Il tedesco, una lingua fondamentale per gli studi giuridici

Chi frequenta il corso di Lingua Tedesca a Giurisprudenza sa che deve studiare, lavorare in aula, ‘sforzarsi’ di parlare nell’idioma straniero con i colleghi. Non proprio una passeggiata insomma. “Occorre la massima serietà – afferma la prof.ssa Amelia Bandini, docente di Lingua Tedesca – Anche se è un esame da 5 crediti, lo ritengo fondamentale e cerco di dare qualcosa ai ragazzi. Non si può uscire dal corso e dimenticare quanto appreso il giorno dopo”. Gli studenti che frequentano le lezioni non sono molti: “Il tedesco è percepito come una lingua complessa. I ragazzi che seguono sono molto motivati ma sanno che con me devono studiare. Si sarà diffusa la voce che pretendo tanto. A lezione chiedo interazione, in aula si parla tedesco, con il mio supporto si deve imparare. La difficoltà maggiore è seguire giorno per giorno, poi il timore passa”. Anche chi non ha mai studiato la lingua può avvicinarsi al corso perché si parte dagli elementi di base, per poi arrivare ai termini di natura giuridica. “In un semestre non si può raggiungere l’eccellenza, però i ragazzi che poi vanno in Erasmus in Germania apprendono gli elementi essenziali per una prima interazione in situazioni di vita quotidiana. Credo sia un peccato che questa lingua sia così poco frequentata perché il tedesco è fondamentale per gli studi giuridici. Ed anche perché nella ricerca del lavoro, ad eccezione delle classiche professioni forensi, la Germania rappresenta una meta appetibile”. Il tedesco può essere molto utile anche chi non ha intenzione di trasferirsi: “ad esempio, per lavorare alla Deutsche Bank che ha filiali in Italia conoscere la lingua significa avere una via preferenziale. Anche le ditte di esportazioni/importazioni con la Germania hanno bisogno di chi mastichi la lingua. In Italia sono pochi quelli che la conoscono, studiare il tedesco può essere un bel vantaggio”. 
Eppure “molti ragazzi mi dicono che ‘non sono portati’ per le lingue. Però questi sono solo pregiudizi. Le lingue sono come la matematica, si apprende solo con l’esercizio costante. A chi frequenta i miei corsi consiglio di studiare, anche solo un’ora, fra una lezione e l’altra, di fare gli esercizi, di rivedere gli appunti e di parlare a lezione di eventuali problemi riscontrati per evitare si cumulino”. Ciò che si chiede, quindi, “è dedizione e apertura mentale. Due volte a settimana non sono tante per portare avanti l’impegno”. Giurisprudenza “in questo campo è all’avanguardia. Investe parte del proprio budget per consentire ai ragazzi di avere insegnanti di diverse lingue straniere. Sembrerà banale ma non tutti i Dipartimenti hanno una docente che insegna il tedesco”. Secondo la prof.ssa Bandini, purtroppo, “a livello di Ateneo c’è una sorta di disattenzione verso il settore delle lingue che non viene implementato, né con il personale docente, né con altro. I docenti sono pochissimi e questa scarsa attenzione viene percepita anche dai ragazzi che continuano ad attribuire poca importanza a queste discipline”. Secondo le direttive europee, invece, “i ragazzi dovrebbero conoscere due lingue straniere. Con queste premesse l’Ateneo ha il compito di promuovere l’apprendimento delle due lingue incrementando le risorse”. 
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