Un corso originale e alternativo, quello della prof.ssa Elena Scuotto, che insegna Lingua e Letteratura Latina agli studenti del Corso di Laurea in Cultura e Amministrazione dei Beni Culturali. Ci sono infatti diversi modi d’insegnare la materia oggetto d’esame, quello tradizionale e quello moderno, che appassiona e diverte. Il secondo è il preferito dalla docente che, per concludere in bellezza l’ultima lezione dell’undici maggio, ha invitato il regista Domenico Maria Corrado a parlare del suo lavoro, sia agli studenti di Beni Culturali, che a quelli di Scienze del Turismo, appartenenti al Laboratorio del prof. Armando Rotondi (incentrato sulle Discipline dello Spettacolo e dei Grandi Eventi). “I ragazzi non devono vedere la lingua e la cultura latina lontane, ma inserite nel loro contesto, nel quotidiano – commenta la docente – Devono seguire l’evoluzione della cultura antica, il raffronto con la nostra attraverso il fumetto, il film, il musical, il teatro e le varie trasposizioni che sono state fatte delle commedie plautine, e non solo, in questi generi contemporanei”. Studenti stimolati a seguire ricette degli autori latini, spinti a vedere la rappresentazione del Plauto Vantone al Napoli Teatro Festival, sono quelli della prof.ssa Scuotto. “Non voglio che sentano il mondo classico come morto, ma in continuità con il nostro. Sono studenti di Beni Culturali, devono quindi essere attenti a tutte le forme di cultura, anche il fumetto. Infatti ho fatto leggere loro l’Aulularia della Walt Disney, con Zio Paperone che interpreta l’avaro, ma hanno visto anche la trasposizione pittorica dell’Asino d’oro”. Un panorama culturale a tutto tondo, tra il Satyricon di Fellini e i Musical su temi dell’epoca. Non per questo, però, l’esame è semplice. “Il mio esame è difficile. I ragazzi devono conoscere la lingua latina, i suoi rapporti con il teatro e le trasposizioni moderne in vari generi. In questo modo hanno anche la possibilità di sfruttare la laurea. Possono spenderla in diversi campi”.
Per tutti questi motivi la docente ha invitato Corrado a parlare della sua esperienza agli studenti. Il regista è noto per la sua bravura nel valorizzare testi classici con rappresentazioni in siti culturali. “La mia formazione proviene dal teatro classico. Ho fatto esperienza come assistente alla regia di Eduardo De Filippo nell’82. Ho preso parte alla Bottega Teatrale di Gassman come uditore, poi ho intrapreso l’attività attoriale. I miei maestri sono stati Adolfo Celi (che tutti ricordiamo soprattutto nella serie televisiva Sandokan e in Amici miei) e Luca Ronconi, oggi direttore artistico del Piccolo di Milano”. Dopo essere stato assistente alla regia dell’Orlando Furioso, si innamora di un modo alternativo di fare teatro: la spettacolarizzazione di testi classici nei siti storici, con finalità didattica. “Ho messo in scena l’Inferno dantesco nelle Grotte di Pertosa, l’Eneide ad Ercolano nel Musical ai tempi di Paestum, Il Paradiso di Dante nel Castello Arechi di Salerno, Romeo e Giulietta nella Rocca Medievale di Caserta Vecchia”. Per ognuno di questi spettacoli il regista valuta prima il sito archeologico, per constatare a quale tipo di rappresentazione si può abbinare. “A Pertosa ci sono le uniche grotte in Europa ad essere attraversate da un fiume sotterraneo, precedute da un bosco. Questo spinge alla finzione scenica. Un attore, infatti, racconta che Dante, prima di scrivere l’Inferno, si è fermato presso le Grotte, dalle quali ha tratto ispirazione per la sua prima Cantica”. Il regista confessa di aver visto realmente, per la prima volta, gli scavi di Pompei a 24 anni e di essersene innamorato. Proprio Pompei è stata teatro delle due rappresentazioni delle commedie plautine: l’Aulularia e i Menecmi, tanto studiate dagli studenti della prof.ssa Scuotto. “Ho messo in scena l’Aulularia nella maniera più elementare possibile, in dialetto napoletano, per accentuare quei tratti comici già presenti nel testo originale. Plauto ha tracciato i canoni della comicità moderna, anche Vincenzo Salemme trae spunto dalle sue commedie. Il balbuziente è colui che fa ridere per antonomasia ed è una figura molto sfruttata dai comici contemporanei, ripresa proprio dal grande autore classico”. Il regista attualizza le commedie, rendendole ancor più gradevoli con l’inserimento di arricchimenti, siparietti dell’avanspettacolo e richiami alla satira politica e di costume. “Il famoso vicino di casa di Euclione, a cui l’avaro vuole dare la figlia in sposa, l’ho chiamato Silvio, perché è molto anziano ma gli piacciono le ragazzine”. Il pubblico si sente inserito nel contesto storico e nella vicenda, si diverte e può ammirare il sito archeologico con maggiore coinvolgimento, perché fa da scenario perfetto alla vicenda raccontata. “Il complimento più bello che ho ricevuto da un insegnante è stato: se fossimo capaci d’insegnare l’Inferno come lo fa lei, gli studenti di sicuro non lo odierebbero”, conclude il regista.
