LAUREATI IN TOGA A MEDICINA

“È un motivo di orgoglio avervi seguito e visto la vostra maturazione. A voi la Commissione fa i complimenti. Oggi vi laureate presso un’Università di grande prestigio e tradizione. Un augurio va anche alle vostre famiglie che hanno fatto sacrifici per tanto tempo”. È il 23 ottobre e sono più o meno le ore 11. Il Presidente di Commissione di laurea, nonché della Scuola di Medicina e Chirurgia della Federico II, è il professor Luigi Califano. Le discussioni delle tesi sono finite da poco. Gli undici neodottori conoscono già il voto (sei con lode, tre con 110, un 106 e un 104) e vedono gli ultimi granelli della clessidra cadere rapidamente. Il seguito è un applauso fragoroso, qualche lacrima e abbracci lunghi sei anni. Un iter che lascia pensare a una tipica seduta di laurea, ma non è stato così. Quegli undici laureati, forse a loro insaputa, sono entrati nel registro delle giornate da ricordare della Scuola di Medicina. Con loro, infatti, si è celebrato un doppio battesimo. Sono stati i primi a cingersi la testa con la corona d’alloro nell’Aula Magna Gaetano Salvatore, da poco
restituita alla didattica dopo i lavori di ristrutturazione. Inoltre, sono stati i primi a discutere sul palco indossando la stessa mise dei docenti: toga nera con bordi rossi e tocco. “È stata una giornata importante. Finalmente dopo sei anni si è svolta nuovamente la cerimonia per il conseguimento della Laurea in
Medicina nella nostra Aula Magna. A quarantacinque anni dalla fondazione del Policlinico di Napoli Federico II e a venti dalla scomparsa del professor Gaetano Salvatore, siamo finalmente ritornati in possesso di questa aula”. A spiegarlo è il prof. Califano, che sui neodottori aggiunge: “si sono laureati indossando la toga. È stato un momento di grande soddisfazione per i professori, che li hanno seguiti, ma anche per i familiari e per i ragazzi stessi”. Il nuovo look “non è solo un fatto estetico, ma pure sostanziale. Testimonia il rispetto per l’istituzione che rappresentiamo, la più grande Università italiana e la più grande struttura didattica in campo medico del Sud Italia”.
Sorpresa ed emozione
È stata una sorpresa per tutti i laureandi. Lo sintetizza Serena Mazza, 29 anni: “non immaginavo una novità del genere. Già discutere la tesi nell’Aula Magna era il massimo per noi. La toga è stata la ciliegina sulla torta. Non dimenticherò mai questa giornata”. Da studentessa ha vissuto “un periodo faticoso, emozionante, entusiasmante. Ho toccato la depressione e la gioia. È un orgoglio appartenere alla Scuola di Medicina, rifarei questa scelta”. Antonio Catauro: “è stata un’emozione forte indossare la toga. Mi ha preso alla sprovvista. Solo stamattina ne sono venuto a conoscenza. Una cosa carina, un po’ all’americana”. Cristian Aletto: “c’era un po’ d’ansia, non mi  aspettavo di indossare la toga. È stato bello, perché ha reso più solenne questo momento”. Sul percorso accademico: “è stato difficile, ma pieno di soddisfazioni. Grazie all’eccellente formazione di questa Scuola potrò essere un bravo medico”. Ha discusso una tesi sulle malattie infettive Fabio Esposito, che ha così concluso un percorso che ha visto crescere lui “ma anche questa struttura, con l’ampliamentodegli spazi formativi”. Seconda laurea, con tesi sui calcoli renali, per Alessandro D’Ambrosio, 29 anni, che prima di iscriversi a Medicina ha studiato il mondo della salute nei panni del biotecnologo. Del periodo vissuto al Policlinico collinare ricorda “le tante persone che ho conosciuto e il primo giorno di tirocinio a contatto col paziente. Lì scopri se sei veramente portato alla professione”. Sosta di due anni a Farmacia prima di passare a Medicina per Giusy Grimaldi. Un inno alla perseveranza: “non ho mai mollato la presa. Ho insistito fino a quando non ho superato il test”. Protagonista della sua tesi: il Parmigiano Reggiano. “Lo studio si è focalizzato maggiormente sui bambini allergici alle proteine del latte vaccino. La prima grande novità è che hanno potuto assumere
il Parmigiano. La seconda è che hanno avuto un miglioramento dell’allergia dopo averne assunto tredici grammi al giorno per dodici mesi”. In merito alla discussione: “è stata un’emozione unica indossare la toga. Quasi una scena da film. Ho trattenuto le lacrime. La Scuola di Medicina è stata la mia vita, la mia musa ispiratrice”. Ricordo bello: “le amiche che ho incontrato qui”. Ha parlato di fibrosi cistica in pediatria Rossana Sabbato, che sottolinea l’importanza dell’esperienza vissuta all’estero: “l’Erasmus in Turchia mi ha arricchito tanto. Mi ha dato la possibilità di conoscere studenti internazionali, di vivere un ospedale e un sistema universitario diversi, di approfondire la lingua inglese”. Sull’ultimo step da studentessa: “è stato emozionante. Eravamo tutti uguali ed era bello indossare la toga”. Ha trascorso mesi fuori Italia pure Maria Rosaria Scala: “ho fatto l’Erasmus a Coimbra, in Portogallo. Lì c’è una grande tradizione universitaria. Ritrovarla a Napoli è stato motivo di orgoglio. Toga etocco sottolineano l’importanza che viene attribuita a una laurea lunga sei anni”. Si è occupata di sclerosi multipla, stesso argomento di tesi affrontato da Nicola Frattaruolo, “è stato un percorso difficile, ma ricco di soddisfazioni. La più bella è stata sicuramente la pubblicazione della tesi e la presentazione ad alcuni congressi che mi hanno reso orgoglioso di far parte della Scuola di Medicina della Federico II”. In merito alla toga: “credo sia un tocco di eleganza e un’aggiunta a una cerimonia già di per sé emozionante”.
A completare la rosa di neodottori, Angelo Giamundo: “indossare la toga è stata una bella sensazione, nonostante un po’ di batticuore”, e Nicola Schiano Moriello: “è stata una grande emozione essere vestiti in maniera così formale per un’occasione che lo meritava”.
Ciro Baldini
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