Intervista a microfoni aperti al prof. Piero Salatino, Preside di Ingegneria, Facoltà che l’anno prossimo, con inizio ufficiale il 4 marzo, festeggerà il bicentenario della fondazione della Scuola di Ingegneria più antica d’Italia. Argomenti principali, il non semplice avvio d’anno ed i progetti di riorganizzazione futura che investiranno ricerca, gestione ed offerta formativa. “Abbiamo avviato delle misure per consentire l’avvio dei corsi del primo semestre ma la condizione di precarietà permane e l’offerta non è integralmente rispecchiata. Dovremo svolgere delle operazioni analoghe anche per il secondo semestre. Sono state messe in evidenza la fragilità dell’offerta e la sua dipendenza da tutte le componenti accademiche, in particolare quella dei ricercatori”. Preoccupazione sì, ma con lo sguardo già rivolto al futuro: “pur avendole in parte anticipate, dovremo sempre più adeguarci alle indicazioni che vengono dal Ministero e far fronte alla forte emorragia di docenti che le quiescenze provocheranno”. L’offerta formativa verrà ulteriormente rivista, quindi, ma queste modifiche hanno sempre delle ripercussioni sugli studenti e le loro carriere. “Gli studenti saranno informati con grande anticipo su tutti gli interventi e si accosteranno a dei progetti chiari. In ogni caso la prospettiva è biennale”. Fra i principi guida, una maggiore condivisione di insegnamenti e segmenti didattici fra i Corsi di studio, soprattutto nei primi anni delle Triennali. “Senza arrivare all’estremo di avere addirittura un Corso di Laurea per ogni Classe, scelta che determinerebbe la perdita di valori culturali accumulati in decenni di qualificata ricerca e didattica, una maggiore condivisione permetterebbe, però, di avere un sistema più flessibile e snello senza pregiudicarne organicità e ricchezza”. Nonostante le difficoltà, l’intenzione è quella di restare una Facoltà ad accesso libero. “Se riconsidereremo le nostre politiche non sarà per introdurre numeri programmati, ma per porre l’attenzione sulla necessità di avere più consapevolezza e solidità in ingresso, perché c’è una correlazione stretta fra il mancato conseguimento dei crediti base di Matematica e le patologie che ci affliggono in termini di ritardi e abbandoni. Nonostante il dibattito molto vivace, si tratta di una tendenza nazionale. Il numero programmato ha un senso quando ci sono problemi di inserimento professionale, ma non è il dato di Ingegneria. Sarebbe un utilizzo improprio, visto soprattutto il valore sociale”. Gli sforzi saranno, quindi, rivolti ad un più capillare orientamento.
OFA, il 60%
ha già recuperato
ha già recuperato
“Gli studenti si pongono il problema dei prerequisiti toppo tardi. Gli esami OFA stanno andando bene, fra i circa ottocento ragazzi che avevano conseguito il debito di Basi di Matematica, il 60% ha già pienamente recuperato, ma il risultato del test di valutazione non era stato altrettanto lusinghiero. È un dato nazionale, dovuto anche ad un test più difficile del passato, ma è bene diffondere fra i ragazzi degli strumenti di autovalutazione, perché ci sono delle lacune che non si recuperano facilmente e l’università non ha il diritto di sostituirsi alla scuola”. Tutti coloro che hanno conseguito gli OFA – Obblighi Formativi Aggiuntivi, potranno ritirare gli attestati da giovedì 16 dicembre. Per informazioni su orari e modalità, consultare il sito di Facoltà.
Un ultimo accenno, infine, ad una questione fondamentale per la didattica tanto quanto la copertura degli insegnamenti: i lavori di ristrutturazione delle sedi di Fuorigrotta. “Dobbiamo ancora lavorare tanto. A Piazzale Tecchio restano ancora da completare le aule da disegno, le grandi aule del primo piano, completare le ristrutturazione e una parte dell’arredo dell’aulario del primo piano. Ci vorrà ancora un anno e mezzo circa per andare a regime. Plausibilmente, dopo la prossima estate, potrebbero cominciare gli importanti interventi previsti per Via Claudio”. In chiusura, il Preside tiene a sottolineare il senso del dovere mostrato dalla Facoltà in questo momento di difficoltà e la sua convinzione del valore sociale dell’università pubblica. “Un patrimonio del paese che va salvaguardato. Nonostante tutto e tutti, non bisogna mai perdere il senso di una missione. In questo momento difficile è importante dialogare e confrontarsi sulle nuove forme di governo, che investono tutte le strutture e gli aspetti della vita accademica. I Dipartimenti, la didattica e la possibilità di portare avanti progetti di ricerca significativi anche in forma interdisciplinare”.
Simona Pasquale
Un ultimo accenno, infine, ad una questione fondamentale per la didattica tanto quanto la copertura degli insegnamenti: i lavori di ristrutturazione delle sedi di Fuorigrotta. “Dobbiamo ancora lavorare tanto. A Piazzale Tecchio restano ancora da completare le aule da disegno, le grandi aule del primo piano, completare le ristrutturazione e una parte dell’arredo dell’aulario del primo piano. Ci vorrà ancora un anno e mezzo circa per andare a regime. Plausibilmente, dopo la prossima estate, potrebbero cominciare gli importanti interventi previsti per Via Claudio”. In chiusura, il Preside tiene a sottolineare il senso del dovere mostrato dalla Facoltà in questo momento di difficoltà e la sua convinzione del valore sociale dell’università pubblica. “Un patrimonio del paese che va salvaguardato. Nonostante tutto e tutti, non bisogna mai perdere il senso di una missione. In questo momento difficile è importante dialogare e confrontarsi sulle nuove forme di governo, che investono tutte le strutture e gli aspetti della vita accademica. I Dipartimenti, la didattica e la possibilità di portare avanti progetti di ricerca significativi anche in forma interdisciplinare”.
Simona Pasquale