Le domande più frequenti

Usufrutto, testamento, gestione degli affari, modi di estinzione servitù prediali, cognitio extra ordinem, interdicta, dazione in pagamento, azione di petizione d’eredità, processo per formula, struttura iudicium, legato, fedecommesso: queste alcune delle domande più frequenti in sede d’esame. “Le domande in latino – dice Fiorella Lorenzi, studentessa al secondo anno – si mescolano con quelle in italiano, dando vita ad un dialogo ricco di riferimenti storici. Occorre, in sede d’esame, saper inquadrare una legge in un determinato periodo, riconoscere le fonti del diritto romano e mostrare una capacità di collegamento fra i diversi Istituti. Inoltre, chi conosce i termini in latino ha maggiori possibilità di superare la prova, perché dimostra di avere un’estrema padronanza della materia”. Domande storiche arrivano dalla cattedra del prof. Settimio Di Salvo. Beneficia eredis, legis actiones, vocatio contra testamentum, legis actio per sacramentum: alcuni degli argomenti più gettonati. “Le specificità sono tipiche di questa cattedra – commenta Manuel Rimauro, studente al terzo anno – Le domande in latino vanno studiate e ricordate tutte. La parte del processo è quella un po’ più difficile, ma gli assistenti insistono molto anche sulle obbligazioni. Non c’è una parte specifica da studiare meglio, all’esame pure le note più piccole possono essere richieste”. Quesiti più generici quelli del prof. Antonio Palma. “Dote, enfiteusi, testamenti ordinari, il più delle volte questa cattedra rimanda a termini in italiano utilizzati anche in diritto privato – spiega Rossella Ascione, studentessa al secondo anno – Difficilmente il prof. Palma pone domande specifiche, gli Istituti vanno descritti in modo generale ma con semplicità e precisione. Se non si ricorda una parola in latino non è la fine del mondo. L’esame va avanti se si dimostra di aver capito i contenuti”. Domande a raffica su processo e matrimonio arrivano dalla cattedra del prof. Vincenzo Giuffrè. “Il processo romano di gran lunga è l’argomento più ostico – sottolinea Fabrizio Cordua, studente al quarto anno – assieme alle obbligazioni e alla proprietà costituisce il 90 per cento di domande poste all’esame. Per questo occorre tralasciare i termini in latino e concentrarsi maggiormente sulle caratteristiche peculiari di ogni Istituto”. Domande pragmatiche quelle poste dalla prof.ssa Francesca Reduzzi. “In sede d’esame bisogna dimostrare di aver fatto propri gli argomenti su cui si discerne – dice Chiara Sarracino, studentessa al secondo anno – La prof.ssa Reduzzi punta molto sulla capacità di ragionamento; non è importante imparare a memoria date e termini, l’importante è saper cogliere gli elementi distintivi di ogni Istituto, argomentando in modo semplice, diretto e chiaro”.
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