La rabbia degli studenti tartassati e storditi da ore e ore di lezione

La pioggia battente di lunedì 5 marzo sembra rispecchi lo stato d’animo di Giurisprudenza: sono iniziati i corsi del secondo semestre e gli studenti appaiono sconfortati. Pochi i sorrisi fra colleghi ritrovati, nelle aule si parla degli esami deludenti, delle ore gravose di lezione che si dovranno sopportare, della fatica di trovare il tempo di studiare per vecchi e nuovi esami. Maggio è vicino. C’è tensione, stanchezza e molta rabbia, gli studenti non avrebbero mai voluto iniziare il nuovo semestre con questi sentimenti.  “Sono a lezione per semplice curiosità – dice Sabatino Palumbo, studente al I anno – La mia giornata è iniziata alle 8.30 e terminerà alle 17.30, sarò in Dipartimento nove ore, un bel banco di prova. Innanzitutto devo testare se, una volta tornato a casa, sono pronto a ripetere. Poi, voglio anche capire se le spiegazioni apprese verso le 16.00, quando la stanchezza impera, mi serviranno veramente a qualcosa”. “Sono indietro con gli esami – racconta Viola Pontiroli, al I anno – Ho dato un solo esame durante la sessione che si è appena conclusa. Si corre perché gli appelli sono pochi, si corre per completare il programma a maggio, ma qualcuno ha mai pensato a cosa serve a noi studenti? Rischio di diventare una fuoricorso dopo 6 mesi all’università. Due domande come parte organizzativa me le porrei”. 
La rabbia sprizza da tutti i pori. “Hanno rovinato il semestre – afferma Mariella Garofalo, secondo anno – Riducendo la sessione straordinaria di esami, ci siamo ritrovati a dover concludere le lezioni a maggio, per recuperare un appello che di fatto sarà inesistente. Invito chi ha operato queste scelte sbagliate a sedersi in aula con noi per seguire 4 ore di Commerciale. Vediamo chi ne esce più stordito”. “Quando ho visto l’orario delle lezioni – commenta Diego Blasio – mi è venuto in mente il film ‘Io speriamo che me la cavo’. Ho appena seguito Diritto Finanziario ed ora sono pronto a spararmi le ore di Commerciale. I primi giorni non credo che seguire sia pesante, la cosa si avvertirà con il trascorrere delle settimane quando gli esami incalzano e restare 9 ore all’Università preclude lo studio autonomo. Eppure non me la sento di restare a casa. Molti colleghi vogliono rinunciare, io, al contrario, cercherò di resistere”. 
Corsi
sovrapposti
Frequentare i corsi dovrebbe essere un piacere e non una lotta alla sopravvivenza. “Sono al III anno e non ho mai visto tante ‘cretinate’ in un unico orario – spiega Valeria Trinità – Ho 4 ore di Diritto dell’unione europea a cui aggiungere 4 ore di Procedura Civile e 2 di Storia della giustizia: mi sembra di dare i numeri. Solo oggi mi sono accorta che 2 ore di Unione Europea si tengono in contemporanea con Procedura civile, dovrei essere in due aule diverse a seguire corsi importanti. Unione Europea per la pratica forense e Procedura perché, vabbè si sa il perché”. Forse la sovrapposizione degli orari sarà un errore, un equivoco? “Non lo so, per ora mi godo la pausa che ci è stata concessa. Poi mi informerò se acquisire o meno il dono dell’ubiquità”. “Anche noi abbiamo notato che c’è questo errore sul calendario delle lezioni – dice un gruppo di ragazze che frequenta il corso con il prof. Arena – Solo il lunedì, abbiamo una sovrapposizione di ore fra le 14.30 e le 16.30. Siccome sia Procedura che Unione Europea sono esami del III anno e non possono svolgersi in contemporanea, bisognerà chiedere in Presidenza se c’è stato un errore di trascrizione o di calcolo. Stamane abbiamo notato che anche i nostri docenti sono spaesati e convinti che tenere 4 ore di lezione consecutive sia deleterio”. 
Studiare a casa, 
la tentazione
