Intervenuti in tantissimi all’inaugurazione dell’anno accademico della Parthenope, nonostante il tempo, il 18 febbraio, non fosse complice, nella splendida cornice di Villa Doria d’Angri, dove si è svolta la cerimonia accompagnata dalle musiche del Quartetto San Giovanni. Erano presenti davvero tutti: dal sindaco Luigi de Magistris al Cardinale Crescenzio Sepe, dal Prefetto ai Rettori di tutte le Università campane, nonché gli ex Rettori del Parthenope, ora Professori Emeriti, Gennaro Ferrara e Claudio Quintano. Ospite d’onore il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Valeria Fedeli, che ha prontamente risposto alle richieste avanzate nella prolusione del Rettore Alberto Carotenuto e negli interventi della rappresentante degli studenti Alessia Leone e del personale tecnico Andrea Pelosi. “Nel suo primo discorso dopo la vittoria elettorale, Barack Obama disse ‘Questo paese è molto ricco; non sono le nostre ricchezze che ci faranno grandi, ma la nostra cultura e le nostre università’, eppure la fredda evidenza dei numeri, in Italia, attesta che la quota del PIL destinata a investimenti per Ricerca e Sviluppo si è arrestata a un valore di gran lunga inferiore alla media dei principali paesi OCSE e dell’Unione Europea. La crisi economica li ha ridotti ulteriormente e non sono certo io a dover evidenziare la correlazione tra questi mancati investimenti e il 40% di disoccupazione giovanile”, inizia con una nota amara il Rettore Carotenuto. “Certamente il fenomeno più preoccupante è il calo delle immatricolazioni, pari al 20% negli
ultimi 12 anni. Al Sud ha assunto proporzioni critiche con il 25,4% dei residenti nel Mezzogiorno che ha scelto un Ateneo fuori dalla propria regione. La situazione descritta non vuol essere per noi un alibi, ma rappresenta una responsabilità in più. Il Mezzogiorno sta perdendo la sua futura classe dirigente, quindi le fondamenta del suo sviluppo economico. Intendiamo dare il nostro contributo perché ciò non avvenga”. Mostra come: “a breve, chi
arriverà a Napoli dal mare potrà vedere una delle piazze più belle del mondo. Vogliamo partecipare a questo progetto dando un contributo alla ristrutturazione dei Magazzini Generali, edificio progettato da Marcello Canino, proponendolo anche come centro di alta formazione della nostra Università. Dunque il nostro sarà un multicampus che si intreccia con la città metropolitana senza alcun muro. Questo per noi implica un dialogo continuo con le Istituzioni e il Territorio”. La Parthenope ha messo al centro della propria missione lo studente: “il nostro Ateneo ne conta 14.000 e, contrariamente alle altre Università, presenta un numero di immatricolati invariato negli anni, mentre, viceversa, gli abbandoni non sono in linea con la media nazionale. Per colmare questa lacuna, abbiamo concepito un progetto per il supporto agli studenti durante il primo anno di corso, oltre ad aver razionalizzato
l’offerta formativa per incrementarne la qualità”. Le classifiche non sono gradite: “specialmente quando non dell’ANVUR. Non ci siamo depressi quando nella scorsa VQR risultammo ultimi, non ci esaltiamo ora che abbiamo recuperato 16 posizioni. Non sono certamente queste le motivazioni che inducono alla ricerca di qualità. Su questo vogliamo impegnarci, con la realizzazione dei laboratori del distretto Atena di Ponticelli e del Consorzio Marte. Negli ultimi anni abbiamo avuto una media di 31 progetti finanziati da bandi competitivi, per un’entrata annua di 5 milioni di euro. Inoltre, da quattro anni a questa parte, il numero degli outcoming Erasmus è decuplicato, mentre quello degli incoming quintuplicato. La volontà di proseguire questo trend ci ha indotto ad inserire nel piano triennale un Corso di Laurea la cui didattica sarà impartita in lingua inglese”. Queste e tante altre iniziative dell’Università devono però scontrarsi con la carenza di stabili investimenti pubblici, che limitano la capacità di
sviluppo. A tal proposito il Rettore si rivolge al Ministro: “la sua presenza impone attenzione su due questioni strutturali. La prima: siamo uno dei più virtuosi atenei d’Italia dal punto di vista della gestione finanziaria, ma siamo in pochi in organico. Servirebbe un provvedimento straordinario in grado di rimuovere il vincolo del turnover, con un piano di reclutamento per giovani ricercatori, PTA e docenti abilitati. La seconda: occorrerebbe una drastica semplificazione dei vincoli normativi e formali, spesso confusi e incoerenti, che rallentano e bloccano l’attività amministrativa. Confidiamo nel suo aiuto. Questo è un tempo difficile, ma è il nostro tempo, nel quale metteremo in campo nuove energie, entusiasmo e idee per costruire un Ateneo dinamico, figlio delle proprie tradizioni, ma capace di concretizzare le proprie visioni sul futuro”. Si rivolge al Ministro anche Alessia Leone, citando gli articoli della Costituzione che garantiscono il diritto allo studio e i diritti sociali: “l’effettività di questi diritti si scontra però
