La matematica “è lo strumento dell’ingegnere”

Difficile per un giovane studente medio districarsi tra la variegata offerta dei tanti Corsi di Laurea in Ingegneria (17 solo alla Federico II, 4 alla Sun e tre alla Parthenope) e di Architettura con i suoi percorsi quinquennali e triennali. Così il fil rouge che ha segnato la due giorni di incontri di orientamento è stato inquadrare innanzitutto ‘chi è un ingegnere’ per poi rimandare i ragazzi ad approfondire i loro dubbi e andare ‘sul campo’ per verificare le loro attitudini e le differenze tra i Corsi.
“Gli studi ingegneristici servono per prendere in considerazione i problemi esistenti in natura e semplificarli ad un livello tale da essere risolti. Lo strumento dell’ingegnere è la matematica che viene usata come fosse una matita”, afferma il prof. Antonio Occhiuzzi della Parthenope. I primi anni sono dedicati ad un intenso studio delle materie di base – matematica, fisica, geometria. L’invito del prof. Vito Pascazio, Direttore del Dipartimento di Ingegneria Parthenope, è: “Riflettete bene sulla scelta che state per fare perché per affrontare gli studi universitari bisogna essere molto motivati. Molti ragazzi si accorgono solo al secondo anno di aver sbagliato strada, a quel punto pensano sia troppo tardi per tornare indietro e continuano, condannandosi a fare qualcosa che non piace per tutta la vita”. Dunque, “non vi fermate qui – consiglia il prof. Giuseppe del Giudice della Federico II – ma venite a visitarci, iniziate a seguire qualche lezione per capire in concreto cosa si studia, chiedete consiglio a un fratello, un cugino, un amico che può raccontarvi la sua storia”. Quelli ingegneristici non sono studi più difficili degli altri, ma, anticipa il prof. Francesco Pirozzi, sempre della Federico II, richiedono ritmi molto serrati: “Il segreto per ottenere un ritmo efficiente di studi è trovare la persona giusta con cui studiare. Se si affrontano gli studi insieme ad un amico, ogni occasione può essere giusta per chiarire un dubbio o scambiarsi informazioni. Ancora un altro consiglio: in ogni corso ci sono delle persone ‘trainanti’ e, se non siete voi stessi, cercate di capire chi è e legatevi a loro”. 
Ad Architettura 
l’aspetto artistico
 si coniuga a 
quello tecnico
Stesse regole valgono per l’Architettura che “richiede una certa vocazione. Dovete tener presente che da noi l’aspetto artistico va di pari passo con quello tecnico, perché l’architetto deve progettare cose belle che stanno anche in piedi”, afferma la prof.ssa Federica Visconti della Federico II. Che risponde anche ad una delle domande più frequenti rivolte ai docenti: le differenze tra i Corsi di Ingegneria Edile, Edile-architettura ed Architettura: “Io credo che tra i tre Corsi quello di Edile-Architettura sia il più completo, perché risponde ad una bella ed antica tradizione della scuola napoletana, unendo alla perfezione gli aspetti ingegneristici con quelli architettonici. Mentre ad un Corso in Edile troverete una prevalenza di insegnamenti tecnico-scientifici e ad uno in Architettura una presenza di esami di Storia dell’arte o Composizione architettonica”.
Alla Seconda Università, da quest’anno, è attivo anche il Corso in Scienze e Tecniche dell’Edilizia che, come informa la prof.ssa Carolina De Falco, “esiste già in altri atenei italiani e forma professionisti per la riqualificazione edilizia. Infatti la tendenza degli ultimi anni è non ad abbattere e ricostruire, ma a recuperare e manutenere gli edifici esistenti”.
Le molte denominazioni dei Corsi di Laurea sembra dicano poco ai ragazzi dei licei. Così qualcuno si interroga sulla differenza tra un ingegnere elettrico e uno elettronico. “Tecnicamente la differenza riguarda le frequenze in gioco – spiega il prof. Stefano Perna della Parthenope – In elettronica si trasmettono le informazioni, quindi c’è bisogno di frequenze più alte; in elettrica si lavora sul trasferimento di energia, quindi con frequenze più basse”. Altri chiedono quali sono le competenze di un ingegnere informatico e quali quelle di un laureato in Informatica. “Il fatto di essere un ingegnere ti dà un valore aggiunto – risponde sempre il prof. Perna – perché si mettono a sistema le competenze informatiche con la forma mentis di un ingegnere”. Ancora, quali sono le differenze tra un ingegnere meccanico e un ingegnere dell’automazione? “Il meccanico è un po’ un tuttofare – sottolinea il prof. Andrea Unich della Sun – La sua competenza è molto trasversale”. “L’automazione – aggiunge il prof. Occhiuzzi – ha come obiettivo la modellazione dei fenomeni fisici e la meccanica è solo una delle possibili applicazioni, altre sono di tipo elettrico, elettronico o dei sistemi di fluidi”.
A quale Corso di Laurea in Architettura iscriversi per lavorare nelle energie rinnovabili? “L’attenzione per tutti gli aspetti della sostenibilità ambientale e delle energie rinnovabili è un trend comune ormai a tutti i Corsi di studi”, specifica il prof. Sergio Rinaldi della SUN. Il prof. Alessandro Mauro della Parthenope ricorda: “anche l’ingegnere gestionale può trovare occupazione in questo settore”.
Tanti dubbi sul percorso formativo, nessuno sugli sbocchi occupazionali degli ingegneri se “il 90% dei laureati trova lavoro entro il primo anno dal conseguimento del titolo quinquennale”, come fa notare il prof. Luca Comegna della Seconda Università. “Date uno sguardo alle statistiche dell’Istat o di Almalaurea. Perché, oltre ai livelli occupazionali, bisogna verificare anche il livello di soddisfazione. Gli ingegneri vanno a fare gli ingegneri e non a lavorare nei call center”, sottolinea il prof. Perna.
Nelle classifiche dell’ANVUR (Agenzia Nazionale di Valutazione), ricorda la prof.ssa Lucilla De Arcangelis della Sun: “le nostre università si sono posizionate benissimo. La Sun è la prima del Mezzogiorno e il Dipartimento di Ingegneria il primo della Sun. Questo vi dà un’idea della qualità della formazione offerta dagli Atenei napoletani e delle ricadute occupazionali”.
- Advertisement -





Articoli Correlati