Jovanotti in cattedra ammalia gli studenti

‘Il più grande spettacolo’ di giovedì 4 giugno è stato l’incontro di Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti, con 500 studenti dell’Ateneo Federico II. In un’Aula Coviello da ‘stadio’, con il suo ‘penso positivo’ e l’entusiasmo contagioso della sua verve di comunicatore, il cantante ha dato vita ad un interessante dibattito sul tema: “I linguaggi della creatività. Conversazione con Jovanotti”, seminario di interazione promosso dalla cattedra del prof. Lello Savonardo, Dipartimento di Scienze Sociali. Poche parole come input: creatività, futuro e memoria hanno dato a Lorenzo la possibilità di raccontare tutto il suo mondo. “Non mi piace pensare al futuro e al passato – ha detto – Preferisco più guardare ad Ora (come il titolo di una sua canzone), ascoltare il cuore e trovare spazio nel presente. Proprio come dovranno fare le generazioni di giovani qui presenti. L’aria che si respira tende a schiacciare, oggi le pubblicità, il mondo circostante tendono a far credere che ci gira tutto intorno. Se ci fermiamo a riflettere, si capisce che occorre farsi strada da soli, nessuna occasione ti viene a prendere fino a casa”. Avere la possibilità di confrontarsi con la platea studentesca: “è la parte che più mi piace del mio lavoro, soprattutto quando si parla con i giovani. Mi piace intercettare gli sguardi di chi sta per iniziare un nuovo percorso, mi riporta all’allegria del mio passato, quando lavoravo in radio e non avevo bene in mente che fare. Anche voi entrerete nel mondo del lavoro, rispettate le passioni come ho fatto io, ma chiedete tutela e rispetto per quello che andrete a sviluppare e proporre”. Difficile, però, pensare alle passioni quando nel nostro Paese il vero problema è la mancanza di lavoro. “Oggi restare a studiare in Italia è una scelta coraggiosa – racconta Jovanotti – Eppure, i nostri laureati sono i più apprezzati nel mondo, perché sono fra i più bravi. Ero in America qualche settimana fa e sentivo parlare dei nostri ricercatori, tutte menti brillanti e preziose per gli USA. In questo contesto, ho molti amici che hanno studiato a Milano, Roma, Napoli, presso Atenei eccellenti, dove hanno ricevuto un’ottima preparazione, decidendo poi di andare a fare esperienza in giro”. A tutti i ragazzi presenti: “mi sento di dire di studiare nel proprio territorio, ma consiglio di trovare opportunità di crescita anche altrove. Di sicuro a Napoli avrete trovato qualcosa di buono, un Maestro che vi ha ispirato, qualcosa che vi ha fatto crescere, ma tutte queste emozioni non le perderete mai, il territorio resta dentro per sempre”. Lorenzo si è anche iscritto all’Università: “Ho pagato solo le tasse senza aver mai dato un esame”, per poi proseguire verso la sua passione innata, la musica. “La musica è il mio vero amore, ricercate il vostro di amore e fate tutto il possibile affinché quello che costruite oggi con lo studio non vada perduto. Io non ho mai perso la speranza – conclude – In questo clima d’incertezza trovate quello che più vi piace e non abbiate paura di lanciarvi. Sono nato mischiando le cose, stando in un flusso di pensieri, per imparare a fare ciò che volevo”. D’altronde, citando il cantautore, ‘la vertigine non è paura di cadere ma voglia di volare’, basta fidarsi delle proprie sensazioni e del proprio istinto. Anche il saluto del Rettore Gaetano Manfredi lancia un input di speranza per quello che verrà: “L’Università è fatta da giovani e l’incontro di oggi ne è testimonianza. Abbiamo parlato del vostro mondo, dei vostri interessi e del futuro, che deve essere pieno di grandi prospettive. L’Ateneo è fatto da voi, noi cerchiamo solo di darvi quelle opportunità per farvi emergere, nel migliore modo possibile. Ascolto Jovanotti da sempre, la conversazione con l’autore è solo un modo per stare insieme e dimostrare che l’Università è una grande comunità di idee”. Soddisfatto il prof. Savonardo, promotore dell’iniziativa: “Innovazione e creatività sono parole all’ordine del giorno per chi studia le scienze sociali. Oggi parliamo di musica, ma l’arte è dalle mille forme, e ci racconta la realtà in cui viviamo, ascoltando e vedendo ciò che ci influenza. Sono contento dell’incontro, i ragazzi hanno dimostrato una forte partecipazione attiva, degna di chi si prepara ad incontrare il mondo del lavoro”. 
Susy Lubrano
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