con il principio del pareggio di bilancio. La ricerca della sostenibilità dei costi porta a misure promosse dalla Regione Campania, che riducono le Aziende per tutelare tale diritto da sette a due. Noi studenti auspichiamo che consentano di superare le difficoltà economiche ed organizzative in cui versano le nostre Adisu e speriamo che aumentino i fondi destinati alle borse di studio, rendendo così assegnatari tutti gli aventi diritto”. Ultimo, ma non meno importante, l’intervento di Andrea Pelosi: “la qualità dei servizi offerti passa obbligatoriamente attraverso il valore che il Personale TA dà al suo lavoro, con senso del dovere e attaccamento all’Amministrazione. Tuttavia, osserviamo una netta diminuzione numerica a causa del mancato reintegro delle unità cessate dal servizio, mentre quotidianamente ci viene chiesto di aumentare i nostri compiti ed ampliare le nostre competenze. A tale criticità si aggiunge il blocco delle retribuzioni contrattuali, che da ben sette anni impedisce il dovuto riconoscimento economico ai lavoratori del Comparto. Per poter affrontare i cambiamenti che si profilano all’orizzonte, il personale TA sente l’esigenza di accedere a percorsi formativi continui, mirati e professionalizzanti e di veder valorizzate le abilità conseguite e riconosciuto il proprio merito”. Dopo aver ringraziato le autorità presenti, il Ministro prende la parola e si rivolge agli studenti: “siete una parte significativa del nostro Paese. State affrontando un percorso di crescita che germoglierà grazie ai vostri docenti e al personale TA. Qui dentro avete la possibilità di mettere a frutto le vostre potenzialità, per affrontare sfide e cambiamenti. Umberto Eco durante una lectio magistralis pronunciò parole significative: ‘di qualsiasi cosa si stiano occupando i mass media oggi, l’Università se n’è occupata venti anni fa’. Frequentare bene l’università, dunque, vuol dire trovarsi con vent’anni di vantaggio. Le Università servono all’intera comunità civile. Purtroppo, negli anni della crisi, l’Università è stata falcidiata per fare cassa, con l’aumento delle tasse, che ha causato un decremento delle immatricolazioni. Non si è compreso che in tempi di
depressione il primo investimento da fare è sul capitale umano. Per fortuna la tendenza si è invertita negli ultimi anni, ma dobbiamo puntare a maggiori investimenti. L’impegno del Ministero che oggi rappresento si muove verso questi binari. I diritti delle future generazioni sono i nostri doveri. È per questo che ci sarà un incremento del Fondo di Finanziamento Ordinario con 7.3 miliardi di euro nel 2018. Tra poche settimane si concluderanno i piani straordinari per le assunzioni di ricercatori e ordinari e l’Abilitazione scientifica nazionale verrà semplificata. Abbiamo bisogno di giovani per rinnovare la didattica”. Per il diritto allo studio il Governo sta assumendo misure volte colmare le difficoltà storiche del nostro territorio: “la disparità tra Università del nord e del sud, con la fuga verso le prime, non può essere sostenuta. Il diritto allo studio non deve essere limitato dalla provenienza geografica. Verranno erogati 15.000 euro l’anno per gli studenti delle superiori che vogliono proseguire gli studi all’Università. Ci muoveremo anche per eliminare i ritardi nell’erogazione delle borse di studio. Stiamo agendo per ristabilire un equilibrio. Gli effetti si iniziano a vedere con l’incremento delle immatricolazioni del 2%. Nuove linee
d’intervento sono già state predisposte, quali: la riduzione dell’età media d’ingresso alla carriera universitaria e la maggiore flessibilità. L’educazione universitaria è un bene pubblico, volano per la crescita di un paese. Già il Presidente Mattarella ha sollevato la questione. Il nostro è un paese di giovani preparati che non trovano lavoro, per cui c’è bisogno di catalizzatori. Gli Atenei devono svolgere questo ruolo, perciò è necessario supportarli. La Parthenope ha registrato un incremento del 4% negli ultimi 7 anni, dimostrando che un Ateneo virtuoso può emergere nel Mezzogiorno, pertanto va sostenuta. Voi, nuove generazioni, siete il motore che può accendere le macchine del Paese e siamo onorati di prenderci la responsabilità di sostenere il vostro percorso. Non fatevi fermare mai”.
