La fotografia, uno strumento indispensabile per gli studenti di Architettura

Quello del fotografo di architettura è un mestiere che non molti studenti prendono in considerazione, probabilmente perché non ne conoscono bene le caratteristiche e le opportunità, ma che può rappresentare, per i laureati, una valida alternativa al classico studio professionale o all’affannosa ricerca di una sistemazione in una pubblica amministrazione. Mario Ferrara, quarantacinquenne casertano, che si è laureato nel 1998 alla Facoltà di Architettura della Federico II e che nel 2002 ha conseguito il Master di II livello “La rappresentazione fotografica dell’architettura e dell’ambiente” presso l’Università La Sapienza di Roma, è appunto un fotografo di architettura. Mostre ed eventi nel suo curriculum: su incarico della Deutsche Bank, ha fotografato le città di Viterbo, Genova, Vigevano, Pavia, Rho, Seregno ed Avellino, le relative immagini sono in mostra permanente negli sportelli dell’istituto bancario; ha collaborato con Nikon Italia per la stesura di “eXperience” sulla fotografia di architettura; ha realizzato una campagna fotografica, per conto della Conferenza Episcopale Italiana, sulle chiese di architettura contemporanea presenti su tutto il territorio nazionale con le fotografie in mostra al museo MAXXI di Roma; nel 2016 è tra i finalisti del Rovinj Photodays, esponendo al Country Museum di Rovigno in Croazia. A Ferrara, per il secondo anno consecutivo, il Dipartimento di Architettura ha assegnato la conduzione del corso a crediti liberi La Fotografia di Architettura, tra i preferiti dagli studenti. Racconta: “Ho iniziato il 27 ottobre ed ho un elenco di 75 allievi, quindici oltre il massimo di sessanta previsto dal Dipartimento per ciascun corso a crediti liberi. Per questo motivo, come già è successo un anno fa, è probabile che lo riproporrò anche nel secondo semestre”. Spiega: “Il ciclo di incontri prevede una parte iniziale sulla tecnica di base. È necessaria per consentire a chi è a completo digiuno di prendere dimestichezza con la fotocamera. Una seconda parte verte sulla tecnica specifica di fotografia di architettura. A conclusione ogni allievo porta avanti un progetto fotografico su un tema e lo rappresenta attraverso sei, otto o dieci foto. Il tema è libero, dalla stanza nella quale vive lo studente ad un pezzo di città. L’importante è che gli allievi svolgano un percorso, un progetto. Per esempio, se si tratta di riprendere un edificio, passino dalla prima foto che lo contestualizza alle specificità del medesimo”. Per gran parte degli studenti che lo seguono, il corso è la prima occasione per conoscere la figura professionale del fotografo di architettura. Ovvero, dice Ferrara, “di un signore che è laureato in Architettura, dunque ha competenze di progettazione, storia dell’architettura, rappresentazione e restauro, ed attraverso queste competenze legge la realtà che deve riprendere – dalla chiesa alla villa per matrimoni – e la fotografa. C’è un’attrezzatura specifica, per esempio io utilizzo obiettivi decentrabili che permettono di mantenere il controllo delle linee dritte per una corretta rappresentazione, e c’è una formazione di architetto”. Esemplifica: “Come il fotografo naturalista che conosce di Etologia o Scienze naturali riprende le immagini con l’obiettivo, ma le legge sulla base della sua formazione teorica, così accade quando mi si chiede di fotografare la sede storica di una banca, una chiesa, una villa di fine Ottocento. L’essere architetto mi aiuta a valorizzare l’oggetto che entra nell’obiettivo, a leggerlo fino in fondo”. L’incontro con questo mestiere è avvenuto per Ferrara a Roma, dopo la laurea, frequentando il Master. “Già durante gli anni da studente – ricorda – avevo scoperto la passione per la fotografia. Dopo, durante il Master, mi si è aperto un mondo”. Conclude: “Sarebbe utile e bello se nell’offerta didattica strutturata di Architettura alla Federico II si riuscisse anche ad inserire un corso specifico in Fotografia dell’Architettura. Questa è una professione che, forse, in tempi di crisi del mestiere classico di Architetto, può schiudere opportunità interessanti ai giovani laureati”. 
La fotografia è al centro anche di un altro corso a crediti liberi attivato nel primo semestre. È quello di Storia della fotografia ed è tenuto dall’architetto Florian Castiglione. Anch’esso è iniziato il 27 ottobre. Il primo dicembre c’è una lezione speciale, perché andrà in cattedra Antonio Biasiucci, le opere del quale fanno parte di collezioni permanenti di importanti musei in Italia ed all’estero. “Lo conosco – racconta Castiglione – e gli ho chiesto se era disponibile ad una lezione, nell’ambito del mio corso. Ha accettato”. Sono settanta gli iscritti a Storia della fotografia. “Al primo incontro – dice Castiglione – si sono presentati in aula una quarantina di ragazze e ragazzi”. Nell’ambito delle lezioni saranno scelte ed esaminate alcune foto di grandi autori per una lettura critica su composizione, punto di vista ed altri aspetti. Sono previsti complessivamente otto incontri. “Il rapporto tra la fotografia e l’architettura – sottolinea Castiglione, che dopo la laurea alla Federico II ha svolto un dottorato di ricerca – è molto stretto. La fotografia è un modo di vedere e selezionare il mondo del quale gli architetti non possono fare a meno. È anche uno strumento importante di rappresentazione delle opere architettoniche”.
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