità di alto valore culturale. La missione del nostro Ateneo è questa”.
Altra mission dell’Ateneo da valorizzare nell’ipotetico programma del prossimo Rettore è la dimensione internazionale: “Bisogna premere l’acceleratore sull’internazionalizzazione, che, se per gli altri rappresenta uno degli aspetti, per noi è la missione prevalente. Noi nasciamo così e dobbiamo anche dare più valore agli studi orientali e all’archeologia, che rappresentano le nostre radici culturali”.
Non va dimenticata la necessità di uno snellimento burocratico, per quanto possibile, “e il motivare ed ascoltare anche le istanze del personale amministrativo, spesso, a buona ragione, demotivato e senza entusiasmo”.
Il prossimo Rettore dovrà guardare agli studenti, da sempre molto attivi all’Orientale: “Abbiamo la fortuna di avere un corpo studentesco molto vivace! Questo ci viene riconosciuto da tutti. Siamo di fronte ad una generazione addormentata e poco critica. I nostri ragazzi non sono così e noi ne siamo felici, anche se a volte ci sono stati dei momenti di scontro. Mi auguro che in futuro possa nascere una forma di fiducia e collaborazione tra studenti e organi di governo di Ateneo, che faccia superare situazioni difficili e dispendiose per noi, e si riesca a fare squadra attraverso la buona fede reciproca”. Sicuramente – conclude Cataldi – chi si troverà a governare questo Ateneo per i prossimi sei anni non avrà vita facile: “non è semplice fare il Rettore oggi in Italia, soprattutto a Napoli e, come noi, nel centro storico di una città già così problematica. Per questo sarà necessario anche un continuo dialogo con le istituzioni locali pensando ‘alto e lontano’”.
Valentina Orellana
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