ultimi 12 anni. Al Sud ha assunto proporzioni critiche con il 25,4% dei residenti nel Mezzogiorno che ha scelto un Ateneo fuori dalla propria regione. La situazione descritta non vuol essere per noi un alibi, ma rappresenta una responsabilità in più. Il Mezzogiorno sta perdendo la sua futura classe dirigente, quindi le fondamenta del suo sviluppo economico. Intendiamo dare il nostro contributo perché ciò non avvenga”. Mostra come: “a breve, chi
arriverà a Napoli dal mare potrà vedere una delle piazze più belle del mondo. Vogliamo partecipare a questo progetto dando un contributo alla ristrutturazione dei Magazzini Generali, edificio progettato da Marcello Canino, proponendolo anche come centro di alta formazione della nostra Università. Dunque il nostro sarà un multicampus che si intreccia con la città metropolitana senza alcun muro. Questo per noi implica un dialogo continuo con le Istituzioni e il Territorio”. La Parthenope ha messo al centro della propria missione lo studente: “il nostro Ateneo ne conta 14.000 e, contrariamente alle altre Università, presenta un numero di immatricolati invariato negli anni, mentre, viceversa, gli abbandoni non sono in linea con la media nazionale. Per colmare questa lacuna, abbiamo concepito un progetto per il supporto agli studenti durante il primo anno di corso, oltre ad aver razionalizzato
l’offerta formativa per incrementarne la qualità”. Le classifiche non sono gradite: “specialmente quando non dell’ANVUR. Non ci siamo depressi quando nella scorsa VQR risultammo ultimi, non ci esaltiamo ora che abbiamo recuperato 16 posizioni. Non sono certamente queste le motivazioni che inducono alla ricerca di qualità. Su questo vogliamo impegnarci, con la realizzazione dei laboratori del distretto Atena di Ponticelli e del Consorzio Marte. Negli ultimi anni abbiamo avuto una media di 31 progetti finanziati da bandi competitivi, per un’entrata annua di 5 milioni di euro. Inoltre, da quattro anni a questa parte, il numero degli outcoming Erasmus è decuplicato, mentre quello degli incoming quintuplicato. La volontà di proseguire questo trend ci ha indotto ad inserire nel piano triennale un Corso di Laurea la cui didattica sarà impartita in lingua inglese”. Queste e tante altre iniziative dell’Università devono però scontrarsi con la carenza di stabili investimenti pubblici, che limitano la capacità di
sviluppo. A tal proposito il Rettore si rivolge al Ministro: “la sua presenza impone attenzione su due questioni strutturali. La prima: siamo uno dei più virtuosi atenei d’Italia dal punto di vista della gestione finanziaria, ma siamo in pochi in organico. Servirebbe un provvedimento straordinario in grado di rimuovere il vincolo del turnover, con un piano di reclutamento per giovani ricercatori, PTA e docenti abilitati. La seconda: occorrerebbe una drastica semplificazione dei vincoli normativi e formali, spesso confusi e incoerenti, che rallentano e bloccano l’attività amministrativa. Confidiamo nel suo aiuto. Questo è un tempo difficile, ma è il nostro tempo, nel quale metteremo in campo nuove energie, entusiasmo e idee per costruire un Ateneo dinamico, figlio delle proprie tradizioni, ma capace di concretizzare le proprie visioni sul futuro”. Si rivolge al Ministro anche Alessia Leone, citando gli articoli della Costituzione che garantiscono il diritto allo studio e i diritti sociali: “l’effettività di questi diritti si scontra però