È solo alle prime ore ma Giuseppe Brunoro, primo anno, dice con enfasi di sentirsi “già nel pallone. Ho seguito Privato, non mi aspettavo un impatto così duro con la disciplina. Per fortuna la cattedra del prof. Quadri inizierà il 13 marzo con un orario più pesante, ho bisogno di riprendermi dal marasma del rientro. In aula c’erano tanti ragazzi che come me sono indietro con gli esami e stavano valutando l’ipotesi di studiare a gruppi, in casa”. Se da un lato l’unione fa la forza: “e potremmo anche riuscirci”, incalza Tommaso Buono, al I anno, “dall’altro stare a casa potrebbe rappresentare una maggiore fonte di distrazione. Per noi del primo anno è dura decidere, non abbiamo ricevuto nessun consiglio, ci ritroviamo in balia dell’esperimento, senza però un briciolo di esperienza pregressa. Se dovessi accorgermi che dopo 9 ore di università (esclusi spostamenti) inizio a dare i numeri, me ne starò a casa. Almeno per maggio rimedio qualcosa”. Per Vincenzo Romano la nuova mossa del Regolamento è perdente: “Dopo due ore di Commerciale sono stanco e pensare di prendere appunti fino alle 16.30 la vedo dura – commenta lo studente al III anno – Eliminando gli esami di marzo si sperava ci fosse una maggiore affluenza di studenti. In parte è stato così perché le aule sono piene, ma ci sono ragazzi che sono talmente arrabbiati dall’andamento della sessione precedente che sono pronti a lasciare i corsi”. Il pensiero che va per la maggiore: “seguire finché va, o almeno fino a Pasqua – conferma Doriana Cappelli al IV anno – Poi lasciare i corsi meno importanti e seguire solo le materie ‘essenziali’. In questo modo si avrebbe la mattinata o il pomeriggio per studiare e non restare indietro. Saranno svantaggiati gli esami considerati minori, mi dispiace dirlo ma trascorrere dieci ore all’Università non è pensabile”. Così facendo, afferma Gabriella Bruschi, “sarei a casa tutta la mattinata, seguendo Procedura Penale dalle 14.30 alle 18.30 – dice la studentessa al IV anno – Sono sempre quattro ore ma almeno sarebbero solo quelle per tre volte a settimana. Stamattina sono arrivata presto perché c’era voglia di vederci fra gli amici, questo pensiero si sta facendo strada per tutti, mi dispiace per le altre discipline”. 
“Sono al quinto anno – racconta Luciano Saccoccio – e non ho mai visto gli studenti così arrabbiati. Ovunque mi giri trovo gente che si lamenta, da chi non è riuscito a sostenere gli esami a febbraio, a chi deve ripagare le tasse, a chi non riesce ad adattarsi al nuovo orario. Al quinto anno non ci sono problemi, tuttavia chi deve sostenere ancora Procedura e Commerciale si ritrova con le 4 ore di lezione. In passato dopo i corsi, quando si svolgevano i seminari, una parte degli studenti dormiva nelle ultime file. Chissà cosa accadrà alle 18.30! Poi che non ci vengano a dire che agli esami non siamo preparati”. 
Il pranzo?
Una concessione
C’è Ateneapoli in Dipartimento ad ascoltare ‘i malesseri degli studenti’. La voce gira. Si avvicina Celestino Marra, iscritto al IV anno: “Ho letto nello scorso numero del giornale che un docente ha proposto l’annualità per gli esami tosti. Una cosa mi ha colpito molto, ci riflettevo giorni fa. Questa sì che è un’idea sana e ragionata. Anziché correre dietro numeri, ore e crediti, bisognerebbe allungare i tempi di preparazione sdoppiando le prove. In 60 giorni di Commerciale cosa potrò mai imparare? È normale che poi    si intasino gli orari di ricevimento. Da qualche parte bisogna pur andar a cercare comprensione!”. 
Non si riesce a trovare una nota positiva, la pioggia incalza come a testimoniare una giornata no. E per alcuni studenti la parte difficile deve ancora iniziare. “Ho Procedura penale alle 14.30, per ora ho seguito lezioni che di sicuro non frequenterò più – sostiene Marco Patricelli – È angosciante sapere di dover restare per quattro ore seduto immobile, ma almeno ci è stata concessa la possibilità di pranzare. Ho sentito colleghi che hanno fatto una tirata, altri che se la sono concessa da soli una pausa. Questo sistema alla fine imploderà e le uniche vittime saremo noi studenti a partire dal mese di maggio. Sono al V anno e fra un po’ scapperò via da questo Dipartimento, ci sarà invece molto da lottare per le future generazioni di giuristi”. “Non so se stamattina qualche rappresentante degli studenti è presente in Dipartimento – obietta Chiara D’Isanto – Sono al primo anno e non li conosco personalmente. Avrei voluto dire loro che dopo quattro ore di Privato non mi sento più arricchita, semmai esausta. Che portassero questo disagio in Dipartimento prima che nella sessione estiva si consumi una carneficina”. 
 
- Advertisement -




Articoli Correlati