In giro tra gli stand

Il pienone di studenti a caccia di informazioni è una consuetudine per Orientarsi, ma quest’anno si è andati oltre: l’affluenza ha superato di gran lunga le aspettative. Un bilancio confermato da un osservatorio privilegiato come quello degli stand che hanno occupato il cortile dell’Università Parthenope durante la tre giorni. Oltre agli atenei napoletani, erano presenti con i loro espositori la Regione Campania, la Provincia di Napoli, l’Istituto Cortivo, Carta In, New Europe. L’eccezionale numerosità del pubblico è stata una sorpresa per tutti. A cominciare da chi frequenta Orientarsi già da diversi anni e tutto sommato era abituato alla folla di ragazzi. La dott.ssa Angela Margiasso, responsabile dello stand della Federico II, si occupa di orientamento fin dalla nascita del Sof-Tel, il Centro di Ateneo per l’Orientamento, la Formazione e la Teledidattica. Non ha dubbi: stavolta a Orientarsi si respirava un’atmosfera nuova. Il suo racconto sembra dirci che si stanno incominciando a raccogliere i primi frutti di un lavoro portato avanti pazientemente e con costanza negli ultimi anni, i giovani si affacciano all’università con atteggiamento diverso rispetto al passato. “I ragazzi mi sono sembrati più pronti, più maturi – dice- Hanno dimostrato una grande recettività e in alcuni casi anche una certa consapevolezza di ciò che vogliono, almeno rispetto al nostro ateneo. Ci conoscevano e hanno cercato direttamente il nostro stand”. Gli anni di esperienza hanno consentito al gruppo della Federico II, composto oltre che dalla responsabile anche da studenti part-time e laureandi contrattisti del Sof-Tel, di migliorare la qualità dell’incontro con i ragazzi delle scuole superiori. “Abbiamo fortemente voluto che l’occasione fornitaci da Orientarsi non si riducesse a una semplice consegna di materiale informativo- afferma la Margiasso- perciò ci siamo sforzati di dividere i visitatori in gruppi con cui dialogare, attraverso un orientamento che chiamo ‘live’, ossia di guida vivente. Tra i nostri collaboratori allo stand si sono alternati studenti e laureandi delle diverse facoltà, che hanno potuto più efficacemente interloquire con gli studenti. Insomma, nonostante l’enorme affluenza di pubblico, alla fine abbiamo comunicato con i ragazzi, e non soltanto a lasciare loro degli opuscoli. Una grande soddisfazione, se si pensa che non sempre in passato ci siamo riusciti”. Le domande più frequenti dei visitatori hanno riguardato i corsi di studio in Psicologia e in Sociologia, che sembrano esercitare sempre grande fascino sui giovani. Molta attenzione anche per Ingegneria e Architettura, che sono anche quelle che spaventano un po’ di più. Ma spaventa soprattutto il numero programmato: tante domande sui test di ingresso, sulle materie che bisogna studiare per superarli, sulla possibilità che un domani tutti i corsi di laurea diventino a numero chiuso. Ecco due ragazzi allo stand dell’Università Suor Orsola Benincasa, in cerca di notizie sul corso di laurea che pare essere il più gettonato dell’ateneo orsolino, Scienze della Comunicazione. “Si deve proprio fare il test di ingresso?”, chiedono. A rispondere ci sono due studentesse, Anna D’Amore, che frequenta l’ultimo anno di Scienze dell’Educazione, e Gabriella Romanelli, laureanda in Giurisprudenza. Spiegano cos’è una prova selettiva, spiegano quali sono i corsi in cui l’accesso è vincolato al superamento di una prova selettiva e in quali casi invece la prova viene svolta solo se il numero di iscrizioni supera un limite massimo di posti disponibili. “Da grandi vogliono fare quasi tutti i giornalisti – dicono- anche se non mancano visitatori attratti da corsi unici come Scienze della Formazione primaria. Si tratta soprattutto di ragazze”. Sono le stesse ragazze che si recano allo stand dell’Istituto Cortivo, che illustra cosa offre il suo centro di formazione professionale per operatori socio-assistenziali. Poco distante, allo stand dell’Università Parthenope, regali per tutti: cappellini, block-notes, tappetini per il mouse, laccio portacellulare. “Non ci aspettavamo che venissero così in tanti- dice la dott.ssa Elvira Pignatiello, responsabile dell’Ufficio Orientamento nonché dello stand- per la prima mattina di manifestazione avevamo preparato 2000 cartelline di materiale informativo, a mezzogiorno erano tutte finite. C’è stato un vero e proprio assalto!”. La dottoressa ha partecipato a Orientarsi per la prima volta quest’anno, e ammette di aver provato in un primo momento una sensazione di scombussolamento di fronte a tanta folla. Passato questo momento, però, è stato possibile organizzarsi efficacemente sia per informare i giovani visitatori che per prendere contatti con i docenti delle scuole superiori, anch’essi molto numerosi. “Abbiamo raccolto nominativi di docenti interessati ad organizzare incontri di orientamento nelle loro scuole – dice- nell’ambito di un progetto ideato dal prof. Stefano Dumontet (delegato del rettore per l’orientamento, ndr) che coinvolge l’Ufficio Scolastico Regionale”. La postazione dell’Università L’Orientale, diretta da Magda Raffa e Nadia Colella del Centro Orientamento e Tutorato di Ateneo, ha visto avvicinarsi soprattutto ragazzi curiosi di sapere cosa fosse L’Orientale. “Questi ragazzi stanno iniziando ora l’ultimo anno delle superiori e nella maggior parte dei casi sono molto confusi – dicono le responsabili- dell’Orientale in genere non sanno proprio nulla, perciò ci chiedono anzitutto cos’è e cosa vi si studia. Le domande più generali sulla riforma dell’università vengono dopo”. Pare che in materia di 3+2 i giovanissimi abbiano una discreta infarinatura. Francesco Renzullo e Renato Castello, alla guida dello stand della Seconda Università, sottolineano come la conoscenza che i ragazzi hanno del mondo università sia ‘a macchia di leopardo’. “Sanno abbastanza della riforma, ma poi ignorano come sia strutturata l’università”, dicono. Fanno un esempio: “un ragazzo è venuto a chiederci se avrebbe dovuto scegliere prima l’ateneo o la facoltà. In realtà non sapeva che differenza ci fosse tra i due termini”.
Sara Pepe
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