Le vite sospese dei laureati che aspirano all’insegnamento

Sono in un limbo da più di un anno i laureati di diverse discipline che aspirano all’insegnamento e che dopo la chiusura delle SISS (Scuole di Specializzazione per l’insegnamento) chiedono chiarezza su quale e quando sarà stabilito il nuovo criterio di accesso alla professione.
Per sollecitare il Ministro Gelmini ed attirare l’attenzione dei media e dell’opinione pubblica sulla loro situazione, gli insegnanti non abilitati hanno deciso di far partire una petizione. La raccolta firme – spiegano – servirà “per presentare un appello al Ministero dell’Istruzione, alla VII Commissione Cultura del Parlamento e alla Conferenza Stato Regioni, con il quale chiediamo che il nuovo percorso formativo per i docenti sia attivato tempestivamente”. 
L’iniziativa è solo l’ultimo atto di una tragedia che è iniziata nell’agosto del 2008. La storia di Antonella Russo: “Dopo essermi laureata in Lettere moderne presso la Federico II, ho sostenuto il concorso per accedere alla SICSI, perché come molti miei colleghi ero interessata all’abilitazione per insegnare. L’ho superato e ho pagato anche la prima rata (mai rimborsata), quando la Scuola è stata chiusa il 31 agosto 2008. Sono rimasta, come tanti, in attesa che il Ministero comunicasse i nuovi criteri di accesso all’abilitazione. Nel frattempo sono bloccata: non posso insegnare, non posso fare supplenze o lavorare in una scuola privata perché non ho l’abilitazione. Né posso, d’altronde, pensare di fare altro perché la situazione si potrebbe sbloccare da un giorno all’altro”. Nel corso di questi quindici mesi Antonella, insieme ad altri circa cento laureati nelle sue stesse condizioni, ha presentato ricorso al TAR ed è arrivata al Consiglio di Stato per segnalare la sua condizione di vincitrice di concorso SISS, che però non ha potuto svolgere il corso e raggiungere l’abilitazione. “Il Consiglio di Stato ha riconosciuto il danno che ci è stato arrecato e ha sentenziato che nel momento in cui entrerà in vigore il nuovo sistema di reclutamento noi saremo inclusi in sovrannumero. Ma il problema è proprio il quando, perché fino ad ora dal Ministero non è arrivato niente”. Anche se, infatti, voci ufficiose parlano di un sistema basato su un TFA, tirocinio formativo abilitante, della durata di 400 ore da svolgere in un anno, questa sembra essere solo una bozza, che ancora non ha trovato nessuna ufficialità ed è lontana dal diventare legge. “Potrebbe diventarlo domani o fra dieci anni – commenta Antonella – Nel frattempo le nostre vite sono sospese. Non possiamo perdere altri anni di lavoro, di stipendio, di contributi, di anzianità di servizio”. 
Ed è notizia proprio degli ultimi giorni che il Suor Orsola Benicasa consente ai suoi congelati SISS di completare il percorso di abilitazione: concessione limitata  alle classi di concorso A036, A031 e A032 e per un totale di massimo 400 ore, da ultimare entro il 10 aprile 2010. “Potranno accedervi – spiega Antonella – solo quelli che hanno quasi terminato il percorso vista la limitazione delle 400 ore. Poiché anche la SSIS di Venezia aveva assunto un’iniziativa simile, gli avvocati dell’Anief (Associazione Nazionale Insegnanti e Formatori), che si erano già occupati del nostro ricorso al TAR, hanno ritenuto che si trattasse di validi precedenti su cui far leva per una riapertura delle SSIS a tutti i congelati. Ognuno di noi ha, quindi, inviato una raccomandata alla propria Segreteria di riferimento chiedendo l’immediata riammissione al corso di abilitazione, in mancanza della quale si farà valere la discriminazione di trattamento e i diritti lesi presso il TAR”. “Anche se non confidiamo in un’immediata riapertura, – aggiunge – speriamo che questo, insieme alla petizione, possa rappresentare un ulteriore strumento di pressione che susciti un po’ di attenzione attorno alla nostra vicenda”.
Per sottoscrivere la petizione basta andare al sito gopetition.com/online/31843.html e può farlo chiunque, a qualsiasi titolo, approvi l’iniziativa.
Valentina Orellana
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