Calendari di esame “tremendi”, prove modificate in corso d’opera: molti gli studenti “arrabbiati”

“Gli esami portano ansia e frustrazione. Siamo arrabbiati”, lo sfogo di un gruppo di studenti della Magistrale di Economia Aziendale particolarmente adirati per come è stato gestito l’intero semestre, in special modo il corso di Politica Economica. Si trincerano dietro l’anonimato e si dicono particolarmente delusi. Affermano, molto accalorati: “il modo in cui sono state fissate le date d’esame è tremendo. La prima, appena rientrati dalle vacanze di Natale, l’8 gennaio, la successiva, esattamente dopo i ventuno giorni minimi previsti per legge, il 29 gennaio. È mai possibile? Per magnanimità hanno posticipato la data ai primi di febbraio, ma nel resto del mese praticamente non ci sono appelli”. Inoltre, “il professore non indica un libro di testo, abbiamo dovuto sbobinare le sue lezioni, un aggravio notevole di tempo e di lavoro”. Risultato: “dei quattro esami previsti nella sessione invernale, ne abbiamo dato solo uno. Vogliono farci andare fuori corso, per continuare a pagare tasse e compensare le minori entrate dovute al calo delle iscrizioni?”. Anche Giusi Catapano e Flavia Boanelli frequentano la Laurea Magistrale in Economia Aziendale. Sono al primo anno e provengono da un altro Ateneo. Raccontano: “Ci siamo trovate in un contesto più dispersivo, la trafila gerarchica è più rigida e più lunga per risolvere le questioni burocratiche. Quando si ha un problema, non basta recarsi in segreteria o dal professore, occorre sottoporsi ad un tortuoso iter  che parte dalla segreteria, ti conduce prima allo sportello informazioni, poi all’ufficio di Dipartimento e poi, magari, di nuovo a ritroso. Dunque, si perde tanto tempo. Oggi per avere un’informazione abbiamo aspettato cinquanta minuti davanti allo studio di un docente che non è venuto, perché era in riunione”. 
“Non possiamo lamentarci particolarmente della sessione d’esame, l’unico appunto che potremmo fare è che le date fissate ai primi di gennaio sono un po’ difficili da affrontare, per certi versi quasi impossibili, ma per fortuna ne sono state previste altre in tutto il mese di febbraio”, afferma dal canto suo Alfonso Palma, studente alla Magistrale di Economia e Finanza. Alessandra Iodice, iscritta al terzo anno di Scienze del Turismo a Indirizzo Manageriale, ha in programma di sostenere, in due giorni consecutivi, Storia e Diritto: “succede spesso che gli appelli, anche di discipline dello stesso anno, coincidano o vengano fissate di seguito. In questi casi dipende dalla discrezione dei docenti, alcuni ci vengono incontro e modificano i calendari dandoci un po’ di tempo, altri, invece, sono più rigidi, costringendoci a ripetere all’infinito degli esami per puri cavilli”. La collega Cristina Prisco è particolarmente amareggiata. Ha appena sostenuto lo scritto di Economia Politica: “il professore ci ha assegnato un compito con argomenti diversi da quelli spiegati in aula. E lo sapeva, perché, invece dei quaranta minuti previsti, ci ha concesso un’ora di tempo, spiegando che non c’erano conti da fare, ma solo da ragionare. Io frequento regolarmente il Dipartimento, ho studiato il programma e mi sono esercitata sulle prove d’esame del passato. Non si può pretendere di cambiare le modalità d’esame ad ogni appello. E non è la prima volta che succede. Purtroppo non è nemmeno l’unica materia nella quale ci siamo trovati a dover fare i conti con un comportamento del genere”.
 
20 promossi su 150 candidati a Governance 
Anche gli studenti della Magistrale in Economia Aziendale si sono dovuti confrontare con una rinnovata impostazione d’esame. Ne parliamo con Fulvio De Clemente e Paolo Stabile, reduci dalla prova scritta di Governance e Strategia Aziendale. “Le docenti del corso hanno ritenuto di aver svolto in passato un corso troppo facile, per cui quest’anno hanno cambiato programma e modalità di verifica”, raccontano i due ragazzi. Milletrecento pagine da studiare, quattrocento circa delle quali in inglese, domande a risposta multipla e una detrazione di mezzo punto per ogni risposta lasciata in bianco. All’esame qualche brutta sorpresa: “abbiamo trovato domande che ci avevano detto non sarebbero state poste ai corsisti”. L’esito: “A gennaio, su centocinquanta candidati ci sono stati solo venti promossi con un voto medio di 19 e solo quattro camicie convalidate. Hanno incontrato molte difficoltà anche studenti preparati che si erano impegnati parecchio per questa materia”. Gli studenti ritengono che “l’idea del materiale da studiare in inglese, senza una preparazione adeguata o l’abitudine a confrontarsi con dispense fatte in questo modo, forse è discutibile. Non siamo preparati per trovarci di punto in bianco a studiare in un’altra lingua”. Gaspare Buono, iscritto ad Economia e Commercio, è lapidario: “negli ultimi anni, la situazione è peggiorata. Da quando si è cominciato a prevedere delle finestre d’esame di appena tre settimane o poco più, evitare le sovrapposizioni è diventato quasi impossibile. Inoltre, poiché vige il la discrezionalità dei docenti che possono gestire le date a loro piacimento, può capitare che esami in origine pianificati a un paio di settimane di distanza finiscano per coincidere. A me è successo a settembre”.
Simona Pasquale
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