La corretta gestione delle alghe spiaggiate, l’oggetto di una tesi interdisciplinare

Una tesi sul demanio marittimo e la corretta gestione delle alghe spiaggiate. Un tema di Diritto Pubblico con tante questioni in comune con il Diritto Ambientale e che si confronta anche con la Biologia per la caratterizzazione degli organismi viventi. Una questione apparentemente minore ma che risulta di grande interesse per le attività economiche in aree costiere: la corretta gestione dei rifiuti naturali e la tassazione a questi attribuita. È l’argomento  affrontato nella tesi da Maria De Simone, 28 anni, originaria di Santa Maria la Carità, laureata a ottobre in Economia e Commercio e ora impegnata come consulente del lavoro. “Si parla dei disagi provocati dalle alghe da mareggiata”, spiega il prof. Renato Briganti, relatore del lavoro. “Volevo occuparmi di qualcosa di nuovo che mi impegnasse nella ricerca. La tesi è stata molto apprezzata dai docenti della Commissione ma non è stata affatto facile da strutturare perché ho dovuto approfondire argomenti inediti, di ambito diverso”, racconta Maria. L’analisi è partita dai danni e dai disagi provocati dalle alghe lasciate dalle mareggiate, considerate come un rifiuto, quando non addirittura come un pericolo sanitario dal momento che si tratta di materiale organico in decomposizione, che il più delle volte si tende semplicemente a rimuovere in maniera inappropriata, come rifiuto solido urbano, al più come umido. “Il caso studio preso in considerazione è stato quello di un imprenditore che ha la concessione per uno stabilimento balneare. La tesi presenta anche un approfondimento di tipo ambientale, alla luce del quale si dimostra che quella massa che di solito si rimuove, perché blocca l’accesso al mare, va invece salvaguardata, lasciata dov’è o spostata lontano dai turisti, ma in luoghi opportuni per proteggere le coste dall’erosione”, sottolinea la neo laureata. Tra i fattori alla base di questa scarsa consapevolezza, l’assenza di una normativa di riferimento come accaduto, fino all’istituzione di provvedimenti specifici nel 2006, anche per la Posidonia, una pianta acquatica essenziale, ambiente naturale e rifugio di numerose specie viventi, un tempo rimossa dai fondali marini, oggi tutelata attraverso l’istituzione di tratti di costa protetti come a Ischia, o di veri parchi naturali come nella Baia di Ieranto. “Ci siamo dovuti basare solo sulle sentenze e sugli studi di Alberto Pierobon, un giurista veneto che si occupa di ambiente, per formulare le proposte precedentemente esposte sulla corretta gestione delle alghe. Un lavoro che a tratti ha sfiorato anche temi di ambito tributario ma che si è focalizzato, invece, sulle caratteristiche naturali delle alghe, sulla loro capacità di proteggere il territorio”, conclude Maria.
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