Le opportunità lavorative per i laureati di Farmacia

Cosa farò dopo la laurea? Lavorerò in farmacia, in un laboratorio, o in un’industria farmaceutica? A queste domande si è cercato di rispondere nel II Seminario post-laurea organizzato dai rappresentanti degli studenti di Confederazione il 10 novembre a Farmacia. L’Aula Magna della Facoltà è stracolma.
L’evento, intitolato “Un dibattito per capire il presente e prepararsi al futuro”, è stato inaugurato dal Rettore Guido Trombetti: “Sono sempre molto contento di promuovere occasioni in cui l’Università possa confrontarsi con il mondo esterno. Esigenza primaria dei laureati è entrare nel mondo del lavoro. Occasioni come questa servono a chiarire i rapporti, precisare i ruoli e le esigenze dell’Università e delle imprese”. Il Preside Giuseppe Cirino sottolinea che la manifestazione è stata interamente organizzata dagli studenti e fa notare come “la grande partecipazione di laureandi e laureati attesti l’importanza di un’occasione come questa per avere informazioni sul mondo del lavoro”.
“L’ingresso in un mondo competitivo crea problemi anche emozionali. L’atteggiamento dei giovani è di vigile attesa, a volte anche di scetticismo”, afferma il prof. Carlo Ranaudo. L’atteggiamento giusto consiste, invece, nell’essere attivi e propositivi. Tanto più che la percentuale di occupabilità dei laureati della Facoltà è altissima se confrontata con quella di altri settori di studio. “Le possibilità di lavoro dei nostri laureati oscillano tra il 70 e l’85% – afferma il Preside – Ma la scelta del giusto Corso di Laurea non può dipendere dalla percentuale di occupabilità. Deve tener conto degli interessi e della passione”. 
Tra le Facoltà di Napoli, Salerno e Caserta, in Campania sono possibili 1.050 iscrizioni l’anno. “E’ un numero che fa preoccupare se si pensa alle ricadute sul mercato. A meno che non ci si attivi per cercare altri posti nel campo della salute – mette in guardia il prof. Ettore Novellino – Siamo la Facoltà più grande d’Italia, ciò significa che abbiamo una maggiore responsabilità nei confronti degli studenti”. I laureati in CTF e Farmacia in Italia sono circa 80mila, di cui 50mila lavorano nelle farmacie. “Per effetto della genericazione del farmaco, i prezzi dei prodotti stanno calando. Questo comporta un minore introito per le farmacie di comunità e un minor bisogno di informatori scientifici. Se non si apporteranno correttivi, molti di questi 50mila lavoratori nel giro di 4 o 5 anni perderanno l’occupazione”, asserisce Novellino. Per poi precisare: chi studia presso la Facoltà acquisisce un bagaglio culturale nel settore della salute ma non è detto che eserciterà esclusivamente la professione di farmacista. “Ragazzi, non accontentatevi di entrare nella porta stretta delle farmacie che è anche destinata a restringersi – ammonisce – Approfittate degli spazi che si aprono nella nutraceutica, nella cosmetica, nella farmacoeconomia e farmacovigilanza”.
Secondo il prof. Vincenzo Santagada lo sbocco lavorativo principale rimane quello delle farmacie territoriali o ospedaliere, ma la professione è destinata ad evolversi: “Ogni giorno entrano in farmacia circa 3 milioni di italiani: i servizi offerti stanno rapidamente aumentando. Il cittadino chiede al farmacista sempre maggiore competenza e affidabilità”. La prof.ssa Anna Aiello ricorda che la Facoltà è un gioiello nel panorama italiano anche per quanto riguarda le Triennali: “Il tirocinio è un’occasione essenziale per farsi valere. Il triennalista, se ha una buona conoscenza dell’inglese ed è disponibile a spostarsi, è molto probabile che trovi lavoro immediatamente”. Appena ci si iscrive all’università bisogna cominciare a porsi degli obiettivi professionali. Secondo il prof. Paolo Grieco occorre “tener conto, per esempio, che per fare ricerca bisogna avere predisposizione ed essere disponibili a trasferirsi all’estero”. 
I commenti sull’iniziativa: è soddisfatto il prof. Ranaudo ma si rammarica che non vi sia stato tempo per svolgere delle simulazioni di colloquio professionale come l’anno scorso. “Organizzeremo una sessione ad hoc focalizzata sulla preparazione del curriculum e su come si affrontano i colloqui”, promette. “Vedere tanti giovani seguire con attenzione per quattro ore di fila è segno del grande interesse verso questi temi – conclude il Preside Cirino – Mi dispiace solo che i ragazzi abbiano posto poche domande. Non hanno approfittato a pieno della disponibilità dei presenti”.
Manuela  Pitterà
- Advertisement -




Articoli Correlati