Si partirà nel 2013 con il nuovo Statuto (ancora al vaglio del Ministero) alla Federico II. Nelle Facoltà si sta lavorando per velocizzare la trasformazione che sta investendo la governance, una modifica radicale resa ancora più complessa dalle dimensioni e dalla natura composita dell’Ateneo. Le Facoltà lasceranno il posto ai Dipartimenti – il termine entro cui il Rettore Massimo Marrelli ha invitato tutti a presentare i progetti per i nuovi Dipartimenti è giugno/luglio – che fungeranno da raccordo tra i Corsi di Laurea e le quattro Scuole, che sostituiranno i Poli, per dare vita ad una macchina amministrativa più snella. Attorno alle quattro Scuole, individuate nelle norme transitorie, si stanno già aggregando i settori scientifico disciplinari affini: in Scienze Umane e Sociali dovrebbero confluire quelle stesse Facoltà che oggi fanno parte dell’omonimo Polo; stesso discorso per Scienze e Tecnologie per la Vita, ad eccezione di Medicina che costituirà una Scuola a sé; nella Scuola Politecnica per le Scienze di base rientreranno le ingegnerie, le scienze e l’architettura. “Ci stiamo muovendo per la ristrutturazione dei nostri Dipartimenti tenendo conto di questa prospettiva. La Facoltà è già molto polarizzata sul tema della riforma dell’assetto istituzionale da prima della Legge Gelmini. Siamo sempre stati molto sensibili al tema della revisione della governance, anche in ragione della necessità di avere meccanismi più snelli. Al nostro interno sono già confluite proposte condivise e recepite poi nello Statuto. Abbiamo anche già cominciato a disegnare le strutture dei regolamenti”, spiega il Preside di Ingegneria Piero Salatino. Dalla Facoltà dovrebbero sorgere cinque Dipartimenti: due dell’area industriale, due dell’area civile (strutture-infrastrutture) e uno dalle aree elettroniche, elettriche, telecomunicazioni e informatica. “Raccoglieremo su questi Dipartimenti docenti e discipline omogenee dal punto di vista scientifico. Ci stiamo confrontando anche – aggiunge Salatino, allargando lo sguardo verso la Scuola – per un cammino comune con Architettura e Scienze. Sono sicuro che questo sforzo darà esiti positivi, perché tra i vari progetti messi in atto dai mega Atenei italiani, quello della Federico II è il più solido”.
Se i medici, per questioni organizzative, costituiranno da soli la propria Scuola, “noi di Agraria abbiamo punti in comune – ed anche dei Corsi interfacoltà – con Farmacia, Veterinaria e Biotecnologie. Quindi, è naturale che Facoltà che hanno settori scientifici in comune si aggreghino. Prima si dovranno costituire i nuovi Dipartimenti, ovviamente. Per quanto ci riguarda, stiamo andando nella direzione di costituire un solo Dipartimento di Agraria, articolato al suo interno in diverse sezioni, aggregazioni di ricerca scientifica e didattica, per dare voce a tutte le anime presenti al nostro interno”, spiega il Preside di Agraria Paolo Masi. “Abbiamo già preparato il progetto per un Dipartimento di Biotecnologie – anticipa anche il Preside di Scienze Biotecnologiche Gennaro Piccialli – Ne faranno parte i nostri attuali docenti, insieme ad alcuni colleghi provenienti da fuori. All’interno del nuovo Dipartimento avranno spazio i vari settori scientifico disciplinari, che sono l’essenza delle biotecnologie”. La scelta di riunire in un’unica Scuola “la nostra realtà con quelle di Agraria, Veterinaria e Farmacia nasce dalla volontà di snellire e semplificare. Passare da un modello ormai rodato da anni, verso uno nuovo richiederà un grande sforzo e tante energie, forse non era il momento giusto”, obietta Piccialli. Anche a Veterinaria si ritiene poco opportuno il momento per parlare di riorganizzazione interna. “La nostra attenzione, attualmente, è rivolta verso la visita dei Commissari europei. Ho invitato i colleghi a discutere la questione e credo che le intenzioni generali confluiscano verso la creazione di un unico Dipartimento, ma siamo ancora in alto mare e le riunioni non sono ancora iniziate”, fa sapere il Preside Luigi Zicarelli.
Per quanto riguarda l’area umanistica: “è in vista l’attivazione di una Scuola in cui confluiscano l’economia, la giurisprudenza, le scienze politiche, sociali, le lettere. Per la Facoltà di Sociologia l’orientamento è la formazione di un unico Dipartimento di Scienze Sociali nel quale confluiscano almeno 70-80 docenti, magari provenienti anche da altre Facoltà”, spiega il Preside di Sociologia Gianfranco Pecchinenda. Naturalmente – aggiunge – la didattica sarà affidata a questo unico grande Dipartimento, saranno i Corsi di Laurea ad avere un ruolo maggiore. “Tutti i Corsi, quindi, dovranno istituire un loro Consiglio e avere un Presidente”. Un unico Dipartimento anche a Scienze Politiche. Spiega il Preside Marco Musella: “A questo progetto hanno già aderito più di 50 colleghi. A breve inizierà la fase operativa. Quest’idea, condivisa dalla maggioranza di noi, nasce per salvare l’esperienza di interdisciplinarietà della didattica e della ricerca sviluppata negli anni, anche in rapporto con le Facoltà del nostro attuale Polo”. “L’ipotesi – aggiunge Pecchinenda – è quella di dar vita a Corsi di Laurea incardinati su diversi Dipartimenti all’interno della Scuola, soprattutto quelli Triennali. I Corsi Magistrali, che sono più specifici, potrebbero far riferimento ad un solo Dipartimento. In questo modo si sopperisce alla carenza di personale e si sfrutta l’interdisciplinarietà”. Ma, sottolinea Pecchinenda, “riuscire a portare avanti il progetto di unificare le scienze sociali è molto difficile perché le anime sono tante. Bisogna innanzitutto capire chi condivide un progetto che ricalca l’idea delle scienze politiche e sociali all’americana. Ci sono poi da considerare anche le difficoltà logistiche, ad esempio con Scienze Politiche abbiamo la sede in comune, quindi qualunque rapporto è facilitato, rispetto ad Economia che sta dall’altra parte della città”.