Pareri positivi degli studenti del primo anno sull’ultima singolare lezione, ma soprattutto sul corso della prof.ssa Scuotto che “non si è basato sempre sui soliti argomenti e sui soliti autori latini. La visione è stata più completa, inserita nel quotidiano, con un approccio meno scolastico”, afferma Francesco Capuano. “Abbiamo visto il film ‘Dolci vizi al foro’ di Richard Lester nella lezione scorsa, a me è piaciuto molto”, aggiunge Mariarosaria Abbate. “È stato molto interessante come corso. Moderno, dinamico e poliedrico. Ricordo una lezione sui fumetti di Manara. In questo modo non ti annoi e non vedi i modelli latini come morti”, conclude Raffaella Treccagnoli.
Allegra Taglialatela
Per tutti questi motivi la docente ha invitato Corrado a parlare della sua esperienza agli studenti. Il regista è noto per la sua bravura nel valorizzare testi classici con rappresentazioni in siti culturali. “La mia formazione proviene dal teatro classico. Ho fatto esperienza come assistente alla regia di Eduardo De Filippo nell’82. Ho preso parte alla Bottega Teatrale di Gassman come uditore, poi ho intrapreso l’attività attoriale. I miei maestri sono stati Adolfo Celi (che tutti ricordiamo soprattutto nella serie televisiva Sandokan e in Amici miei) e Luca Ronconi, oggi direttore artistico del Piccolo di Milano”. Dopo essere stato assistente alla regia dell’Orlando Furioso, si innamora di un modo alternativo di fare teatro: la spettacolarizzazione di testi classici nei siti storici, con finalità didattica. “Ho messo in scena l’Inferno dantesco nelle Grotte di Pertosa, l’Eneide ad Ercolano nel Musical ai tempi di Paestum, Il Paradiso di Dante nel Castello Arechi di Salerno, Romeo e Giulietta nella Rocca Medievale di Caserta Vecchia”. Per ognuno di questi spettacoli il regista valuta prima il sito archeologico, per constatare a quale tipo di rappresentazione si può abbinare. “A Pertosa ci sono le uniche grotte in Europa ad essere attraversate da un fiume sotterraneo, precedute da un bosco. Questo spinge alla finzione scenica. Un attore, infatti, racconta che Dante, prima di scrivere l’Inferno, si è fermato presso le Grotte, dalle quali ha tratto ispirazione per la sua prima Cantica”. Il regista confessa di aver visto realmente, per la prima volta, gli scavi di Pompei a 24 anni e di essersene innamorato. Proprio Pompei è stata teatro delle due rappresentazioni delle commedie plautine: l’Aulularia e i Menecmi, tanto studiate dagli studenti della prof.ssa Scuotto. “Ho messo in scena l’Aulularia nella maniera più elementare possibile, in dialetto napoletano, per accentuare quei tratti comici già presenti nel testo originale. Plauto ha tracciato i canoni della comicità moderna, anche Vincenzo Salemme trae spunto dalle sue commedie. Il balbuziente è colui che fa ridere per antonomasia ed è una figura molto sfruttata dai comici contemporanei, ripresa proprio dal grande autore classico”. Il regista attualizza le commedie, rendendole ancor più gradevoli con l’inserimento di arricchimenti, siparietti dell’avanspettacolo e richiami alla satira politica e di costume. “Il famoso vicino di casa di Euclione, a cui l’avaro vuole dare la figlia in sposa, l’ho chiamato Silvio, perché è molto anziano ma gli piacciono le ragazzine”. Il pubblico si sente inserito nel contesto storico e nella vicenda, si diverte e può ammirare il sito archeologico con maggiore coinvolgimento, perché fa da scenario perfetto alla vicenda raccontata. “Il complimento più bello che ho ricevuto da un insegnante è stato: se fossimo capaci d’insegnare l’Inferno come lo fa lei, gli studenti di sicuro non lo odierebbero”, conclude il regista.
Pareri positivi degli studenti del primo anno sull’ultima singolare lezione, ma soprattutto sul corso della prof.ssa Scuotto che “non si è basato sempre sui soliti argomenti e sui soliti autori latini. La visione è stata più completa, inserita nel quotidiano, con un approccio meno scolastico”, afferma Francesco Capuano. “Abbiamo visto il film ‘Dolci vizi al foro’ di Richard Lester nella lezione scorsa, a me è piaciuto molto”, aggiunge Mariarosaria Abbate. “È stato molto interessante come corso. Moderno, dinamico e poliedrico. Ricordo una lezione sui fumetti di Manara. In questo modo non ti annoi e non vedi i modelli latini come morti”, conclude Raffaella Treccagnoli.
Allegra Taglialatela