con il principio del pareggio di bilancio. La ricerca della sostenibilità dei costi porta a misure promosse dalla Regione Campania, che riducono le Aziende per tutelare tale diritto da sette a due. Noi studenti auspichiamo che consentano di superare le difficoltà economiche ed organizzative in cui versano le nostre Adisu e speriamo che aumentino i fondi destinati alle borse di studio, rendendo così assegnatari tutti gli aventi diritto”. Ultimo, ma non meno importante, l’intervento di Andrea Pelosi: “la qualità dei servizi offerti passa obbligatoriamente attraverso il valore che il Personale TA dà al suo lavoro, con senso del dovere e attaccamento all’Amministrazione. Tuttavia, osserviamo una netta diminuzione numerica a causa del mancato reintegro delle unità cessate dal servizio, mentre quotidianamente ci viene chiesto di aumentare i nostri compiti ed ampliare le nostre competenze. A tale criticità si aggiunge il blocco delle retribuzioni contrattuali, che da ben sette anni impedisce il dovuto riconoscimento economico ai lavoratori del Comparto. Per poter affrontare i cambiamenti che si profilano all’orizzonte, il personale TA sente l’esigenza di accedere a percorsi formativi continui, mirati e professionalizzanti e di veder valorizzate le abilità conseguite e riconosciuto il proprio merito”. Dopo aver ringraziato le autorità presenti, il Ministro prende la parola e si rivolge agli studenti: “siete una parte significativa del nostro Paese. State affrontando un percorso di crescita che germoglierà grazie ai vostri docenti e al personale TA. Qui dentro avete la possibilità di mettere a frutto le vostre potenzialità, per affrontare sfide e cambiamenti. Umberto Eco durante una lectio magistralis pronunciò parole significative: ‘di qualsiasi cosa si stiano occupando i mass media oggi, l’Università se n’è occupata venti anni fa’. Frequentare bene l’università, dunque, vuol dire trovarsi con vent’anni di vantaggio. Le Università servono all’intera comunità civile. Purtroppo, negli anni della crisi, l’Università è stata falcidiata per fare cassa, con l’aumento delle tasse, che ha causato un decremento delle immatricolazioni. Non si è compreso che in tempi di
depressione il primo investimento da fare è sul capitale umano. Per fortuna la tendenza si è invertita negli ultimi anni, ma dobbiamo puntare a maggiori investimenti. L’impegno del Ministero che oggi rappresento si muove verso questi binari. I diritti delle future generazioni sono i nostri doveri. È per questo che ci sarà un incremento del Fondo di Finanziamento Ordinario con 7.3 miliardi di euro nel 2018. Tra poche settimane si concluderanno i piani straordinari per le assunzioni di ricercatori e ordinari e l’Abilitazione scientifica nazionale verrà semplificata. Abbiamo bisogno di giovani per rinnovare la didattica”. Per il diritto allo studio il Governo sta assumendo misure volte colmare le difficoltà storiche del nostro territorio: “la disparità tra Università del nord e del sud, con la fuga verso le prime, non può essere sostenuta. Il diritto allo studio non deve essere limitato dalla provenienza geografica. Verranno erogati 15.000 euro l’anno per gli studenti delle superiori che vogliono proseguire gli studi all’Università. Ci muoveremo anche per eliminare i ritardi nell’erogazione delle borse di studio. Stiamo agendo per ristabilire un equilibrio. Gli effetti si iniziano a vedere con l’incremento delle immatricolazioni del 2%. Nuove linee
d’intervento sono già state predisposte, quali: la riduzione dell’età media d’ingresso alla carriera universitaria e la maggiore flessibilità. L’educazione universitaria è un bene pubblico, volano per la crescita di un paese. Già il Presidente Mattarella ha sollevato la questione. Il nostro è un paese di giovani preparati che non trovano lavoro, per cui c’è bisogno di catalizzatori. Gli Atenei devono svolgere questo ruolo, perciò è necessario supportarli. La Parthenope ha registrato un incremento del 4% negli ultimi 7 anni, dimostrando che un Ateneo virtuoso può emergere nel Mezzogiorno, pertanto va sostenuta. Voi, nuove generazioni, siete il motore che può accendere le macchine del Paese e siamo onorati di prenderci la responsabilità di sostenere il vostro percorso. Non fatevi fermare mai”.