A Lettere, invece, mentre andiamo in stampa, il 7 marzo, la Commissione, presieduta dal prof. Gargano, presenterà il progetto che verrà discusso in un’assemblea di Facoltà prevista per i primi di aprile. “La Commissione – spiega il Preside Arturo De Vivo – sta valutando le esperienze delle diverse Facoltà di Lettere italiane e i progetti degli altri Atenei sempre in ambito letterario. Ne uscirà un documento propositivo che potrà orientare la discussione in Facoltà. L’idea è, comunque, quella di non creare troppi Dipartimenti (massimo tre)”.
Valentina Orellana
Se i medici, per questioni organizzative, costituiranno da soli la propria Scuola, “noi di Agraria abbiamo punti in comune – ed anche dei Corsi interfacoltà – con Farmacia, Veterinaria e Biotecnologie. Quindi, è naturale che Facoltà che hanno settori scientifici in comune si aggreghino. Prima si dovranno costituire i nuovi Dipartimenti, ovviamente. Per quanto ci riguarda, stiamo andando nella direzione di costituire un solo Dipartimento di Agraria, articolato al suo interno in diverse sezioni, aggregazioni di ricerca scientifica e didattica, per dare voce a tutte le anime presenti al nostro interno”, spiega il Preside di Agraria Paolo Masi. “Abbiamo già preparato il progetto per un Dipartimento di Biotecnologie – anticipa anche il Preside di Scienze Biotecnologiche Gennaro Piccialli – Ne faranno parte i nostri attuali docenti, insieme ad alcuni colleghi provenienti da fuori. All’interno del nuovo Dipartimento avranno spazio i vari settori scientifico disciplinari, che sono l’essenza delle biotecnologie”. La scelta di riunire in un’unica Scuola “la nostra realtà con quelle di Agraria, Veterinaria e Farmacia nasce dalla volontà di snellire e semplificare. Passare da un modello ormai rodato da anni, verso uno nuovo richiederà un grande sforzo e tante energie, forse non era il momento giusto”, obietta Piccialli. Anche a Veterinaria si ritiene poco opportuno il momento per parlare di riorganizzazione interna. “La nostra attenzione, attualmente, è rivolta verso la visita dei Commissari europei. Ho invitato i colleghi a discutere la questione e credo che le intenzioni generali confluiscano verso la creazione di un unico Dipartimento, ma siamo ancora in alto mare e le riunioni non sono ancora iniziate”, fa sapere il Preside Luigi Zicarelli.
Per quanto riguarda l’area umanistica: “è in vista l’attivazione di una Scuola in cui confluiscano l’economia, la giurisprudenza, le scienze politiche, sociali, le lettere. Per la Facoltà di Sociologia l’orientamento è la formazione di un unico Dipartimento di Scienze Sociali nel quale confluiscano almeno 70-80 docenti, magari provenienti anche da altre Facoltà”, spiega il Preside di Sociologia Gianfranco Pecchinenda. Naturalmente – aggiunge – la didattica sarà affidata a questo unico grande Dipartimento, saranno i Corsi di Laurea ad avere un ruolo maggiore. “Tutti i Corsi, quindi, dovranno istituire un loro Consiglio e avere un Presidente”. Un unico Dipartimento anche a Scienze Politiche. Spiega il Preside Marco Musella: “A questo progetto hanno già aderito più di 50 colleghi. A breve inizierà la fase operativa. Quest’idea, condivisa dalla maggioranza di noi, nasce per salvare l’esperienza di interdisciplinarietà della didattica e della ricerca sviluppata negli anni, anche in rapporto con le Facoltà del nostro attuale Polo”. “L’ipotesi – aggiunge Pecchinenda – è quella di dar vita a Corsi di Laurea incardinati su diversi Dipartimenti all’interno della Scuola, soprattutto quelli Triennali. I Corsi Magistrali, che sono più specifici, potrebbero far riferimento ad un solo Dipartimento. In questo modo si sopperisce alla carenza di personale e si sfrutta l’interdisciplinarietà”. Ma, sottolinea Pecchinenda, “riuscire a portare avanti il progetto di unificare le scienze sociali è molto difficile perché le anime sono tante. Bisogna innanzitutto capire chi condivide un progetto che ricalca l’idea delle scienze politiche e sociali all’americana. Ci sono poi da considerare anche le difficoltà logistiche, ad esempio con Scienze Politiche abbiamo la sede in comune, quindi qualunque rapporto è facilitato, rispetto ad Economia che sta dall’altra parte della città”.
A Lettere, invece, mentre andiamo in stampa, il 7 marzo, la Commissione, presieduta dal prof. Gargano, presenterà il progetto che verrà discusso in un’assemblea di Facoltà prevista per i primi di aprile. “La Commissione – spiega il Preside Arturo De Vivo – sta valutando le esperienze delle diverse Facoltà di Lettere italiane e i progetti degli altri Atenei sempre in ambito letterario. Ne uscirà un documento propositivo che potrà orientare la discussione in Facoltà. L’idea è, comunque, quella di non creare troppi Dipartimenti (massimo tre)”.
Valentina Orellana